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L'Italia tripudia la guerra

L'Italia tripudia la guerra

(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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    (Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

    Ritiro immediato delle truppe da tutti i teatri di guerra

    Per la pace in Medio Oriente

    (19 Luglio 2006)

    La Camera dei deputati discute del rifinanziamento delle missioni militari all'estero. Si tratta di una scadenza cruciale, che segnerà per un'intera fase politica gli orientamenti della politica estera italiana.

    Le missioni militari in Iraq e in Afghanistan hanno costituito finora una gravissima violazione dell'art.11 della Costituzione e un'aggressione criminale e sanguinosa per le popolazioni dei paesi occupati militarmente e depredati economicamente.

    Il finanziamento di queste imprese di guerra comporta anche un prezzo altissimo per i lavoratori e i cittadini del nostro paese, costretti a subire tagli continui alle spese sociali e aumenti costanti delle spese militari per sostenere le costosissime missioni all'estero.

    La "strategia di uscita" dall'Iraq messa a punto dal governo è diversa dal ritiro immediato delle truppe rivendicato in questi anni dal movimento contro la guerra. Per l'Afghanistan è previsto addirittura un maggiore stanziamento di risorse economiche e di mezzi militari per la missione "Enduring freedom", a guida USA, che ha rappresentato l'avvio della guerra permanente scatenata dall'amministrazione Bush. Questo è quanto è previsto dal decreto del governo, rispetto al quale è stato anche bocciato un emendamento che chiedeva una "exit strategy" dal teatro di guerra afgano.

    Le guerre imposte dagli USA hanno avuto come scopo il controllo di aree funzionali ad eventuali scenari di guerra in Iran e nel Medio Oriente, oltre al controllo delle risorse energetiche regionali. Tuttavia, queste imprese si sono rivelate una sconfitta determinata soprattutto dalla resistenza e dalla ostilità delle popolazioni irachena e afgana e dalla delegittimazione della strategia di guerra operata in tutto il mondo dall'azione dei movimenti.

    Il movimento contro la guerra non retrocederà dagli obiettivi avanzati fino ad oggi: ritiro immediato delle truppe da tutti i teatri di guerra.

    Questo è ciò che chiede chiaramente da anni la maggioranza della società ed è grave che l'intero arco parlamentare, in pieno spirito di unità nazionale, si appresti a negare questa volontà.

    In Medio Oriente assistiamo in questi giorni anche all'ennesima escalation militare dell'esercito israeliano contro le popolazioni palestinese e libanese. L'offensiva scatenata dal governo Olmert, sostenuta ancora una volta dagli USA, costituisce un vero e proprio atto di guerra che mette a dura prova le condizioni di vita di migliaia di persone, con il rischio di un progressivo allargamento del conflitto in corso ad altri territori.

    A questa noi opponiamo la richiesta di un cessate il fuoco immediato e la fine dell'occupazione israeliana.

    Ritiro delle truppe senza se e senza ma
    Per la pace in Medio Oriente


    Confederazione Cobas - Pisa
    Circolo Arcì Agorà - Pisa
    Associazione Comunista Il Pianeta Futuro
    Laboratorio delle Disobbedienze Rebeldìa
    Giovani Comunisti - Pisa
    Sinistra Critica PRC - Pisa

    Fonte

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