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CHE FINE HANNO FATTO I LAVORATORI LICENZIATI A GIUGNO?

(28 Agosto 2006)

VENERDI 16/6/06, alla fine del turno di lavoro, l’azienda comunica altri tre licenziamenti.
E’ sempre più evidente l’atteggiamento repressivo attuato dalla Fiat.
Tale atteggiamento provoca nei lavoratori una forte repulsione e stizza che si trasforma immediatamente in una contestazione nei confronti dei delegati di Fim, Fiom, Uilm, i quali ritenendosi in forte difficoltà, e considerato che eravamo alla vigilia del rinnovo della RSU, si trovano costretti a proclamare lo sciopero.
Ma solo dopo i cortei all’interno della fabbrica, e dopo che i vari interventi dei lavoratori che insistentemente chiedevano di effettuare otto ore di sciopero, si sono trovati costretti ad accettare.
Un silenzio assordante aleggia in fabbrica, tuttavia sono trascorsi appena due mesi dagli otto licenziamenti, “dimostrativi” effettuati dalla Fiat Auto di Pomigliano.
Un silenzio voluto, ricordiamo che dopo i vari proclami “terroristici” di crisi per Pomigliano, messi in atto da Fiat e sindacati per intimidire i lavoratori, e far passare indisturbati le richieste aziendali, di peggioramento delle condizioni di lavoro, niente e nessuno poteva ostacolare tale progetto, e i licenziamenti servivano da esempio, “se ne colpiscono pochi per intimidirne migliaia”.
Su otto licenziati, ad oggi ci risultano quattro sentenze, tre patrocinate dalle altre organizzazioni sindacali che hanno visto convalidare i licenziamenti dei tre operai, e una patrocinata dalla CUB FLMUniti che è riuscita a vincere obbligando la Fiat al reintegro del lavoratore.
Le quattro udienze si sono svolte due presso il tribunale di Torino “perse”, due presso quello di Nola.
Licenziamenti tutti motivati da MALATTIA ANOMALA, secondo noi, i processi potevano essere vinti tutti.
L’intenzione è di "TORNARE alle FABBRICA/CASERMA" dove vige lo stato di polizia.
Un clima come prima del 68’, spazzato via dalle lotte dei lavoratori e concretizzato con lo “STATUTO DEI LAVORATORI legge 300 del 3 maggio 1970” ovvero "Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento".
Auspichiamo che gli altri quattro lavoratori siano più giudiziosi e si rivolgano ad altri.
“UN PASTORE INTELLIGENTE NON AFFIDA LE PECORE AL LUPO”

segreteria provinciale CUB FLMUniti Napoli

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