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Cantiere Italia

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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
Presentato il report Inail: gli omicidi sul lavoro nel 2009 sono stati 1021

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SITI WEB
(Di lavoro si muore)

dedicato a Eleonora, Linda e Luisa

sull'incidente alla Zanussi

(12 Novembre 2001)

Questi sono i nomi delle tre donne, delle tre operaie rimaste ustionate gravemente mentre lavoravano, martedì 12 novembre, nella "buca" della "linea 3" alla Zanussi-Electrolux di Susegana, in provincia di Treviso. Insieme a loro, in condizioni meno gravi, sono stati ricoverati altri cinque feriti, altri cinque lavoratori.
Ora iniziano le "danze" delle indagini, degli accertamenti, delle dichiarazioni e dei distinguo.
Sembra che "i lavoratori del reparto avessero chiesto di non iniziare la produzione per il forte odore di gas presente nei locali" ma " i responsabili della produzione avrebbero deciso di avviare ugualmente il lavoro nel reparto".
Sembra che "l'azienda si sia sempre distinta per la sicurezza, concertata con le organizzazioni sindacali".
Sembra che "nello stabilimento Zanussi di Susegana le segnalazioni di anomalie da qualche tempo non fossero sufficienti a fermare gli impianti.".
Sembra che fosse diventata prassi "cercare il problema senza interrompere la produzione".
L'unica certezza sono i corpi devastati delle tre donne. E' un dolore sordo e inquietante quello che si prova, che proviamo noi, donne e comuniste, quando apprendiamo che ancora, ancora oggi , novembre 2001, di lavoro si può morire e, quando si riesce a sopravvivere, si rimane magari offesi per tutta la vita.
Ammalarsi e magari morire perché hai un tumore dopo aver lavorato nei reparti del Cvm al Petrolchimico, perché sei caduto dall'impalcatura, perché la produzione non si deve fermare! Non posso conoscere, mentre scrivo, il responso di questa vicenda: quali e di chi le responsabilità, come e perché non si è intervenuti ai primi segnali di allarme o non si è intervenuti a sufficienza.
Certamente un dato è sicuro, quello del 2000: 1 milione di infortuni, 1.200 morti di lavoro. Questo è il prezzo che i lavoratori pagano nell'epoca della globalizzazione capitalistica, insieme a precarietà e smantellamento di tutti i diritti ottenuti durante le grandi lotte del movimento operaio nel passato.
I corpi bruciati di Eleonora, Linda e Luisa sono i corpi di quella forza-lavoro che il capitalismo occidentale usa nelle fabbriche, che lo stesso capitalismo usa nelle pubblicità e nelle vetrine per vendere le sue merci, sono i corpi di donne che nel capitalismo orientale vengono "negati" sotto il bourqua, murati nella miseria materiale e simbolica delle pareti domestiche, corpi nascosti, che ora sono in fuga dal fuoco dei bombardamenti occidentali.
Come altri corpi di donne e uomini, bruciati nell'esplosione divampata nelle Torri gemelle a New York. Anche Eleonora, Linda e Luisa hanno tentato di fuggire dal fuoco, dal fuoco esploso nella fabbrica.
Ancora oggi nel 2001 si soffre, si rimane feriti, si muore, per terrorismo, per guerra, per lavoro. Non basta essere donne per avere a cuore la pace e la giustizia ma essere donne, a volte, può aiutare a condividere il dolore e a indignarsi per le ingiustizie.
Come donna esprimo la mia solidarietà ed il mio affetto ad Eleonora, Linda e Luisa, anche se non le conosco sento sofferenza per il loro dramma. Come donna comunista, testardamente, spero e mi impegno per un mondo migliore. I fallimenti del passato ci devono insegnare dove non sbagliare più ma l'analisi di sempre è ancora valida.
Nonostante tutti i progressi della tecnica e della scienza questo sviluppo, che produce in base al profitto sempre e comunque, non ha portato a nessun reale e duraturo miglioramento nella vita delle persone. I drammi di oggi sono quelli di ieri, anzi peggiori perché amplificati dall'incombente minaccia della catastrofe ambientale.
Bisogna impegnarsi per l'alternativa a questa barbarie.

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