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(Di lavoro si muore)

Cantieri Navali Genova: operai e diritti calpestati. Un sistema di appalti oscuro

Il mese di Novembre 2006 ha visto una serie di avvenimenti davvero sconcertanti all’interno dei Cantieri Navali di Genova.

(13 Dicembre 2006)

Giorno 10: gli operai dell’officina prefabbricazione e officina navale del secondo turno si fermano e vanno in corteo all’ufficio personale a chiedere spiegazioni, ormai esasperati, ai “responsabili” di tale ufficio in merito ad una grave violazione che aveva avuto luogo fino a quel momento. Infatti da qualche anno in questa fabbrica avviene una cosa incredibile: diversi lavoratori che si infortunano durante le operazioni di lavoro (saldando, tagliando, movimentando materiali pesanti ecc) vengono dapprima sottoposti a interrogatori veri e propri dai responsabili della “sicurezza aziendale” (sic!) poi dopo essere stati medicati vengono rispediti a lavorare se l’infortunio non è grave!!! Fare il saldatore o il carpentiere navale non è esattamente un lavoro sedentario richiede ottimo stato fisico (al 100%) e chiaramente quando si ha una scheggia metallica in un occhio, una mano fasciata per una bruciatura o una gamba anche solo contusa non è possibile riprendere il lavoro poiché può essere molto pericoloso per la sicurezza eppure gli irresponsabili, ehm… pardon, i responsabili aziendali per la sicurezza tanto prodighi di consigli e tanto bravi a snocciolare normative, trascurano questi particolari.

Accade poi, quando l’infortunio è palesemente più grave, che l’operaio dopo aver trascorso il periodo di riposo diagnosticato dal medico dell’ INAIL, si ritrova in malattia!!! E sì, perché i responsabili aziendali, chiamiamoli così, con un vero e proprio giochetto da furbetti di quartiere, spediscono una letterina all’INAIL, un allegato alla denuncia ufficiale di infortunio, in cui dicono in sostanza che il lavoratore è un bugiardo e non si è fatto male lavorando. Ovviamente al malcapitato operaio questo allegato viene tenuto nascosto in modo tale che lo stesso non possa difendersi. I responsabili sanitari dell’ istituto per l’assicurazione contro gli infortuni, prendendo per buona la versione dell’azienda, spediscono così al malcapitato una lettera che dice in poche parole così: “Non spetta alcuna indennità in quanto l’ evento capitatole rientra nelle normali casistiche del vivere quotidiano, che capitano a tutti i comuni cittadini” !!! Così tagliare una lamiera di una nave è come cuocere un piatto di pasta nella propria cucina di casa o come portare il cane a far pipì oppure come scrivere fandonie contro un lavoratore, magari essendo pagati profumatamente grazie al lavoro produttivo dei “bugiardi operai”!!! Perché questa furbata di quartiere? Molto semplice. Questa azienda vuole apparire sulle cronache dei giornali come un esempio di modello produttivo mondiale, che vuole vendere alla grande la propria immagine, quest’azienda dove si costruiscono le navi più belle del mondo elude le norme di sicurezza, perché rispettarle sul serio costa troppo per lor signori.

Ovviamente il non rispetto della sicurezza nei cantieri navali ha già prodotto parecchi gravi incidenti di cui alcuni (troppi) mortali negli ultimi anni. Stranamente questo non appare quasi mai sulle cronache giornalistiche. Alcuni giornali, primo tra tutti il Secolo XIX di Genova, quando accade un grave infortunio in quello stabilimento, dedicano dei trafiletti molto esigui, mentre riservano paginate intere a far pubblicità all’azienda sui vari delle navi e cerimonie di consegna varie. Strano. Molto strano.

Comunque sia i lavoratori hanno scioperato il giorno 10. Poi il giorno 13 altre 8 ore di sciopero col blocco stradale dell’intero ponente genovese. Questo evento ha messo in crisi una città di circa 600.000 abitanti per le pesanti ripercussioni sul traffico di strade e autostrade attorno alla città. Anche questa volta stranamente i principali mezzi di informazione televisiva e importanti giornali genovesi (SecoloXIX in testa… che strano…) non hanno minimamente riportato la notizia!!! Solo qualche TV privata locale ha pensato di ascoltare la voce dei lavoratori arrabbiati ed esasperati per i torti subiti. Bene. 14 ore di sciopero poi hanno prodotto un accordo siglato alla Prefettura di Genova con la presenza dei dirigenti dell’INAIL, del Prefetto, della dirigenza nazionale dei Cantieri e le Rappresentanze Sindacali con una delegazione di operai.

Indicativo è stato il fatto che anche il Prefetto ha ritenuto sbagliata la pratica dell’ “allegato” alla denuncia di infortunio, cosa che anche la dirigenza dell’INAIL ha attribuito unicamente alla volontà aziendale. L’azienda aveva sempre raccontato la favoletta che l’INAIL spesso “costringeva a compilare gli allegati”.

Naturalmente con questa furbata l’azienda ottiene un risparmio rilevante per ciò che concerne i versamenti annuali da effettuare all’ INAIL in termini di premi assicurativi. Un bel modo di applicare la sicurezza nei cantieri, non c’è che dire. È sufficiente dire che gli infortuni sul lavoro non esistono trasformandoli in malattia, così si abbattono i numeri solo dal punto di vista statistico mentre il problema reale è a dir poco esplosivo. Altro che prevenzione! Nei cantieri navali, almeno qui a Genova la situazione sicurezza continua negli anni a peggiorare drammaticamente con centinaia di infortuni che spesso, specie per quanto riguarda i lavoratori degli appalti vengono mascherati e non denunciati. Oltretutto questo giochetto che per molto tempo sono riusciti a tenere nascosto (con l’aiuto di talune coperture evidenti) ha prodotto altri 3 danni gravi;

1) Quando un lavoratore infortunatosi gravemente sul lavoro deve restare fermo per lungo tempo, se risulta in malattia, ovvero a carico dell’INPS anziché dell’INAIL, subisce la beffa che se rimane menomato questa invalidità da lavoro non sarà riconosciuta.

2) Dopo alcuni mesi di malattia il salario viene decurtato del 50% fino ad azzerarsi e a dar luogo la perdita del lavoro se non si guarisce. “Cornuti e mazziati” come si suol dire.

3) Tutti gli infortuni passati ingiustamente in malattia vanno a gravare sulle casse dell’INPS; poi si dice che l’INPS è in rosso! Bisogna ringraziare aziende come i Cantieri Navali che fanno i furbi.

Senza contare poi che i lavoratori pagano fior di tasse sulla busta paga per finanziare INPS e INAIL. Davvero incredibile.

Questi due enti pubblici vengono letteralmente gabbati da aziende senza scrupoli che si prendono giuoco del denaro pubblico.

Ma poi dopo lo sciopero cosa è accaduto? La vendetta naturalmente.

Nei giorni scorsi un operaio, un ragazzo come tanti, ha commesso uno sbaglio: è un ragazzo che dentro la fabbrica conoscevamo tutti come un lavoratore serio, padre di due bimbi; i salari dei metalmeccanici, si sa, sono tutt'altro che principeschi e così il lavoratore aveva pensato di tirare su qualche soldino con scarti di materiale elettrico che viene perlopiù buttato via. Purtroppo questi scarti gli sono stati trovati nello zaino all'uscita dallo stabilimento durante un controllo da parte delle guardie giurate. Il nostro collega ha purtroppo pagato con il posto di lavoro il suo errore. Non ha avuto la possibilità di riabilitarsi, non è stato perdonato il suo errore. In quella fabbrica, lo sanno anche i muri, ci sono state e ci sono speculazioni di ogni genere, sprechi e ruberie varie con abusi sui diritti dei lavoratori.

Basti pensare che nello stabilimento operano ditte di appalto, subappalto, subappalto del subappalto che spariscono periodicamente, cambiano nome sfruttando e lasciando letteralmente "in braghe di tela" gli operai che spesso non sanno come recuperare i propri stipendi.

Spesso questi operai subiscono regimi contrattuali illegali (come la paga globale) mentre tutti sanno. Tutti sanno. Nessuno fa niente per ripristinare la legalità. Domanda. Chi gestisce il sistema degli appalti in questa azienda? E’ giusto che queste ditte di appalto possano abusare dei lavoratori impunemente senza che ci sia un intervento delle autorità preposte? Il recente pestaggio dell'operaio da parte del datore di lavoro non è che una goccia nel mare di abusi che accadono in Fincantieri. Buste paga da 3 o 3.50 euro l'ora, norme di sicurezza calpestate, retribuzioni non corrisposte, evasione fiscale organizzata: questo accade. Che cosa si aspetta ad intervenire? Chi guadagna su queste speculazioni illegali? Quali le coperture? In quella fabbrica ci sono personaggi che tutti conoscono bene che si sono arricchiti, "lavorando"... Questi personaggi occupano posti di responsabilità lì dentro (riesce difficile chiamarli responsabili esseri simili), tutti sanno cosa hanno fatto e fanno eppure non vengono puniti. I loro "errori", per così dire non vengono sanzionati. Il povero operaio invece, per una manciata di rame che avrebbe fruttato pochi euro è stato trattato come un delinquente mentre i dirigenti virtuosi quando "sbagliano" non pagano. Quando sbaglia un operaio, tutti a puntare il dito. Giusto così in una società "democratica". I dirigenti dell'ufficio personale non hanno perdonato, dunque, l'operaio, mentre perdonano e non vedono tutto il resto; perdonare d'altronde è da buoni cristiani, e questi c'è da giurarci, in chiesa ci vanno a pregare. L'operaio no. Non può essere perdonato. Per lui la misericordia, il perdono, la redenzione non sono applicabili. Su di lui si abbatte la scure della vendetta aziendale per lo sciopero di pochi giorni prima sulla sicurezza...Questa la giustizia, queste le regole.

Nel frattempo i signori sfruttatori che si arricchiscono grazie alla giungla degli appalti possono continuare la loro "meritoria opera" al servizio dell'azienda, possono continuare a intascare i proventi del loro "lavoro". Ai circa 3000 operai non rimane che subire la rigida e severa applicazione dei regolamenti aziendali e contrattuali. Finché non si stancheranno. Finchè qualcuno non interverrà a rimuovere il marciume che regna sovrano, grazie a qualche virtuoso, cristiano e indisturbato signore.

Occorre, intanto per cominciare, che i sindacati di tutte le categorie, uniscano le forze per aprire una vertenza generale nei confronti di Fincantieri, che per ridurre i costi ha creato lavoratori di serie b,c,d, ecc. Devono poi essere messi in moto dei meccanismi di controllo reale da parte dell'Ispettorato del Lavoro, dell'INPS e soprattutto controlli sulla sicurezza da parte dell'ASL. Come è possibile che questi signori ogni volta che vengono in fabbrica trovino tutto regolare quando la situazione è palesemente scandalosa? Cosa o chi tappa gli occhi e le orecchie a questi funzionari? Anch'essi sono pagati con soldi pubblici, quindi anche con i soldi dei lavoratori. E' assolutamente necessario aprire un'ampia inchiesta su quello che succede dentro quella fabbrica prima che l'escalation di abusi e illegalità a danno delle migliaia di lavoratori divenga totalmente incontrollabile

Prima o poi in quel sito industriale dovranno intervenire autorità ed enti competenti a ristabilire la legalità (quella vera senza 2 pesi e 10 misure).

Un operaio dei cantieri navali di Genova

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