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Emergenza ceneri...

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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
La nuvola di ceneri del vulcano Eyjafjallajokull arriva sull'Italia. A Roma manifestazione in solidarietà a Emergency

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(9 Febbraio 2007)

La svolta del Governo Prodi in politica estera: dalle guerre unilaterali alle guerre multilaterali. L’Unione inciampa a Vicenza, ma si ricompatta su Kabul.
Il suicidio della “sinistra radical-alternativa”.

Il vertice di maggioranza che si è tenuto due giorni fa sulla politica estera ha segnato un ulteriore cedimento della cosiddetta “sinistra alternativa”: PRC, Verdi e PdCI hanno sottoscritto pienamente la rinnovata strategia militarista del Governo Prodi che consiste nel condividere “multilateralmente” la politica estera USA e NATO. Ma tra gli obiettivi del Governo Prodi c’è il rafforzamento della presenza neocolonialista italica nei paesi occupati, utilizzando la cooperazione civile come testa di ponte per una penetrazione nei gangli vitali socio-economici.
La foglia di fico del programma dell’Unione non copre questa vergognosa vicenda, ma fa risaltare la ipocrisia e gli schizofrenici atteggiamenti delle forze politiche della “sinistra (sedicente) alternativa” : da un lato si pronunciano pubblicamente e nei consigli comunali contro l’ampliamento e per la chiusura e riconversione delle basi militari (da Vicenza contro Dal Molin a Pisa e San Giuliano contro Camp Darby), dall’altro accettano di chinare la testa in Parlamento confermando la continuità della politica di guerra italiana, separando la questione delle basi (logistica per le guerre in Medio Oriente, non questione urbanistica!) dal rifinanziamento delle missioni militari, Afghanistan in primis, trasformando le posizioni di opposizione alla guerra “senza se e senza ma” in accettazione delle politich e del Peace Keeping, cioè le operazioni militari nei teatri di guerra mascherate da missioni di pace come in Libano, tacendo senza pudore sulle convenzioni militari con Israele.

L’opposizione alle guerre imperialiste e alle occupazioni militari resta il discrimine imprescindibile per i comunisti, tanto più se esso deve esercitarsi nel proprio paese. Nel 1999 una buona parte della “sinistra radicale” votò a favore della guerra in Kossovo per “salvare il Governo di centrosinistra”, allora guidato da D’Alema.
Se oggi accettassimo questo scambio (Assenso alla guerra per salvaguardare Prodi) i comunisti e i pacifisti perderebbero la faccia, la credibilità.
Nessun criterio di “insostituibilità” di questo Governo può nascondere la completa capitolazione alle logiche liberistiche, capitalistiche e militariste da parte delle forze della “sinistra alternativa”.
Il Governo dell’Unione è perfettamente in linea con il suo programma, che segna alcune discontinuità marginali con il Governo berlusconiano delle destre, ma ne conferma l’impianto neoliberista complessivo. La “sinistra alternativa” è invece disonesta verso i suoi elettori, perché continua a nascondere la sconfitta e l’arretramento complessivo su ogni fronte: economico-sociale, lavorativo, salariale, della guerra (si tagliano i servizi e si aumentano le imposte e le tasse mentre crescono come non mai le spese militari).

Il movimento pacifista e contro la guerra non può accettare il ricatto del “ritorno” di Berlusconi, pena cedere su tutto.
Crediamo dunque che sia necessario dare visibilità alle istanze antimperialiste e coerentemente antimilitariste contro ogni guerra di aggressione ed ogni occupazione, tornando a manifestare la nostra avversione alle missioni militari all’estero, comprese quelle avallate dagli organismi internazionali, ONU compresa.
A Partire dalla manifestazione di Vicenza del 17 febbraio, dobbiamo ricostruire una opposizione al militarismo e creare le condizioni politiche perché non si voti il rifinanziamento della missione in Afghanistan e di tutte le altre missioni militari, poiché non è accettabile che le forze politiche della “sinistra alternativa” scendano in piazza il 17 e poi sottoscrivano la politica estera Usa e Nato.

Il RITIRO IMMEDIATO DI TUTTI I SOLDATI DA TUTTI I FRONTI DI GUERRA è l’unica soluzione reale che rompe la logica militarista e guerrafondaia condivisa da entrambi gli schieramenti politici.
Chiediamo alle forze della cosiddetta “sinistra radicale” di assumere coerentemente e con forza posizioni politiche che vadano oltre le generiche richieste di ritiro e ponga la questione del rifiuto della guerra, del rifiuto in ogni circostanza dell’utilizzo aggressivo della forza militare -anche nel caso sia legittimata da risoluzioni dell’ONU- come condizione di partecipazione all’esecutivo dell’Unione.
Sollecitiamo tutto il movimento pacifista e contro la guerra di assumere una forte iniziativa politica per rompere l’indifferenza sulle guerre e rilanciare una mobilitazione per marzo (in occasione della votazione per il rifinanziamento delle missioni militari all’estero) con l’obiettivo del ritiro immediato delle truppe da tutti gli scenari di guerra e di occupazione.
Rinnoviamo l’invito a tutti i cittadini ad assumere una posizione netta per la chiusura delle basi militari USA/NATO, pericolose per la sicurezza e la salute degli abitanti e teste di ponte per le missioni di guerra e di occupazione, magari mascherate da “operazioni di pacificazione”.

NON POSSIAMO PIU’ RIMANERE INERTI.
ANCHE RIFONDAZIONE COMUNISTA SI E’ ASSUNTA LA GRAVISSIMA RESPONSABILITA’ POLITICA DI ABBANDONARE LA PAROLA D’ORDINE DEL RITIRO DALL’AFGHANISTAN, BARATTANDO IL PROPRIO CONSENSO CON QUALCHE FINANZIAMENTO ALLE ONG E CEDENDO ALLE POLITICHE MILITARISTE PER LA CIOTTOLA DI LENTICCHIE DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE.

DOBBIAMO RILANCIARE CON FORZA LA PAROLA D’ORDINE E L’OBIETTIVO DEL RITIRO DELLE TRUPPE DA TUTTI I TEATRI DI GUERRA, SENZA SE E SENZA MA, CON O SENZA ONU: NON PUO’ ESSERE ACCETTATA ALCUNA LEGITTIMAZIONE DI AGGRESSIONI NE’ DI OCCUPAZIONI MILITARI DA PARTE DI NESSUN ORGANISMO INTERNAZIONALE.

RITIRARE SUBITO TUTTE LE TRUPPE OCCUPANTI DALL’AFGHANISTAN, DAL LIBANO E DA DAI TEATRI DI GUERRA.
NO AL RIFINANZIAMENTO DELLE MISSIONI MILITARI “DI PACE”.
CHIUSURA DELLE BASI MILITARI USA/NATO.
VIA L’ITALIA DALLA NATO, SCIOGLIERE LA NATO.

Associazione Comunista IL PIANETA FUTURO

Fonte

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