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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Mastrogiacomo è libero: ora liberiamo il popolo afgano

Via le truppe dall'Afghanistan ora

(20 Marzo 2007)

"Libertà per il popolo afgano, libertà per Mastrogiacomo" diceva uno dei due striscioni di apertura della manifestazione di sabato scorso a Roma convocata dai COBAS e da altre organizzazioni e reti del movimento no-war: e dietro di esso 30 mila persone in corteo hanno chiesto il ritiro immediato delle truppe dall’Afghanistan e dagli altri fronti di guerra, la libertà per il popolo afgano e per il giornalista di Repubblica. Ci auguriamo che la nostra manifestazione abbia dato un contributo alla liberazione di Mastrogiacomo, avvenuta oggi e della quale ci rallegriamo, poichè il giornalista non aveva e non ha alcuna responsabilità per la politica bellicista del governo italiano. Ora ci auguriamo che non cali il silenzio sulla tragedia afgana, che non si ripeta quella insopportabile forma di razzismo che consiste nel considerare la vita di un italiano o di un "occidentale" pesante come un macigno e quella di un afgano (o di un iracheno o palestinese) leggera come una piuma. Dunque, liberato Mastrogiacomo, dobbiamo lavorare tutti/e e subito per liberare il popolo afgano. E inanzitutto dobbiamo impedire che il 27 marzo il governo Prodi compia il crimine di finanziare nuovamente la missione bellica in Afghanistan, rendendo totalmente corresponsabile l'Italia della carneficina in corso in quel martoriato paese. Dopo il grande successo del 17 marzo (30 mila persone in piazza, senza i partiti, i sindacati e le associazioni che fanno parte del governo o comunque lo appoggiano, non sono poca cosa), saremo nuovamente in piazza il 27 marzo davanti al Senato in occasione del voto sulle missioni, per chiedere con forza ai senatori/trici, eletti con i voti del popolo contro la guerra "senza se e senza ma" di non coprirsi nuovamente di vergogna, di rispettare il mandato elettorale e non i diktat delle segreterie di partito, e di votare NO al decreto. E chiediamo agli organi di informazione di continuare a seguire la vicenda con la stessa intensità e partecipazione mostrate durante il rapimento di Mastrogiacomo.

Confederazione COBAS

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