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La Gelmini ha ragione

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(26 Novembre 2010) Enzo Apicella
Manifestazioni studentesche contro la "riforma" Gelmini in tutte le città.

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Bologna: siamo alle solite

L’università è in crisi? Nessun problema: pagano studenti e lavoratori

(5 Aprile 2007)

Il Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Pier Ugo Calzolari, ha dichiarato su tutti i giornali che l’Università che dirige è ormai sull’orlo del precipizio e che rischia seriamente di dover chiudere nel giro di pochi anni. Non è la prima volta che il Rettore spinge sul tasto dell’imminente tracollo per poi aumentare le tasse agli studenti e tagliare indennità e servizi ai dipendenti.

Una delle soluzioni preventivate è sempre la stessa: l’aumento delle tasse universitarie, tasse che sono già tra le più alte in Italia, mediamente 1300 euro per le lauree triennali e di 1800 euro per le lauree specialistiche con punte sino ai 3445 euro di Odontoiatria.

Il prorettore, Paola Monari, agli studenti conferma infatti questa ipotesi: “Da quattro anni, le tasse, sono bloccate al tasso virtuale di inflazione, proporremo agli studenti un aumento più forte ma nel contesto di solidarietà sociale”, facile a dirsi ma nel frattempo sono stati e continuano ad essere smantellati tutti i servizi di aiuto agli studenti, ad esempio, in tutta Bologna sono rimaste tre mense universitarie, sempre che si voglia considerare tale il locale radical-chic “La Scuderia” di Piazza Verdi.
Negli anni in cui ha “governato” L’Università, il Magnifico Rettore ha portato avanti una politica economica sconsiderata, di cui si vedono chiaramente i risultati, e sono diversi i punti da contestare alla sua gestione:

Un Piano edilizio e di gestione degli spazi fallimentare con spese inutili se non ridicole, come successo alle nuove Aule Belmeloro (costo preventivato 10 mln, costo effettivo 12,8 mln) in cui sono stati installate le fibre ottiche dopo la fine dei lavori, costringendo gli operai a rompere i muri per poi ricoprire tutto.

Ogni anno vengono spesi 2.5 mln per pagare le indennità di carica per Rettore, Prorettori, Direttori di dipartimento e Presidi a fronte del taglio al salario accessorio per i tecnici-amministrativi effettuato nel 2006 dall’Amministrazione.
Inutile il tentativo demagogico del Magnifico di rinunciare alla sua personale indennità, 50.000 mila euro (che restano comunque il doppio dello stipendio lordo di un dipendente) a fronte di 2.5 mln è poca roba.

L’aumento incredibile dei dirigenti, 5 nel 2000 e 18 (di cui 10 a contratto) tutt’oggi con stipendi medi da 100.000 euro e con indennità di posizione variabili dai 30.000 euro nel caso che gli obiettivi annuali vengano raggiunti ai 20.000 euro assicurati in ogni maniera.

Invece che pronunciare il De Profundis per l’Ateneo di Bologna con le solite tesi sentite e risentite, tanto care al Prof. Calzolari, sarebbe ora di iniziare a contenere i costi operando una gestione economica più adeguata, con l’abolizione degli sprechi e il ridimensionamento dei privilegi borbonici di Professori e dirigenti.

Gli studenti e i lavoratori dell’Università di Bologna sono stanchi di esser sempre gli unici a dover far fronte ai momenti di crisi del loro Ateneo.

Movimento per il
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez. di Bologna

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