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Trieste: sull'incontro promosso dal PRC su TFR e pensioni

(4 Giugno 2007)

Non essendoci stato lo spazio per un intervento riservato al sindacalismo autonomo di base , spero unicamente per questioni di tempo e non politiche, nel corso dell'incontro promosso venerdì 1 giugno dal PRC di Trieste su TFR e pensioni, mi devo accontentare di proporlo in rete, magari con l'auspicio che questa modesta opinione possa coinvolgere più persone rispetto a quelle presenti al convegno stesso, sfruttando questo mezzo democratico finché c'è e finché qualcuno non deciderà di limitarlo. La preoccupazione è fondata, viste le ultime dichiarazioni di Giuliano Amato, ministro di un governo di centro sinistra, turbato perché "in Italia ci sono troppi Grillo" e perchè "il male degli studenti è Internet". Peccato che, mentre Grillo ha pubblicamente sbugiardato le malefatte degli spioni Telecom, lui come ministro dell'Interno se ne è sempre disinteressato.

Da aprile dello scorso anno ad oggi ho visto poche cose di sinistra: siamo ancora in guerra, nessuno zittisce una chiesa sempre più politicizzata, invadente ed intrigante, la legalizzazione dello sfruttamento, mascherata con il nome di precariato, è sempre lì, la legge Biagi non è stata toccata ed a nessuno passa per la testa di rivedere la legge Treu, figlia del primo governo Prodi (sinistra compresa). Come se non bastasse questo governo ha anticipato di un anno una riforma della destra, quella sul TFR. Alla scelta è seguito il plauso unanime diCGIL CISL UIL: alcuni di loro hanno dichiarato che questa riforma mette un freno allo strapotere delle lobby del paese. Forse è anche vero, ma nello stesso tempo si è consolidata la lobby di CGIL CISL UIL, che mantengono ben saldo il monopolio della rappresentanza contro il quale, a Roma, i COBAS stanno facendo lo sciopero della fame. Penso che CGIL CISL UIL abbiano grosse responsabilità anche quando i lavoratori votano a destra. Si, proprio così, alle ultime politiche abbiamo rischiato di regalare un altro governo a Berlusconi grazie anche CGIL CISL UIL, perché i lavoratori fanno un'equazione molto semplicistica: sinistra = confederali e questo pesa negativamente sul voto politico quando i rinnovi contrattuali ed i vari accordi che firmano fanno perdere diritti e non conquistano nulla.

Una volta erano i partiti che influivano sulle scelte sindacali: emblematico fu il caso del PSI, presente trasversalmente in tutte e tre le confederazioni. Oggi la situazione si sta capovolgendo: sono le organizzazioni sindacali a "entrare" nei partiti, piazzandoci dentro i suoi uomini, incidendo su scelte politiche importanti.

Per entrare più nello specifico nel tema del convegno, corre d'obbligo una domanda: come mai le organizzazioni confederali, invece che plaudire a questa riforma non ne hanno chiesto la sospensione? Perché, prima di rendere operativa la legge Dini che, specialmente per i giovani abbatte radicalmente i rendimenti delle pensioni, non hanno preteso la separazione dell'assistenza dalla previdenza e un piano serio e credibile di lotta all'evasione contributiva? Perché hanno taciuto sul fatto che da due anni l'INPS è in attivo? La risposta è molto semplice: la gestione dei fondi negoziali chiusi è stata affidata proprio a loro. E' evidente che le tre confederazioni, che amministrano questi fondi, non possono avere grossi stimoli a salvaguardare la pensione pubblica: il conflitto di interesse è palese, ma tutti stanno zitti perché il business è notevole non solo per il sindacato, ma anche per banche, assicurazioni e imprese. Non dimentichiamoci poi che il ministro Damiano, di provenienza CGIL, è stato presidente del fondo COMETA dei metalmeccanici e il suo consulente Giovanni Pollastrini, attualmente è presidente del fondo FONTE (lavoratori del commercio) e consigliere del fondo PRIAMO (trasporti pubblici). Ci sono ancora diversi menager sindacali che si "stanno facendo le ossa" nei fondi, per poi esportare la loro esperienza nel mondo finanziario o politico.

Posso anche condividere i recenti suggerimenti del ministro Ferrero sui fondi pensione, e pure condivido la relazione di Giorgio Vesnaver che ha aperto il convegno, ma il dato è che questa riforma è passata, con la compiacenza della sinistra, Rifondazione compresa, ed i lavoratori avranno delle conseguenze pesantissime: pensioni ridotte e TFR scippato.

Le proposte che oggi Rifondazione pone sono tardive e dovevano essere formulate ben prima di avallare questa riforma che oggi i lavoratori subiscono e subiranno, soprattutto i giovani ed i precari, che fra 30 o 40 anni, al momento del pensionamento rischieranno veramente l'indigenza.

Oggi siamo in balia di una trattativa condotta esclusivamente da CGIL CISL UIL, che presumibilmente porterà altri danni; i presupposti sono sempre quelli: una piattaforma nemmeno illustrata sui posti di lavoro, che porterà ad un accordo che non sarà sottoposto al giudizio dei lavoratori.

Gli interlocutori in questo convegno hanno di fatto divagato rispetto all'ordine del giorno dei lavori. Del resto può essere anche comprensibile che occasioni come questa, siano utilizzate anche per trovare e ricercare momenti di unità per costruire una nuova sinistra coesa ed alternativa. A questa sinistra va tutto il mio augurio di non essere sorda alla voce dei lavoratori, perché, in caso contrario rischierà di diventare una fabbrica dell'astensionismo: un primo segnale è già stato dato con le ultime elezioni amministrative.

Fulvio Macchi
Comitato contro lo scippo del tfr e per il rilancio della pensione pubblica

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