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Contro l’accordo sulle pensioni. Contro l’attacco ai salari

(21 Luglio 2007)

Cigl-Cisl-Uil prima e Ugl poi, senza alcun mandato da parte dei lavoratori, hanno sottoscritto l’accordo sulle pensioni che sarà “perfezionato” lunedì 23/7/2007. Al di là di tutte le polemiche di questi giorni, governo e opposizione sono concordi sulla necessità di tagliare ulteriormente le pensioni, di allungare la vita lavorativa altrui e di comprimere i salari, usando così le disponibilità economiche risultanti per coprire i conti pubblici.
Per sostenere questa necessità entrambi si sono appellati alla necessità di un sistema pensionistico “più giusto” (ma per chi?) e sulla difesa delle nuove generazioni e così garantire loro una pensione in vecchiaia.

Ma le nuove generazioni avranno il sistema di calcolo pensionistico contributivo, per cui la loro pensione sarà calcolata in base ai contributi versati e non col sistema a ripartizione attuale. Questo significa che risparmiando sulle pensioni oggi non ci sarà alcun contributo per le pensioni di domani. I “risparmi” sulle nostre pensioni saranno utilizzati per altri sgravi fiscali ai padroni, l’assistenza e le ristrutturazioni.

I lavoratori, in modo particolare i giovani, pagheranno due volte: la prima con una riduzione delle pensioni e l’aumento della vita lavorativa, la seconda finanziando il padronato che li sfrutta e li precarizza .

L’ammorbidimento dello scalone è uno specchietto per le allodole, che nasconde l’obiettivo di modificare i coefficienti per ridurre le pensioni, demandato ad un’apposita commissione.

I tre anni di riduzione dell’età pensionabile per i lavori usuranti sono nuovamente demandati ad una futura analisi, come avviene da anni, mentre nei posti di lavoro la produttività aumenta logorando i fisici e la salute dei lavoratori e mietendo sempre più vittime del lavoro.

Quest’accordo è un altro passo verso il tentativo di privatizzare definitivamente le pensioni, nonostante il flop del versamento del TFR nei fondi pensione, cui hanno aderito solo 4 lavoratori su 100, pur con un’impressionante campagna a seno unico, finanziata con milioni di euro (risparmiati dalle pensioni?).

Di fronte a questo accordo, come sempre a luglio, va registrato il fallimento dell’intera sinistra governativa e “radicale”, che avanza dubbi e perplessità da presentare in parlamento. La sua illusione di una “gestione più equa e sociale” del capitalismo italiano si infrange sui risultati che Montezemolo e la Confindustria portano a casa, incassando così l’appoggio dato al centro sinistra alle elezioni politiche.

La polemica politica su quest’accordo, in cui il centro sinistra vorrà far credere che ha reso più “eque le pensioni” e il centro destra che si sono persi i vantaggi acquisiti e peggiorati i conti pubblici, non nasconde il fatto che quest’accordo peggiora il sistema pensionistico più di quanto abbia fatto la controriforma Maroni.

Lo Slai Cobas si schiera risolutamente contro questo accordo e appoggerà tutte le mobilitazioni contro di esso che si svilupperanno nei posti di lavoro. Si impegna fin d’ora per preparare una forte mobilitazione unitaria e nazionale da costruire alla ripresa del lavoro, dopo le ferie, per contrastare la controriforma pensionistica e rilanciare l’iniziativa sul salario e contro la precarietà.

la mobilitazione già comincia: sabato 21 luglio lo Slai Cobas contro l’accordo truffa sulle pensioni ha indetto otto ore di sciopero (dalle 6.00 alle 14.00) dei lavoratori della Fiat e delle collegate aziende terziarizzate di Pomigliano d’Arco

20/7/2007

SLAI COBAS
sindacato dei lavoratori autorganizzati intercategoriale

Commenti (1)

Per fortuna qualcuno si muove !!!!

Ringraziando il buon senso,una parte di lavoratori si sta muovendo alla faccia dei confederali,non vorrei ripetermi,ma i mesi scorsi le organizzazioni FIM-FIOM-UILM hanno indetto un marea di direttivi provinciali e regionali per le pensioni; se ne era usciti che la quota dovesse fermarsi a 57/35 così si votò.
Abbiamo visto il risultato, i soliti mendaci traditori !!!!!!!!!!
Tra l’altro non sono nemmeno capaci di far di conto, mi spiego:
Quaranta anni fa si iniziava a lavorare tra i 14e i 18 anni se uno lavora 40 anni il risultato è scontato.
Oggi si inizia a lavorare mediamente tra i 22e25 anni sommiamo 40 e il risultato è altrettanto scontato,che cavolo di riforma serve ci stava già vedi la Dini ecc. Lasciamo perdere Maroni,il Padano dei ficchi secchi !!
RESTA solo da dire perché abbiamo pagato i confederali per anni,non ci bastavano i politici gabellieri e succhia sangue ????
Per i confederali dovrete passare per le aziende,vestitevi da Arlecchino , per voi è sempre Carnevale,per i lavoratori solo Quaresima, FATTE SCHIFFO,per farla breve siete delle aberrazioni della specie umana !!!

(22 Luglio 2007)

luigi t

luigi3@cheapnet.it

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