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(7 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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Ridatemi lo scalone

(8 Agosto 2007)

Finalmente siamo riusciti ad eliminare l'odioso ed iniquo scalone di Maroni, che allungava di 3 anni la mia vita lavorativa. Questa è la prima reazione che ho avuto ascoltando alla televisione la notizia dell'accordo sulle pensioni e mi sono convinto che doveva trattarsi davvero di un buon accordo; vista la soddisfazione espressa dai leaders sindacali e dai maggiori esponenti dei partiti della sinistra italiana. Oggi ho voluto verificare cosa cambia per me con questa nuova proposta e, tabelle alla mano, ho provato ad applicare alla mia situazione il probabile nuovo sistema pensionistico. Permettete che mi presenti: mi chiamo Vittorio Monti, sono nato il 28 agosto del 1951, sono dipendente della Regione Marche in servizio presso il Centro Iat di Macerata, a dicembre prossimo maturerò 37 anni di contributi e sono iscritto al sindacato (Uil) da circa 30 anni. La mia speranza era quella di lasciare il lavoro alla fine del prossimo anno 2008 con 57 anni di età e 38 anni di contributi versati, confidando che l'ammorbidimento dello scalone te nesse conto, oltre che dell'età anagrafica, anche di quella con tributiva, ed avendo raggiunto il fatidico quoziente 95. Purtroppo ciò non sarà possibile in quanto nel 2008 non si potrà lasciare il lavoro con meno di 58 anni di età. Pazienza, mi son detto, andrò in pensione l'anno successivo, nel 2009, con 58 anni di età e 39 anni di contributi (con quoziente 97). Poi mi accorgo che anche questo non è possibile, perché dal 30 giugno di quell'anno non sono piú sufficienti i 58 anni di età ma ce ne vogliono 59. Ma allora potrò andare in pensione solo nel 2010 con 59 anni di età e 40 anni di contributi (quoziente 99), esattamente come previsto dallo scalone di Maroni. E qui scopro l'ultima beffa, con la nuova normativa dal 2010 entreranno in vigore i nuovi coefficienti di calcolo della mia pensione che prevede una riduzione che, se tutto va bene, potrà essere contenuta tra il 6 e l'8 %. Il che significa che io, nel 2010 con 40 anni di contributi versati, avrò diritto ad una pensione più bassa di chi, mio coetaneo nato però due mesi prima, avrà avuto la possibilità di andare in pensione nel 2009 con meno anni di contributi. Alla faccia dell'equità. Cosa dire: ai politici dello schieramento di centrosinistra, artefici dell'accordo e che hanno espresso profonda soddisfazione, come Prodi, Parisi, Damiano, Rutelli, Veltroni, Ma stella, ecc. avendoli votati, non posso che biasimare me stesso, mentre sento il dovere di ringraziare Diliberto e Giordano per la loro coerenza. Sarei anche curioso di sapere come mi avrebbero voluto cucinare Dini, Boselli e la Bonino, visto che ritengono troppo permissiva questa nuova normativa. Ai Sindacalisti, a cui è indirizzato questo mio sfogo, posso solo rappresentare il mio più profondo rimpianto di non aver utilizzato quei circa 4.500 euro che vi ho sino ad ora versato per far fare qualche sacrificio in meno alla mia famiglia. Conclusione: io vi restituisco la vostra tessera e voi ridatemi lo scalone!

Vittorio Monti
(lettera al "corriere dell'adriatico")

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Commenti (9)

scalone

non e piu ora di sfoghi .........
bisogna agire
l'unico modo e' mobilitazione vera costante continua
blocchiamo come nel 68 il sistema e poi vedremo!!!!
sciopero continuo contro il governo che piu a DX del berlusca ed amici
siamo in tanti diamoci da fare
quelli del 51 non ci stanno a farsi fregare

i ragazzi del 51

(8 Agosto 2007)

costelli alessandro

alessandro.costelli@tiscali.it

Ridatemi lo scalone

Chi ha scritto questa mail evidentemente non conosce la differenza fra pensione retributiva e contributiva. Nel suo caso, la modifica dei coefficienti non incidono sulla misura della pensione essendo titolare di pensione con il sistema retributivo che pare non sia ancora in discussione.

(8 Agosto 2007)

Matteo Del Prete

siponto@iol.it

ha ragione

cosa rispondere all'amico se non ammettere che ha ragione.

io mi trovo nella stessa situazione e la capisco perfettamente, purtroppo secondo me non sanno fare i conti i nostri politici, altrimenti cè da pensare alla malafede o peggio che non sono coerenti.

nella campagna campagna elettorale Prodi ha piu' volte detto che lo scalone era iniquo e ingiusto.

(8 Agosto 2007)

antonio fazioli

afazioli@katamail.com

il problema è nel programma

mi sono fidato del programma elettorale via lo scalone, purtroppo ancora una volta è stato disatteso quanto dichiarato in campagna elettorale, il politico italiano è per lo più bugiardo. Vedremo di essere più attenti alle prossime elezioni. Speravo che Giordano e Diliberto avessero più coraggio anche in considerazione del prossimo voto. Purtroppo giunti a questo punto ci tocca rimpiangere Maroni. E proprio non capisco l'accanimento con i nati nel secondo semestre del 51. Un saluto a tutti.

(9 Agosto 2007)

Luigi Aldighieri

teleberge@hotmail.com

Lo scalone era solo fumo negli occhi

Sottoscrivo pienamente quanto espresso. Brindo inoltre al tuo tardivo "ripensamento" confederale; sai ho sempre pensato che piuttosto di continuare a sbagliare è molto meglio, ogni tanto, ricredersi. Hai lasciato la UIL e invece chi non lascia laCGIL? Aggiungo di non condividere i ringraziamenti per PRC PDCI e appendici; potrebbero fare di più e invece si frenano DA SOLI (vedi missioni militari) ma sono DURISSIMI e INTRANSIGENTI e affiancati dalla "buonastampa" con chi dissente da loro con grande coerenza (caso Turigliatto).

(9 Agosto 2007)

Giancarlo

sbiko@libero.it

solidarietà

noi nati nel 1951 siamo con te.
marior51@virgilio.it

(9 Agosto 2007)

marior51@virgilio.it

sono nato il 14-02-1952 e attualmente ho 34 anni di contributi versati

anche io ho votato per il centro sinistra e anche io mi sento profondamente BEFFATO da questa riforma.
mi sono illuso per mesi che con l'abolizione dello scalone le cose si sarebbero messe in meglio. ma non è stato cosi'. oltre al danno si è aggiunta la beffa dell'illusione.
se giordano e diliberto non ci metteranno lo zampino giusto (anche a costo di far saltare Prodi)
alla prossima occasione,statene certi, votero' a destra.

(9 Agosto 2007)

vvenerucci@yahoo.it

LO SCALONE E LA CLASSE DEL 1951

Mi chiamo Mario Facciotto, faccio parte della disgraziata classe del 1951, lo scalone di Maroni. in pochi minuti ci faceva passare ai 60 di età per andare in pensione. Con questo nuovo sistema non è che le cose cambino poi tanto, mi spiego meglio, sono nato il 6.7.1951 e quindi con la nuova proposta, per un tempo di 144 ore (dico ore) mi ritrovo a rinviare di un'altro anno la mia entrata in pensione. Penso che un correttivo almeno per questo 1951 vada pensato. distinti saluti

(9 Agosto 2007)

Mario Facciotto

mfacciotto@feinar.it

Non solo i nati nel 1951 e non solo i lavoratori dipendenti sono stati IMBROGLIATI!

Sono lavoratore autonomo dal 2000 ed ho 57 anni
Dal 1971 al 2000 sono invece stato lavoratore dipendente.Premetto che nella mia situazione di agente, retribuito ufficialmente dalla mia società,pago le tasse fino all'ultimo centesimo.Ad oggi ho quasi 37 anni di contribuzione ed essendo nato il 23 luglio 1950
rientro nella categoria di coloro per i quali nulla cambia (o quasi) tra lo scalone Maroni e la nuova proposta 'scalini'.Io sono più drastico nel commento ! Credo che tutto ciò sia stato consapevolmente voluto.Il temporeggiare inspiegabile nella formulazione della proposta Prodi,il vincolo dell'età unito ai quozienti è stato un vergognoso imbroglio che annulla praticamente il superamento dello scalone.Non potrò mai votare per la destra ma se non cambierà la classe politica di sinistra risparmierò nel futuro almeno la suola delle scarpe per recarmi ai seggi.

(21 Agosto 2007)

Romano

aldebaran2000@virgilio.it

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