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Euromance 2011

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Ridatemi lo scalone

(8 Agosto 2007)

Finalmente siamo riusciti ad eliminare l'odioso ed iniquo scalone di Maroni, che allungava di 3 anni la mia vita lavorativa. Questa è la prima reazione che ho avuto ascoltando alla televisione la notizia dell'accordo sulle pensioni e mi sono convinto che doveva trattarsi davvero di un buon accordo; vista la soddisfazione espressa dai leaders sindacali e dai maggiori esponenti dei partiti della sinistra italiana. Oggi ho voluto verificare cosa cambia per me con questa nuova proposta e, tabelle alla mano, ho provato ad applicare alla mia situazione il probabile nuovo sistema pensionistico. Permettete che mi presenti: mi chiamo Vittorio Monti, sono nato il 28 agosto del 1951, sono dipendente della Regione Marche in servizio presso il Centro Iat di Macerata, a dicembre prossimo maturerò 37 anni di contributi e sono iscritto al sindacato (Uil) da circa 30 anni. La mia speranza era quella di lasciare il lavoro alla fine del prossimo anno 2008 con 57 anni di età e 38 anni di contributi versati, confidando che l'ammorbidimento dello scalone te nesse conto, oltre che dell'età anagrafica, anche di quella con tributiva, ed avendo raggiunto il fatidico quoziente 95. Purtroppo ciò non sarà possibile in quanto nel 2008 non si potrà lasciare il lavoro con meno di 58 anni di età. Pazienza, mi son detto, andrò in pensione l'anno successivo, nel 2009, con 58 anni di età e 39 anni di contributi (con quoziente 97). Poi mi accorgo che anche questo non è possibile, perché dal 30 giugno di quell'anno non sono piú sufficienti i 58 anni di età ma ce ne vogliono 59. Ma allora potrò andare in pensione solo nel 2010 con 59 anni di età e 40 anni di contributi (quoziente 99), esattamente come previsto dallo scalone di Maroni. E qui scopro l'ultima beffa, con la nuova normativa dal 2010 entreranno in vigore i nuovi coefficienti di calcolo della mia pensione che prevede una riduzione che, se tutto va bene, potrà essere contenuta tra il 6 e l'8 %. Il che significa che io, nel 2010 con 40 anni di contributi versati, avrò diritto ad una pensione più bassa di chi, mio coetaneo nato però due mesi prima, avrà avuto la possibilità di andare in pensione nel 2009 con meno anni di contributi. Alla faccia dell'equità. Cosa dire: ai politici dello schieramento di centrosinistra, artefici dell'accordo e che hanno espresso profonda soddisfazione, come Prodi, Parisi, Damiano, Rutelli, Veltroni, Ma stella, ecc. avendoli votati, non posso che biasimare me stesso, mentre sento il dovere di ringraziare Diliberto e Giordano per la loro coerenza. Sarei anche curioso di sapere come mi avrebbero voluto cucinare Dini, Boselli e la Bonino, visto che ritengono troppo permissiva questa nuova normativa. Ai Sindacalisti, a cui è indirizzato questo mio sfogo, posso solo rappresentare il mio più profondo rimpianto di non aver utilizzato quei circa 4.500 euro che vi ho sino ad ora versato per far fare qualche sacrificio in meno alla mia famiglia. Conclusione: io vi restituisco la vostra tessera e voi ridatemi lo scalone!

Vittorio Monti
(lettera al "corriere dell'adriatico")

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