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Ramadan di sangue in siria

Secondo giorno di scontri a Hama, la citta' dove ieri l'esercito avrebbe ucciso oltre 140 manifestanti. Il presidente Assad parla di cospirazione e di scontri settari alimentati da estremisti sunniti armati, le opposizioni negano.

(1 Agosto 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Ramadan di sangue in siria

foto: www.nena-news.com

DI MARIAM GIANNANTINA

Damasco, 01 agosto 2011, Nena News - Ramadan di sangue in Siria. 142 le vittime di domenica secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani in tutta la Siria nel corso di operazioni militari contro le città ribelli, di cui oltre 100 ad Hama, la città dove all’alba di ieri sono entrati i carri armati dell’esercito siriano.

Secondo i media ufficiali l’esercito siriano è dovuto intervenire ad Hama per ripristinare l’ordine in una città in preda al terrore seminato da bande di terroristi armati. Snipers hanno sparato sui civili dai tetti dei palazzi. Quasi tutti sono stati colpiti da pallottole nella testa. Ad Hama da quasi un mese si tengono ogni venerdì imponenti manifestazioni di protesta contro il regime di Bashar al Assad con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone. Dopo che il 3 Luglio in una operazione militare le forze di sicurezza hanno ucciso oltre 70 persone, l’esercito si è limitato a circondare la città. Hama si è proclamata città libera, libera dalle forze di sicurezza e dunque dallo stato di polizia. “Le manifestazioni ad Hama sono incredibilmente organizzate. Visto il caldo, c’è chi, finanziato da businessmen locali, distribuisce acqua e cibo. Tutta la città sta partecipando: donne, bambini, categorie professionali. I cittadini di Hama si ricordano molto bene il massacro del 1982, quando una rivolta dei fratelli musulmani è stata repressa da Hafez al Assad bombardando il centro della città e causando almeno 10.000 morti, racconta Khaled, uno studente della locale facoltà di veterinaria. Gira la battuta che ad Hama si sale sul taxi e si dice: “alla manifestazione per favore”. Ma il regime siriano sembra intenzionato a dare un giro di vite alla repressione delle proteste prima dell’inizio, oggi, del Ramadan, il mese santo per i musulmani. Durante il Ramadan ci si aspetta un’intensificarsi della proteste, poiché “ogni giorno sarà come venerdì, le moschee si riempiranno e faranno da catalizzatori per nuove proteste” afferma Abu Sambra, un manifestante. “La rabbia sarà amplificata dalla meditazione, dal digiuno, dal caldo. Ramadan – e la festa di Eid al Fitr - è un mese in cui di solito si spende, ma la crisi economica e la disoccupazione crescente aumenteranno la frustrazione”. I carri armati dell’esercito sono entrati in azione oggi anche a Deir Alzoor, cittadina petrolifera nell’estremo est del paese, quasi ai confini con l’Iraq. Oltre 30 le vittime civili. Altra citta’ libera, dove negli ultimi 3 venerdì oltre 300.000 persone hanno manifestato. Quando la visitammo due settimane fa tutte le immagini di Hafez (padre) e di Bashar Al Assad erano state stracciate. “Deir Alzoor è una città composta da tribù, molti hanno parte della famiglia dall’altra parte del confine, in Iraq. Tutti sono armati, ed è facile procurarsi armi e supporto dall’Iraq” ci disse Dr Ghassan, un distinto dentista membro del comitato di coordinamento delle proteste. Da Deir Alzoor giungono notizie di defezioni consistenti nelle file dell’esercito. In un video diffuso sul web, di cui è impossibile verificare l’autenticità, il Colonello Riyadh Al-Assa’ad , ha annunciato “l’uscita dall’esercito siriano in segno di protesta contro la repressione delle autorità e formando il “suo” Esercito Siriano Libero” ha reso noto di essere pronto a scontrarsi con l’esercito se non blocca le sue operazioni a Deir ez-Zor. Ha indicato che si trova nel territorio siriano vicino al confine con la Turchia insieme a diverse centinaia di soldati . Voci, confermate dagli attivisti ma smentite dai media ufficiali, affermano che il governatore di Deir Alzoor, nominato dal presidente appena una settimana fa, è stato ucciso da soldati ammutinati. Significative spaccature nell’esercito, pilastro del regime siriano, sarebbero un duro colpo per Bashar. Sembrano le prime avvisaglie di uno scontro armato verso cui il paese si sta incamminando. La situazione rimane critica ad Idlib, Daraa, Homs, cittadina teatro di proteste e di duri scontri tra manifestanti e bande pro-governative (shabiha), dove intere aree sono presidiate da carri armati. Nena News

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