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(26 Aprile 2004)
Dieci anni di "fabbrica modello" sono stati finalmente scoperchiati e la nuova generazione di lavoratori ha messo in chiaro cosa Melfi ha sin qui significato : sfruttamento e precarizzazione del lavoro e della vita da sacrificare sull'altare del pensiero unico del mercato.
Una settimana di blocchi e di occupazioni hanno invece dimostrato come soffia alto il vento che il movimento dei movimenti ha innescato da Genova in avanti, contro la guerra e contro il neoliberismo. Oggi a Melfi, come ieri a Genova, la prima rispoosta del potere è sempre la stessa : cariche e menganellate contro la determinazione e l'intelligenza collettiva che dice "basta", che non ha più paura, che riafferma che un altro mondo è possibile.
Attac Italia esprime la massima solidarietà alla lotta dei lavoratori di Melfi e plaude allo sciopero del settore metalmeccanico dichiarato dalla Fiom e dai sindacati di base per mercoledì 28.
Attac Italia chiede l'immediata fine delle risposte poliziesche ed autoritarie alle sacrosante richieste dei lavoratori di salario giusto, di tempi e ritmi di lavoro umani, di dignità e qualità della vita.
Contro la solitudine competitiva pretesa dal mercato, per la riaffermazione universale dei diritti collettivi.
ATTAC ITALIA
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