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Ventiquattro ore senza di noi

Ventiquattro ore senza di noi

(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
Sciopero generale dei lavoratori migranti

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Verona: sul concerto dell'Orchestra di p.zza Vittorio

No alle operazioni di facciata, alla beneficenza stucchevole

(27 Dicembre 2004)

Lunedì 27 al Teatro Tenda si ritroverà la Verona dei "buoni".

Ci saremo anche noi, a modo nostro, ad ascoltare il concerto ma non ad avvallare l'operazione.

Tra i tanti senza tetto della nostra città molti lo sono diventati proprio grazie all'intervento del Comune, coadiuvato da alcune associazioni e cooperative sociali che gestiscono il disagio, che troviamo tra i promotori/organizzatori dell'iniziativa. Si può mettere insieme orchestre multietniche, beneficenza, sgomberi ed espulsioni di migranti? Si può se la cultura di fondo è uguale a quella della destra solo spolverata di posticcia bontà.

Noi rifiutiamo le operazioni di facciata, la modalità stucchevole della beneficenza a favore di persone a cui non si riconoscono i diritti fondamentali.

Rifiutiamo la doppia faccia della politica di accoglienza a Verona: può rimanere solo chi è accolto all'interno di progetti lautamente finanziati, sui quali fondano la proprie esistenza le solite associazioni e cooperative accreditate- trasformate in vere e proprie aziende dell'emarginazione. Gli altri vengono ricacciati nell'invisibilità o espulsi dall'Italia.

A questo proposito si ricordi che l'amministrazione comunale di centrosinistra è stata promotrice in questi due anni di sgomberi e rastrellamenti di migranti, iniziative rivendicate a tutela della mitica sicurezza dei cittadini. Ha messo in mezzo ad una strada e privato di una dimora centinaia di persone e decine di famiglie, ha abbandonato minori al proprio destino, ha provocato drammi e tragedie. Se queste persone non moriranno di freddo nessuno si ricorderà della loro esistenza tanto meno gli amministratori comunali che un luogo dove vivere gliel'hanno tolto ma finanziano l'ennesimo progetto bontà, di cui non vengono nemmeno dati i dettagli.

La beneficenza che per un giorno fa sentire tutti più buoni può stare insieme agli sgomberi, agli interventi repressivi, alle espulsioni, all'applicazione ottusa della Bossi- Fini. Nessuna contraddizione: la beneficenza si alimenta dell'esistente non lo vuole cambiare.

DOVE C'E' BENEFICENZA NON C'E' SPERANZA DI COSTRUIRE UNA CITTA' DOVE NESSUNO SI SENTA STRANIERO.

Coord. laico antirazzista CESAR K.
c.s.o.a LA CHIMICA

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