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LANDINI FOR RENZI: E ADESSO LO “SPAZIO POLITICO” DI DIFESA DELLA COSTITUZIONE?

(15 Dicembre 2013)

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12 Ottobre 2013: Il segretario della FIOM Maurizio Landini e il candidato del M5S alla Presidenza della Repubblica Stefano Rodotà organizzano una grande manifestazione a Roma “In difesa della Costituzione”, messa in pericolo dagli attacchi provenienti dal governo delle “larghe intese” e dalla proposta di modifica dell’articolo 138, già in discussione in Parlamento.
Alla manifestazione aderiscono entusiasticamente i consueti promotori delle “passeggiate romane”, con i primi fila i dirigenti del Partito della Rifondazione Comunista com’è loro uso e mestiere in tutte queste occasioni di sfilata al di là di proponenti, merito, ecc.: non importante nulla, cosa conta è esserci.
L’iniziativa ha successo mediatico (collegamento in diretta con Rai News 24, lunghi servizi del TG3) e l’entusiasmo cresce, con il Manifesto che già prefigura “un nuovo spazio politico” e molti commentatori adombrano un’intesa con SeL per un nuovo “partitone” a sinistra che sorgerebbe proprio in funzione degli “inviolabili” (tralasciando titolo V e articolo 81) della Carta Costituzionale e, svolgendo, anche una funzione di riunificazione a sinistra.
Gli interessati smentiscono, ma tant’è la tentazione di ricollocarsi è forte e la “panna” monta.
Cambia lo scenario.
14 Dicembre 2013 (due mesi dopo, mica cent’anni) esaurito il rito delle primarie del PD, Maurizio Landini compie il suo “outing”.
In una davvero importante questa volta, intervista al quotidiano di regime “La Repubblica” si schiera senza se e senza ma con il neo-letto segretario del PD, Matteo Renzi.
Il titolo del giornalone fondato da Eugenio Scalfari recita eloquente: “ Con il sindaco (Renzi nel frattempo ha mantenuto l’incarico di Sindaco di Firenze, n.d.r.) si può voltare pagina sul lavoro e diritti battaglia comune, e ancora il catenaccio “Landini e l’asse con il leader, è più libero dei suoi predecessori.)
Concedetecelo: lo sconcerto non dovrebbe essere poco tra i sostenitori del 12 Ottobre (ricordando anche la contrapposizione che SeL fece tra quella manifestazione e quelle della settimana successiva sui diritti al lavoro e alla casa indette dalla sinistra antagonista e dai sindacati di base).
Tralasciamo, infatti, quella che dovrebbe essere comunque una considerazione di fondo: come può pensare il segretario della FIOM di difendere lavoro e diritti passando per le idee neo-thatcheriane del neo-segretario del PD, che ha tra i suoi consiglieri economici l’iperliberista Geiguld e in materia di diritto del lavoro nientemeno che il celeberrimo Pietro Ichino?
Non risposto a questo pressante interrogativo, passiamo al tema della Costituzione.
Come si può pensare di difendere ciò che resta della Carta Costituzionale, non solo già mutilata come abbiamo già cercato di riferire ma resa inoperante nei suoi nodi vitali del disegno di Repubblica Parlamentare dall’affermazione di una “Costituzione materiale” fondata sul presidenzialismo e affermata, nei fatti, giorno per giorno, con tenacia e pervicacia degne davvero di miglior causa dall’operato di Giorgio Napolitano?
Renzi, assertore tardivo della personalizzazione di stampo berlusconiano, seguace del perdente verbo veltroniano sulla “vocazione maggioritaria”, distruttore iconoclasta del residuo sistema dei partiti (ben imitato in questo dal suo principale competitor Enrico Letta) appare personaggio di venature qualunquistiche nella concezione dell’agire politico che può essere considerato capace di tutto, salvo che star dentro a ciò che il dettato costituzionale indica in materia di forma di governo, ruolo del parlamento, funzione delle forze politiche.
E’ in atto il vero e proprio definitivo stravolgimento delle regole della democrazia repubblicana e l’obiettivo di fondo sembra proprio essere quello della cancellazione della rappresentanza politico (anche a sinistra, in verità, ci si balocca con il dilemma “ricostruire il blocco sociale” oppure riferirsi alla “rappresentatività politica”, senza accorgersi che la situazione sta precipitando proprio sul terreno di ciò che rimane della vita democratica).
Il pericolo, insomma, non arriva soltanto dalla Vandea dei Forconi, ma ben più subdolo e pericoloso da questo ammucchiarsi indiscriminato sul “carro del vincitore” in nome di un “nuovismo senza principi” condito di belle parole, mentre la crisi morde inesorabilmente la vita materiale di milioni e milioni di persone.
Landini appare essere il capofila di questa ammucchiata: il 12 Ottobre sembra davvero lontano.

Redazione "Perchè la Sinistra"

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