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Macerata: una significativa partecipazione del PC alla grande manifestazione antifascista e antirazzista

(11 Febbraio 2018)

striscione pc

Anch'esso impegnato - come altre organizzazioni della sinistra di classe - nella campagna elettorale, il Partito Comunista ha scelto di esser presente alla grande manifestazione antirazzista svoltasi a Macerata ieri. In quel felice contesto - contraddistinto da una partecipazione di massa, che ha sorpreso tutti - il partito che ha in Marco Rizzo il suo Segretario Generale ha cercato di lanciare un segnale forte, sul piano dei contenuti, esibendo uno striscione davvero eloquente: "la guerra fra sfruttati la vincono i padroni". Un discorso che, evidentemente, va oltre la salvaguardia dei valori costituzionali di cui parla oggi il manifesto, andando al cuore dei problemi. La spinta di gran parte del sistema mediatico a soffiare sul fuoco del razzismo e della contrapposizione tra proletari italiani e stranieri risulta, infatti, uno dei principali deterrenti di cui dispone il padronato nei confronti del dispiegarsi di un autentico conflitto di classe. Occorre, quindi, riportare il discorso non sul piano di un generico umanitarismo, oggi particolarmente inefficace, ma su un versante autenticamente classista: il che vuol dire spiegare con calma, ma anche con fermezza, ai tanti proletari italiani che cascano nel tranello ordito dai media di regime, che esser contro gli immigrati "non conviene", perché si fa il gioco di chi comanda. E che, anzi, un avanzamento dei diritti di questi ultimi può essere la base per un rafforzamento della classe proletaria in generale. Esemplificando: le lotte che, nel settore della logistica, vengono portate avanti da combattivi lavoratori di tutte le nazionalità, oltre a costituire un esempio per tutti quelli che non vogliono chinare la testa, strappando diritti in un settore segnato dalla precarietà assoluta, rendono più forte il mondo del lavoro nel suo complesso.

Ma lasciamo la parola al PC che, nei giorni precedenti al corteo, ha diffuso un comunicato che prendeva di petto anche le spinte autoritarie - poi rientrate - dell'attuale Ministro dell'Interno. Firmato da Alessandro Mustillo, membro dell'ufficio politico del Partito Comunista, il comunicato stigmatizzava "la gravissima decisione della prefettura di Macerata e del Ministro Minniti di equiparare manifestazioni di apologia verso il gesto terroristico di un neofascista, con manifestazioni popolari democratiche e antifasciste, con la conseguenza di vietare il corteo di sabato".

Di più, nello scritto di Mustillo, entrando ancor più nel merito si dichiarava che "L'equiparazione da parte dei vertici dello Stato dimostra chiaramente la connivenza di fondo delle classi dominanti con la legittimazione e l'avanzata dei neofascisti". In quest'ottica, dopo aver contestato anche il repentino, penoso dietrofront di Cgil, Arci e Anpi (sintomo - aggiungiamo noi - di collateralismo al Pd), il comunicato proseguiva con una puntualizzazione, che sottoscriviamo in pieno: "solo un lavoro paziente e continuativo per organizzare la lotta dei lavoratori e delle classi popolari può essere antidoto all’avanzata delle forze neofasciste". Inoltre, non considerando come un'anomalia lo squallido comportamento di Minniti, il testo termioava con questa considerazione. "Come in passato non sarà l’appello alle istituzioni, alle forze borghesi a contrastare il fascismo, ma l’organizzazione delle classi popolari. Questo resta il nostro compito".

Un compito che il Pc, organizzazione che ha peraltro una forte connotazione giovanile, sta cercando di assolvere collegando momenti di piazza come quello di Macerata a un lavoro di più lunga durata, nella consapevolezza che solo il radicamento nei territori e nei luoghi di lavoro può dare basi materiali al giusto richiamo all'unità tra gli sfruttati.

Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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