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CENTOCELLE o CENTOBOTTEGHE?

(7 Dicembre 2019)

Passata l'euforia mediatico-necrofila, Centocelle, come altri quartieri metropoitani romani e non solo, sono ripiombati nel solito tran tran.

Dopo incendi ed intimidazioni, la mobilitazione in “difesa della democrazia e della libertà” ha prodotto qualche commissariato in più, lasciando ciascuno al suo posto:
la “società civile” indignata a protestare, gli operatori del settore a fare affari, gli utenti della movida quotidiana ad affollare le strade e le botteghe, guardie ed affini ad ogni angolo di strada.

Il rischio è che si debba scegliere tra l'illegalità del narco-traffico e il normale profitto della “gentrificazione alternativa”, facendo finta che, spesso, l'una non sconfini nell'altra.

Già, perchè in tanti “combattenti” delle passate stagioni “antagoniste”, si sono improvvisati gourmet-sommelier “sinistri-antifascisti” a botte di 40-50 euro per serata degustativa.

Ecco che torna, anche per loro, il bisogno della tranquilla legalità ove poter “offrire” una qualche serata a caro prezzo ad una clientela di massa della stessa estrazione,
spesso “rivoltosa”.

Ecco che anche lodevoli “sfilate autogestionarie” vengono utilizzate per campagne securitarie di massa ad uso e consumo di commerci e guadagni.

Democratici e dal basso, naturalmente!

Pino ferroviere