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La fatalità dominante

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(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

Giuseppe, ucciso da un carrello alla Magnaghi

L'infortunio nello stabilimento aeronautico del napoletano: la vittima era un attivista Fiom. Un altro morto nel bergamasco

(17 Settembre 2006)

Napoli
E' morto in autoambulanza mentre i medici del 118 tentavano di rianimarlo. Giuseppe Cammisa, 55 anni, non è sopravvissuto all'incidente avvenuto ieri mattina nella fabbrica dove lavorava da più di trent'anni. E' accaduto alla Magnaghi aeronautica, un'azienda tra le più rilevanti del tessuto industriale metalmeccanico di Napoli e della Campania, dove grazie al lavoro altamente qualificato gli operai dovrebbero sentirsi al riparo, convinti che almeno lì le norme per la sicurezza siano rispettate.
Giuseppe Cammisa era alla guida di un piccolo carrellino elevatore all'esterno della fabbrica, un muletto solitamente usato solo internamente per sollevare materiali di poco peso, quindi sprovvisto della cabina di sicurezza.

L'operaio aveva appena caricato una barra di ferro, quando le piccole ruote del carrellino si sono incastrate in un tombino che di norma dovrebbe essere fissato almeno con un chiodo. Il pozzetto delle fogne si è improvvisamente aperto e Cammisa non è riuscito a mantenere il controllo del mezzo che ribaltandosi l'ha schiacciato. «Quando sono arrivato in fabbrica - racconta Massimo Brancato, segretario della Fiom di Napoli - sul pavimento c'erano ancora i guanti da lavoro di Giuseppe. Quanto accaduto indigna ancora di più - prosegue - perché la Magnaghi non è una botteguccia, bensì un'importante azienda metalmeccanica. Abbiamo fatto più volte presente alla società la necessità d'investimenti strutturali, la fabbrica è per molti versi fatiscente, ma quando si tratta di investire in sicurezza per garantire un diritto elementare ai dipendenti le aziende fanno orecchie da mercante».

La Magnaghi conta 250 operai e da tempo, grazie al nuovo management conta su volumi produttivi in attivo. Ieri i vertici aziendali hanno proclamato una giornata di lutto. Con il ponte della festa di San Gennaro, i cancelli riapriranno solo mercoledì: «Saremo lì per indire un'assemblea - conclude Brancato - c'è bisogno di un'inchiesta seria su quanto accaduto, la morte di Giuseppe non deve essere derubricata a dato statistico». Cammisa era uno storico iscritto della Fiom, raccontano i colleghi, sempre pronto a battersi per i diritti degli operai in fabbrica, il ricordo è di una persona corretta e generosa.

La sua morte arriva dopo un'estate di infortuni mortali. Il 6 luglio nel salernitano morivano soffocate da un incendio Giovanna Curcio, 15 anni, e Annamaria Mercadante, 49, operaie a nero della Dimaltex, fabbrica-garage dei materassi. All'inizio di agosto Ferdinando Fiore, 37 anni, è stato travolto da una frana, in un cantiere abusivo nel napoletano. Era appena uscito di prigione grazie all'indulto e cercava di rifarsi una vita: aveva 4 figli, la più piccola ha solo 19 mesi. Il 7 agosto Giovanni Ponticelli, 16 anni, muore dopo cinque giorni d'agonia, a Frattamaggiore. E' precipitato al quarto giorno di lavoro da un'impalcatura.

E intanto, ieri, un morto si è purtroppo registrato anche a Bergamo: Matteo Ziboni, camionista di 24 anni, è morto schiacciato tra la motrice e il rimorchio del suo mezzo.

Francesca Pilla - ILManifesto 16 Settembre 2006

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