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il pane e le rose

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    PDAC, PCL e SC sono parte della soluzione

    (15 Aprile 2008)

    Oggi il risultato elettorale ci ha reso il compito più chiaro: se non si costruisce un soggetto politico comunista credibile e radicato ci ritroviamo con i servi guerrafondai bertinotti e diliberto (fassino non penso proprio) in prima file ai prossimi cortei contro le guerre e contro la precariaetà.
    Io sono un sostenitore del pdac, non iscritto, che lo avrebbe votato se lo avesse trovato sulla scheda. Ma non ho fatto lo schizzinoso e ho votato PCL proprio perché mi disgustano certi atteggiamenti elitarii.
    Conosco le diversità dei tre soggetti, so che il PDAC è l'unico che voleva un'unità tattica (e che non ha ottenuto come sostiene invece anticap), ma continuo ingenuamente a pensare che le tre liste comuniste più votate a sinistra di SA sono una soluzione praticabile e non un problema, sia perché sono fatte di militanti in carne e ossa (che lavorano sul territorio e che magari non riescono ad essere ovunque), sia perché unire patrimoni di impegno politico comunista senza la discriminante antistalinista sarebbe un enorme spreco di tempo e di memoria storica.
    E c'è pure da considerare che tanti militanti sinceramente comunisti e delusi (singoli o organizzati come FALCEMARTELLO) stanno ancora dentro il PRC che di fatto si scioglierà al prossimo congresso/batosta dell'autunno.
    Per me sono una risorsa. E chi non vuole unire queste lotte, prima che le nomenclature elettorali, si prenderà una responsabilità storica pesante.

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