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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(10 Dicembre 2007)

Altri morti, altri lavoratori che non tornano più dalle loro famiglie, sono usciti di casa come ogni
giorno per andare in fabbrica, con l’ansia di perdere il posto di lavoro e per un salario da fame.
Siamo commossi e vicini alle famiglie di questi nostri fratelli di classe.
Quest’anno sono un migliaio che non sono più tornati a casa, e diverse migliaia d’altri, invece tornati invalidi o ammalati.

A questa avida e noncurante borghesia imprenditoriale non possiamo che esprimere tutto il nostro odio e rancore per le vittime che ogni giorno produce tra i lavoratori che sacrificano la loro esistenza per alimentare i loro già lauti profitti : nell’ultimo decennio (1995-2006 dati Istat e Mediobanca) i profitti sono cresciuti del 15%, ancor più nelle grandi imprese + 65%, mentre i salari hanno perso negli ultimi 5 anni 2600 Euro (e forse anche di più).

La produttività dal 1993 al 2006 è cresciuta del 16,7 % (dati Ires Cgil)

Dietro questi dati c’è una realtà di supersfruttamento dei lavoratori fatta di ritmi esasperati, straordinari, turni massacranti, contratti capestro e precari, repressone politica, lavoro nero, nocività, infortuni, malattie, e .. morti.


Eppure senza nessun pudore, quando succedono fatti così gravi, i padroni si fingono dispiaciuti della “fatalità”, i politici inneggiano ai controlli che dovrebbero essere fatti, i sindacati, dopo aver assecondato gli interessi produttivistici dei padroni con la flessibilità e la concertazione scoprono la mancanza delle sicurezze.
Intanto si svolge la solita litania delle responsabilità, pochi giorni e tutto ritorna come se nulla fosse accaduto, l’appuntamento al prossimo disastro, mentre i colpevoli se la caveranno come sempre.

Occorre renderci conto che non ci sono governi che hanno interesse a sviluppare controlli sulla sicurezza perchè sono complici dei padroni, non ci sono sindacati che ci possono difendere se hanno a cuore la produttività e la flessibilità del lavoro e non ci sono Enti che possono aiutarci se non sono direttamente controllati dai lavoratori.

Non ci basta più la rabbia e l’indignazione, occorre renderci conto che solo la vigilanza e l’organizzazione diretta dei lavoratori può concretamente agire nella difesa delle condizioni di sicurezza.

In questa direzione bisogna che ci adoperiamo, perché noi siamo per la vita, mentre i padroni, i governi e i servi della concertazione sono per il profitto.

Lunedì 10 dicembre ore 9,00
Manifestazione Piazza Arbarello

Comitato di lotta internazionalista – Torino (V. Baveno, 23)
www.lottainternazionalista.org

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