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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Bologna: Il PRC e la costruzione della sinistra unita

(22 Dicembre 2007)

In questi anni a Bologna abbiamo sperimentato forme e contenuti dell'unità tra le forze della sinistra.
Unità, rilancio dei movimenti e del partito non sono alternativi, ma parte di una politica tesa a rivitalizzare in Italia una nuova stagione di lotte e mobilitazioni, senza le quali la pur importante battaglia istituzionale perde sostanza. Il liberismo e la guerra sono ancora oggi gli elementi dominanti della politica.

La nostra federazione ha sempre anteposto i contenuti. Ed è sui contenuti alternativi alle politiche cofferatiane che a Bologna è nato il coordinamento dell'Altra Sinistra, poi sviluppatosi nell'attuale Sinistra in Comune, anche attraverso iniziative territoriali e all’originalità di esperienze come quella della prima casa a sinistra.
Questo è potuto accadere perché il PRC bolognese ha rivendicato e praticato, pur dentro una cornice unitaria, le proprie politiche autonome come la scelta, condivisa e votata praticamente all'unanimità dal cpf, di uscire dalla maggioranza che sorregge Cofferati e di lavorare sin da ora alla costruzione di un candidata o una candidato alternativi all'attuale Sindaco sostenuta/o da una larga coalizione programmatica.

In questo percorso, unitario e radicale, abbiamo sempre mantenuto un rapporto con i movimenti, per rilanciare il conflitto e le lotte sociali nel nostro paese.

Proprio a partire dall’esperienza bolognese, crediamo che a livello nazionale occorra rifuggire da precipitazioni organizzative che rischierebbero, come è emerso negli Stati Generali dell'8 e 9 dicembre, di esaurirsi nell’unità tra i soli gruppi dirigenti senza sufficienti contenuti unitari. Al contrario i partiti, i movimenti e gli altri soggetti dovranno concorrere, pur nelle differenze, alla costruzione dell’unità della sinistra, ribaltando la logica verticistica e praticando l’unità su contenuti condivisi e misurando le forme organizzative ai terreni concreti dell’agire comune.
La richiesta di unità trae origine dall'esigenza di una maggiore efficacia ed incisività politica su contenuti alternativi al liberismo e alla guerra. Perché questo sia possibile serve la costruzione e il rilancio di lotte sociali: l'unità a sinistra dovrà trovare innanzitutto su questo terreno la propria utilità, efficacia e praticabilità. In questo senso la giornata del 20 ottobre indica un percorso e una possibilità.

Il PRC non è un partito da sciogliere.

Pur avendo scelto un percorso di rifondazione proiettato nel futuro, che lo rende aperto ai movimenti e alla formazione di una reale unità della sinistra, la sua caratteristica anticapitalista e di costruzione di una nuova società non può essere ridotta entro i confini di questa unità. Crediamo che ancora oggi sia necessaria una forza politica comunista e anti-capitalista, con i propri simboli e riferimenti storico-culturali.
Crediamo, altresì, che nella ipotesi a noi avversa di un partito unico della sinistra e non di un soggetto confederale, ciò comporterebbe un ulteriore spostamento a destra del quadro politico italiano, privando il conflitto sociale di una forza strategicamente indipendente dal PD.
E' un fatto che Rifondazione Comunista sia una oggettiva eccezione rispetto al restante panorama politico (comprese le altre forze di sinistra): Costituzione Europea, Protocollo, guerra, manifestazione del 20 ottobre, pacchetto sicurezza e non da ultimo, la legge elettorale, sono temi che hanno reso più accidentata e problematica la ricerca di quella unità d'azione tra le forze della sinistra.
La forma federativa varata a Roma con gli Stati Generali a nostro avviso non può rappresentare il primo passo verso un partito unico della Sinistra senza aggettivi. Pertanto, non concordiamo con la proposta emersa all'ultimo CPN di presentare comunque e ovunque liste unitarie sin dalle prossime elezioni amministrative.

20 dicembre 2007

(OdG approvato a larga maggioranza)

Comitato Politico del PRC di Bologna

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