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(25 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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A quando la gogna per i dipendenti pubblici??

(25 Maggio 2008)

Il prof Ichino ha fatto scuola e il settimanale l'Espresso in edicola prendendo spunto dal censimento degli enti locali ha riproposto la sterminata sequela di luoghi comuni: i dipendenti pubblici sono fannulloni, guadagnano troppo, sono in numero spropositato e vanno licenziati.

Dati alla mano, gli organici dei Comuni sono in realtà diminuiti, basti pensare al sostanziale blocco delle assunzioni decretato per anni dalle Leggi finanziarie, da ondate cospicue di pensionamenti che solo in minima parte sono compensate da nuove assunzioni e da stabilizzazioni.

Comuni con 100 mila abitanti hanno in media 900/1000 dipendenti inclusi vigili urbani, educatori.

Lo stipendio di un dipendente enti locali si aggira oggi attorno a 1150 euro, lo stipendio è il più basso di tutta la Pubblica Amministrazione, un salario basso che solo in minima parte viene compensato dal recupero nella contrattazione decentrata che con l'ultimo contratto nazionale è stata per altro fortemente ridimensionata, contrariamente a quanto si dice in giro Cgil, Cisl e Uil stanno smantellando il contratto nazionale ma a parole dicono di volere rafforzare la fase aziendale della trattativa, nei fatti, indebolendo il primo livello, penalizzano anche il secondo.

Ci sono dipendenti che in 30 anni di carriera non hanno mai effettuato una progressione, le sole progressioni effettuate appartengono alla stessa fascia di appartenenza, insomma se assunti come esecutori al massimo arrivano a percepire a fine carriera il salario di un collaboratore.

Se ci sono sperperi di denaro, e li abbiamo denunciati in questi anni, gli sperperi sono cresciuti con i processi di esternalizzazioni, con le consulenze esterne che vengono privilegiate da Dirigenti e Assessori al posto della riqualificazione del personale interno.

Si fa poca formazione negli enti locali, al contrario di quanto accade nella pubblica amministrazione europea, in questi anni sono in realtà aumentate le assunzioni, come co.co.co o a tempo determinato, di personale con rapporto fiduciario che opera per conto dei gruppi consiliari e di assessori, una spesa inutile voluta dagli stessi politici (di centro destra e del Pd) che si ergono a moralizzatori della cosa pubblica Questo personale non serve ai fini del funzionamento della macchina amministrativa, è un costo della politica che erroneamente viene scaricato sulla pubblica amministrazione per preparare nuovi processi di privatizzazione e tagli al personale nei servizi a domanda individuale (per favorire i privati).

Regioni poi governate dal centro destra come la Sicilia presentano il più alto numero di assunzioni con rapporto fiduciario. Nel frattempo ci sono alcune migliaia di precari che il centro destra non intende assumere , assunzioni con concorso rinviate per anni dal blocco delle assunzioni, questa è la verità che si cela dietro ad una campagna denigratoria contro il personale degli enti locali, campagna resa possibile dai continui cedimenti di Cgil, Cisl, Uil e sindacati autonomi per i quali la difesa dei lavoratori è ormai solo un optional.

COBAS Pubblico Impiego
aderente alla Confederazione COBAS

Commenti (1)

Alla ricerca del capro espiatorio: "dagli all'untore".
A pensare che una volta si chiamava "politica dei redditi"

E' indecoroso. Fino agli 80 c'era la teoria di Keynes: "meglio tenere la gente a fare un buco e a ricoprirlo, anzichè tenerle disoccupate; poichè il salario/stipendio non è solo un costo, ma è soprattutto un reddito". Ricordate la legge 285/77? Si assumeva nella P.A. direttamente dagli uffici di collocamento, ....certo, c'era il terrorismo... bisognava fare esplodere l'est...Ma adesso cosa sta succedendo? Non c'è più questo pericolo? Si lavora di più si svolgono mansioni superiori e si è sottopagati, e per chi ha la fortuna di andare in pensione, essa non sarà neanche sufficiente a pagare una casa di riposo! Il potere d'acquisto degli stipendi si è dimezzato con l'euro! E' aumentata la forbice fra chi si arricchisce e chi si impoverisce! E che si fa? Si spara sul mucchio in modo stereopatico, si butta il fango, si scredita e si da in testa colpendo nell'immagine chi chiede solo di lavorare, portare avanti la propria famiglia, ammesso che abbia avuto il coraggio di sposarsi e fare figli! MA come, non si teme il giudizio degli stranieri nello sputtanare la P.A? Eppure quante sono le aziende, gli incarichi e le consiulenze esterne che ben si potrebbe evitare utilizzando il personale in servizio. Molte volte è sicuramente anche molto meno costoso.
Non è questa la strada per creare un clima di fiducia. Certo, occorre maggior rigore etico e morale, son d'accordo, ci sono delle ingiustizie sui luoghi di lavoro, ma spesso sono dovute anche agli abusi di chi gestisce. Se qualcosa non funziona dipende da chi tira i fili, dal burattinaio, non dai burattini..senza fili. Anche se a mio avviso è ora che si cominciasse a parlare di team, giochi di squadra, e non di sclerotiche ed improduttive gerarchie che spesso nascondono solo privilegi, poichè con quale criterio e con quale capacità può un soggetto avere potere decisionale e di giudizio su un suo simile? Su pregiudizi e simpatie? Allora mettiamo in discussione prima chi ha più potere... e poi ogni cosa andrà al suo posto. Ma senza divergere l'attenzione dai provilegi della casta del 'palazzo, perchè con l'esempio si educano i cittadini, non con il bastone e le catene! Il lavoro, nella nostra società ha soprattutto una valenza sociale prima che economica! E non so fino a che punto sia giusto che si continui a considerare il lavoro uguale alla merce!

(27 Maggio 2008)

abruzzowolf

pizzocchia@tele2.it

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