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Sull'assemblea di presentazione dell'appello "Comuniste e comunisti: cominciamo da noi" a Vicenza

(6 Giugno 2008)

Venerdì 23 maggio scorso si è tenuta a Vicenza la presentazione dell'appello "Comuniste e comunisti: cominciamo da noi".
Siamo andati all'assemblea con due obbiettivi: ascoltare ciò che veniva proposto e alimentare il confronto con alcune considerazioni.
Invece, dopo un'oretta e mezzo di "relazioni" l'assemblea è stata chiusa alle 23 senza dare la parola a nessuno.

Più di qualsiasi altra cosa, questa indisponibilità a confrontarsi, tanto più dopo la disfatta del 13-14 aprile, dimostra chiaramente che quella dell'appello è solo un'operazione di re-maquillage che ha l'obbiettivo di rifare la verginità a personaggi come Diliberto (presente a Vicenza) che proprio su Vicenza e il Dal Molin hanno votato con Prodi, così come hanno votato a favore dell'attacco ai lavoratori, al Pacchetto Treu, ai CPT, alla riforma Berlinguer, alle privatizzazioni, allo scippo del TFR, ai protocolli di luglio 2007, ecc… Insomma. A tutto.

E ora vorrebbe "ricominciare dal basso" ma con un "basso" che non parla; vota, magari, insperabilmente li fa tornare in Parlamento, ma non deve parlare.

Questa strada è senza via di uscita. La stagione politica di questi signori è definitivamente tramontata. E non tanto elettoralmente, giacché le porcate che Berlusconi farà con il silenzio assenso del PD creeranno malcontento che in qualche forma si esprimerà anche elettoralmente. Seppure in forma ultra-minoritaria.
È il "ciclo PCI" ad essersi concluso definitivamente.
Si apre ora una stagione del tutto nuova in cui i comunisti sono, sì, chiamati a "fare i conti con il '900" ma non con il ’900 delle rivoluzioni, delle lotte di liberazione, delle lotte per la conquista di diritti e dignità... (come vorrebbero Bertinotti o Revelli) bensì il ’900 della tradizione pseudo-riformista che, fino agli anni 70, almeno, qualche riforma aveva strappato ma che dalla "solidarietà nazionale" in poi (e dalla "svolta dell'EUR", che ne fu il corollario sindacale) è solo una storia di infamia contro gli interessi dei lavoratori.

Compagne e compagni veneti per un’organizzazione politica marxista

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