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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
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(12 Giugno 2008)

Ieri dieci morti sul lavoro e non so quanti dall'inizio dell'anno in un clima sempre più indifferente che soltanto la particolare atrocità delle circostanze riesce a ravvivare più che la pietà o, non ne parliamo nemmeno, sentimenti di solidarietà.

Che cosa è oramai la vita del lavoratore?

Si finge di ritenere che le norme di sicurezza, osteggiate e sabotate dalla Confindustria che ne chiede la riduzione con qualche comprensione tra i sindacati potesse e dovesse essere la scelta da compiere, il rimedio da trovare.

Non è cosi. Il male si annida altrove e non solo non c'è verso di estirparlo ma si vorrebbe estenderlo.

Mi riferisco alla legge Biagi, alla precarizzazione dei rapporti di lavoro, all'usa e getti dei lavoratori che vengono impiegati di volta in volta ed immediatamente mandati via a cercarsi un'altra occupazione. Anche i bassi salari deprezzano la prestazione.,La tristissima condizione giuridica e retributiva del lavoratore rispetto l'azienda è la condizione fondamentale degli accresciuti infortuni mortali e non.

L'obiettivo che si è data la Confindustria è la Deregolation, l'anno zero delle relazioni sociali, il ritorno puro e semplice a prima della storia della società moderna attraverso varie misure e tra queste anche l' individual contract!

Il paradosso del tutto italiano di questa vicende che

questo avviene ed avverrà nel Paese europeo con i più forti sindacati (dieci milioni di iscritti) che rappresentano i lavoratori più miseri per umilianti salari e che muoiono come mosche alla media di quattro al giorno come non avviene forse da nessuna parte.

Sindacati forti, fortissimi, che bacchettano i parlamentari che si permettono di voler "intromettersi"negli accordi che fanno con il Governo ed il padronato, e che discutono l'agenda dettata dalla Confindustria che ritma da anni il Paradosso di

lavoratori che accordo dopo accordo restituiscono e cedono quanto conquistato dai loro padri in anni oramai lontani di civiltà e di diritti.

La CGIL si muove in una logica di mera riduzione del danno mentre Bonanni ostenta le sue ottime relazioni "in alto loco" e tira la volata al manipolo di guastatori del diritto del lavoro italiano capeggiati da Ichino, Sacconi, Treu ed altri personaggi rigorosamente della maggioranza e della cosidetta opposizione parlamentare.

La prossima restituazione al padronato sarà il contratto collettivo nazionale di lavoro e poi si procederà ancora sulla via dello smantellamento di tutto....

I lavoratori italiani sono soli. Sindacati e Partiti sono in gara a compiacere il padronato italiano e li spoglieranno del poco che ancora rimane...

Quando si chiederanno smarriti che cosa sta succedendo qualcuno organizzerà un referendum privo di controlli e del tutto truccato che dimostrerà la profonda masochistica adesione di milioni di lavoratori alla loro totale sconfitta come produttori e come esseri umani titolari di diritti a cominciare dal diritto alla vita.

Pietro Ancona
già segretario Cgil Sicilia

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