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(13 Settembre 2012) Enzo Apicella

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Saldi di fine stagione... in Coop

Rinnovo contratto distribuzione cooperativa - Vota NO all'ipotesi di accordo

(2 Agosto 2008)

Il 25 luglio - pochi giorni dopo la firma dell’accordo separato del Terziario - Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e associazioni cooperative (Ancc-Coop, Ancd-Conad, Federconsumo-Confcooperative, Agci settore consumo) hanno siglato l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del contratto della Distribuzione Cooperativa, scaduto da più di 18 mesi e che riguarda 80mila lavoratori e lavoratrici.
L’ipotesi d’accordo è stata raggiunta dopo una lunga trattativa che ha visto le imprese cooperative muoversi sulla falsa riga dei padroni di Confcommercio. Questi ultimi, grazie all’accordo separato, hanno ottenuto tutto quello che pretendevano nella loro contro-piattaforma in tema di flessibilità degli orari, di precarietà del lavoro e di contenimento dei salari.

SALARIO
Sul salario, in linea con l’ipotesi d’accordo del Terziario, gli aumenti mensili sono di euro 150 lordi (al 4° livello full-time riparametrati) come sempre, nella storia recente della categoria, spalmati nei quattro anni - infatti gli aumenti, compreso l’anticipo di euro 50 dato da gennaio, verranno erogati in cinque tranches e andranno a regime nel settembre del 2010 - di vigenza del contratto erodendo così ulteriormente il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori. Gli aumenti quindi per un 4° livello saranno di euro 76 nel primo biennio ed euro 74 nel secondo. Nessuna una-tantum di recupero è prevista per il 2007. Aumenti in assoluta continuità con gli accordi del luglio 1993 e in linea con la “famosa” inflazione programmata che tanti danni ha già fatto ai salari e agli stipendi italiani che non a caso sono il fanalino di coda in Europa. Questo proprio quando l’Istat ci dice che anche a giugno 2008 le buste paga sono più basse del caro vita. Altro che stipendi più pesanti per i lavoratori della cooperazione rispetto ai privati come sostiene strumentalmente qualche dirigente delle Coop!

MERCATO DEL LAVORO
Se da una parte è positivo che sul tema apprendisti (che però viene allungato di sei mesi arrivando a 54 mesi per un 4° livello) non ci sia un’aumento dell’orario di lavoro e sul tema contratti a termine non si vada oltre i 36 mesi, nulla si è fatto per contrastare il dilagare della precarietà a partire dall’alta percentuale di lavoratori/trici part-time involontari vero cancro che colpisce il settore.

ORARIO DI LAVORO
Sulla flessibilità dell’orario di lavoro, altra spina nel fianco dei lavoratori, siamo di fronte ad un pesante arretramento visto che, d’ora in avanti, verrà demandata alla contrattazione di 2° livello il confronto per far fronte alle variazioni dell’intensità lavorativa con l’obbligo di raggiungere intese con le imprese su regimi flessibili di orario che prevedono fino a 42 ore settimanali per 24 settimane.
Sugli straordinari obbligatori si passa dalle 150 ore previste nel vecchio contratto alle 250 penalizzando così i lavoratori part-time che dovranno aspettare anni nella speranza di passare a full-time.
Viene poi recepito il decreto legge 112 del governo che consente alle imprese la riduzione del riposo giornaliero da 11 ore a 9 ore fra la fine di un turno e l’inizio di quello successivo. Analogo discorso sul riposo settimanale di almeno 24 ore che potrà essere usufruito non più ogni 7 giorni di lavoro ma ogni 14 giorni.

Come Rete28Aprile giudichiamo negativamente l’ipotesi sottoscritta unitariamente sia nel metodo che ha portato alla chiusura della vertenza sia nel merito. Nel metodo, crediamo ci sia stato un grosso deficit di democrazia e di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori a partire dalla discussione e approvazione della piattaforma rivendicativa, per non parlare poi della quasi totale assenza di informazione nei luoghi di lavoro nel corso di tutta la trattativa. Nonostante questo e malgrado una piattaforma sindacale non certo mobilitante e un tardivo coinvolgimento negli scioperi nazionali, i lavoratori/trici delle Coop hanno risposto con una forte partecipazione alle iniziative di lotta contro l’arroganza delle controparti.
Per queste ragioni la Rete28Aprile chiede alle segreterie nazionale di categoria un referendum certificato e vincolante sull’ipotesi d’accordo sottoscritta.

VOTA NO ALL’IPOTESI D’ACCORDO

31 luglio

Rete 28 Aprile nella Cgil per l’indipendenza e la democrazia sindacale
http://www.rete28aprile.it

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