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Addio compagne

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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Quella rifondazione che non fa sognare

(12 Agosto 2008)

Ieri guardavo "Il vento che accarezza l'erba" un bel film di Ken Loach circa gli sconvolgimenti irlandesi di inizio Novecento e questa frase mi è subito balzata alle orecchie:

"è facile sapere contro cosa ti batti, ben più difficile è sapere per cosa ti batti"

Permettetemi di dire che Ferrero e compagni per cosa si battono non l'hanno ancora capito.O meglio io non l'ho capito.

Si parla di opposizione sempre e comunque.Di ritornare forza anticapitalista,antiliberista,anti-confindustria,anti-stato borghese(salvo percepire grossi stipendi dal vituperato stato borghese),antiVendola,antiSinistra.Insomma per Ferrero &co deve essere una guerra perenne contro tutti e tutto ma senza un'idea per cosa si combatte.

O meglio si parla genericamente di ritorno ad un'idea di neo-comunismo ,di una nuova rivoluzione di ottobre e di generica tutela dei lavoratori.

Si dice di tornare nelle fabbriche e tra le masse e di avviare nuove battaglie sociali.Certamente belle parole ma non si vive di soli scioperi.

Credono che gli operai non votino più la Sinistra perchè la ritengono traditrice.La realtà è ben peggiore.Gli operai non ci votano perchè non diamo loro una prospettiva,diamo tante nozioni ideali,linee guida di principi sani ma con scarso pragmatismo.In altre parole siamo inconsistenti sul versate materiale.Cerco di spiegarmi con un esempio.

Lo sciopero che nel passato è stato strumento di grandi vittorie è del tutto insulso nell'era della globalizzazione.Se una società ha la possibilità di trasferirsi dove vuole e quando vuole facendo incetta di aiuti statali e ovviamente sfruttando i lavoratori non di uno stato o di un continente ma di un pianeta capite l'inutilità di scioperare.Non vi è parità sul piano contrattuale e il coltello dalla parte del manico lo hanno loro.Che strumento Ferrero e compagnia bella intendono adottare?Io credo che non sappiano cavare un ragno da un buco(spero di sbagliarmi).Insomma non sono in grado di far sognare e di presentare un'idea di società convincente sul piano reale.Non solo,si parla genericamente di redistribuzione,ma non si fa un minimo accenno su quale è il loro sistema di sviluppo.Probabilmente parleranno di quello sostenibile,ma dubito fortemente che tra di loro ci siano competenze professionali che vadano in questo senso.

Ma in fondo si può sempre gridare negli scioperi bandiere rosse e internazionali parlando sempre di quel comunismo reale che ha fallito praticamente ovunque ma che in fondo rianima gli spiriti di vecchi compagni felici di mummie di Lenin e di vedere sulle schede elettorali falci e martelli.Tutto sommato il passato è il loro ma il futuro dovrebbe essere mio.

E in quella prospettiva di futuro fatta di precarietà e di disillusione io non voglio vivere ma voglio tornare a sognare.

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