">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Erre moscia

Erre moscia

(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Ora e sempre Resistenza)

Ricordando sempre Walter e i compagni assassinati

(30 Settembre 2008)

Ai suoi compagni e all’associazione che ne prende il nome non basta la sola memoria. Per la trentunesima volta - il tempo corre veloce – viene commemorato il giovane comunista romano Walter Rossi la cui vita si fermò a vent’anni. La memoria serve a ricordare vicende e responsabilità di quell’assassinio perpetrato il 30 settembre 1977 da fascisti del Movimento Sociale Italiano riuniti presso la sezione di quel partito in via delle Medaglie d’Oro, un manipolo protetto da un furgone blindato della Polizia e da una volante. Dal gruppo, in direzione di militanti di sinistra del quartiere Balduina che protestavano contro un agguato attuato a colpi di pistola la sera precedente, partirono altri spari. E uccisero. Uccisero Walter Rossi che, nonostante i soccorsi, arrivò cadavere in ospedale. Solo dopo oltre un’ora dall’omicidio le forze dell’ordine, che tutto avevano visto, fermarono i militanti missini. Fra loro alcuni risultarono positivi alla prova del guanto di paraffina. Riccardo Bragaglia era uno di questi, verrà scarcerato dopo pochi giorni come Enrico Lenaz che insieme ad Anselmi, Bianco, Rodolfo, Tiraboschi, i Fioravanti e Alibrandi costituivano il gruppo di fuoco della sezione missina di Monteverde.

Alcuni anni dopo, in seguito alle dichiarazioni d’un pentito al processo dei Nar, i fratelli Giusva e Cristiano Fioravanti e Alessandro Alibrandi vennero indicati come gli sparatori. Fioravanti junior, interrogato sulla vicenda, ammise d’aver fatto fuoco affermando però che la sua arma s’era inceppata e girò su Alibrandi la responsabilità dell’omicidio. Con la morte di quest’utimo, freddato di lì a poco in una sparatoria con degli agenti, il crimine venne archiviato. L’omicida di Rossi Cristiano Fioravanti se la cavò con una condanna a nove mesi cui seguirono la confessione della sua adesione ai Nar e il pentimento che gli garantirono copertura dello Stato. Da anni vive protetto e dal 2001 il processo sull’assassinio di Walter è stato chiuso. Senza colpevoli né condanne, come l’assassinio di tanti militanti impegnati nei Sessanta e Settanta nell’idea di migliorare il Paese. Già dall’anno scorso l’associazione Walter Rossi, che si batte per la riapertura di quello e d’altri processi della storia italiana recente, ha chiesto di rilanciare molti casi rimasti insoluti non solo per conoscere la responsabilità di quegli efferati delitti ma di svelarne le trame.

Che affondano le radici nella strategia della tensione che vide servizi, loggia P2, organismi e militanti del neofascismo istituzionale e di quello oltranzista impegnati nel medesimo fronte di destabilizzare il Paese, assassinare avversari politici, puntare all’eversione e al sovvertimento della democrazia. Allora perché non riaprire alcune inchieste ? Perché accettare passivamente che la destra istituzionalizzata beatifichi la sua pessima gioventù con un’aurea idealista quando gli unici ideali perseguiti erano nel migliore dei casi i pestaggi alla maniera delle prime camicie nere? Certi ‘campi Hobbit’ cui partecipavano camerati animati dalla voglia di fare come l’attuale sindaco di Roma e il suo assessore Croppi, ma anche Roberto Fiore e quelli di Terza Posizione, se non praticavano magari sognavano un certo paramilitarismo alla Pian del Rascino. I finiani del “Secolo d’Italia”, cui l’apparentamento berlusconiano ha garantito promozione e incarichi nell’informazione pubblica radiotelevisiva, e lo stesso ex ministro delle Comunicazioni Gasparri che rivendicano un passato ‘duro e puro’ anziché riscrivere una storia di comodo degli anni Sessanta e Settanta dovrebbero confrontarsi coi fatti sanguinosi di cui il partito della fiamma s’è macchiato.

L’oblio degli anni Ottanta e Novanta ha giovato al neosquadrismo, ch’è lo stesso di quello praticato dal Msi almirantiano in cui militavano i signori in nero oggi dediti all’affarismo politico e alle poltrone. Ai parlamentari dell’opposizione va la richiesta di ricordare la recente storia politica d’Italia contrastando le manomissioni revisioniste. Alla magistratura va l’invito di perseguire delitti come quelli di Walter rimasti impuniti. Conoscere è il modo migliore per ricordare.

29 settembre 2008

Enrico Campofreda

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Ora e sempre Resistenza»

Ultime notizie dell'autore «Enrico Campofreda»

3569