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Sasà Bentivegna, Partigiano

Sasà Bentivegna, Partigiano

(3 Aprile 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri a Roma Rosario Bentivegna, che nel 1944 prese parte all’azione di via Rasella contro il Battaglione delle SS Bozen.

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Fascismo e razzismo: fermiamoli, prima che sia troppo tardi!

Manifestazione antirazzista pisana il 22 Novembre

(22 Novembre 2008)

Le cronache quotidiane sono segnate:

- da leggi sempre più dure contro chi protesta e chiede il rispetto dei propri diritti;
- da iniziative illegali di membri delle forze dell’ordine che, in totale abuso di potere, picchiano, scherniscono e umiliano chi ha la malasorte di venir sospettato di essere un “poco di buono” e di capitargli a tiro (com’è successo a Parma con una giovane nigeriana e con Emmanuel, giovane africano del Burkina Faso);
- da una campagna disinformativa (coi mezzi d’ “informazione” ormai pressoché totalmente in mano al capo del governo) orchestrata da giornali, radio e televisioni per fare apparire tutto come misure finalizzate a garantire la “sicurezza” della “gente per bene”.

Da questo quadro, in cui la fanno da padroni i partiti di governo, emerge che non conoscono più limiti le illegalità commesse dai loro manipoli di picchiatori e procede spedita, al tempo stesso, la trasformazione in regime totalitario di quel poco che resta del sistema democratico.

Contro studenti in lotta, cittadini extracomunitari e rom, giovani democratici e di sinistra, addirittura giornalisti di una trasmissione di RAI3, aumentano le aggressioni di bande, ronde e squadre armate che inneggiano al “duce”, loro maestro di crimini.
Non si contano più gli assalti impuniti contro i “centri sociali” e le occupazioni violente delle sedi sindacali: una strategia fascista che risale ai primi anni ’20 del secolo scorso.

Dal canto loro, i partiti sedicenti di opposizione, privi di voce e di azione, mostrano la più grave indifferenza di fronte a una situazione sempre più impressionante. Insomma, combinano di tutto fuori che fare opposizione.

Tant’è vero che questi partiti, quando si trovano a gestire le amministrazioni locali, talora non si tirano indietro dall’adozione di proclami e misure che sono in piena sintonia con quelle del governo centrale. E’ il caso di Pisa, nel cui Consiglio comunale la destra e il “centro-sinistra” (cioè PD, PS e IdV) hanno votato insieme una mozine di sostegno al “pacchetto sicurezza”, con cui il governo sta costruendo, contro i migranti in primo luogo ma anche contro i cittadini italiani, un altro pezzo di Stato di polizia. Chissà quanto ne sono fieri i loro elettori!

Uno Stato di polizia che ha dato piena prova di sé nel luglio 2001 a Genova durante le giornate del G8: uccisione di un giovane manifestante, arresti, pestaggi, torture, il tutto perpetrato -sotto la supervisione degli allora ministri Fini (fascista in doppio petto) e Castelli (fascista “padano”)- da ampi settori delle forze di repressione (per la maggior parte mandati assolti dal Tribunale di Genova, così solerte, invece, a mandare in galera i ladruncoli).

Queste, alcune perle del “pacchetto sicurezza”, oggi all’esame del parlamento: *multa fino a 10mila euro per “immigrati irregolari”; *legalizzazione delle ronde, cioè delle squadracce di facinorosi di destra sguinzagliate a caccia di extracomunitari e di ragazzi di sinistra; *schedatura dei “senza fissa dimora” (mendicanti, clochard, sfrattati, diseredati); *imposizione ai medici di segnalare gli extracomunitari senza “permesso di soggiorno” che ricorrono alle loro cure (così, curarsi gli costerebbe 10mila euro e l’espulsione dall’Italia!); *non più 24, ma 48 ore di fermo di polizia (senza intervento del magistrato e sperando di non capitare in mani degne della mattanza genovese!); *divieto di matrimonio tra cittadini italiani e migranti senza pemesso di soggiorno; *classi separate per bambini immigrati; *obbligo di certificato igienico-sanitario per le variazioni di residenza; ecc., ecc.

Visto che l’ “opposizione” ha da pensare ad altro, non resta che organizzarsi autonomamente, in comitati di base, tra persone “comuni”, nei quartieri e nei posti di lavoro e di studio, e coordinarsi, per vigilare sulla realtà e capirla e per fermare un processo che intende farci ritornare indietro di un secolo.

OSSERVATORIO SUL FASCISMO - Pisa

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