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L'accordo integrativo Piaggio:

una beffa-capolavoro sulla pelle dei lavoratori

(12 Marzo 2009)

Poco più di un mese fa la Piaggio, per evidenziare la sua intenzione di usare le maniere forti, aveva disdetto l'integrativo scaduto a fine 2007.

Negli ultimi giorni, poi, aveva proposto una soluzione della vertenza aziendale peggiorativa rispetto a quella proposta a ottobre, già respinta da tutti i sindacati.

Ma stavolta la Piaggio ha potuto portare a casa quanto voleva, perché Fim/Cisl, Uilm/Uil e Ugl (contraria la Fiom/Cgil) le hanno tenuto il sacco e si sono accordate su una soluzione miserevole e beffarda.

Tutto è andato, quindi, come i segnali delle ultime settimane, lanciati da Fim-Uilm-Ugl sul fronte sindacale e dal PD e dal sindaco di Pontedera sul fronte politico, lasciavano presagire: bisogna cedere e accettare la proposta Piaggio di una intesa al ribasso!!!

Cedere, come era già successo col “patto scellerato” del 22 gennaio (tra Governo, Confindustria e Cisl-Uil-Ugl) sul diritto di sciopero e sulla contrattazione nazionale, oppure col vergognoso rinnovo (40 euro di aumento al mese) di contratti nazionali nel pubblico impiego (anche qui senza la Cgil).

Cedere di fronte al ministro del lavoro Sacconi e al suo disegno di legge del 27 febbraio, come hanno ancora fatto Cisl-Uil-Ugl, accettando per il settore dei trasporti la pratica cancellazione del diritto di sciopero e sanzioni da 500 a 5.000 euro per chi non vi si attiene o prende parte a blocchi stradali, ferroviari, portuali, aeroportuali.

Cedere, come Cisl-Uil-Ugl hanno sostanzialmente già detto che faranno, quando queste norme antisciopero saranno estese a tutti i settori lavorativi, pubblici e privati.

A Fim-Uilm-Ugl, che si fanno belle tirando fuori il fronte dell’occupazione e cantandoci sopra chissà quale vittoria, ma guardandosi bene dal riportare cifre, dati e fatti, occore porre questa domanda: in questi ultimi 2-3 anni quanti sono i posti di lavoro perduti tra mancate conferme di precari alla Piaggio e chiusura di fabbriche e riduzione di organico nell’indotto?

Intanto, nella giornata di mercoledì 11 marzo, i lavoratori si sono presi la parola e hanno espresso in modo esplicito il loro pensiero sull'accordo aziendale, bocciandolo nettamente.
Lo hanno fatto con scioperi e cortei interni che hanno percorso reparti e officine di tutta la fabbrica: una sonora bocciatura dell’accordo e, insieme, del modello di relazioni sindacali che sindacati sempre più di comodo, come Cisl-Uil-Ugl, hanno ormai instaurato coi padroni.

La bocciatura di mercoledì è stato un primo passo importante, non solo per rilanciare il rinnovo di un contratto integrativo degno di questo nome, ma anche per bloccare la logica dell’imposizione dei contratti separati e per prepararsi da posizioni di forza alla stagione del rinnovo di un contratto nazionale per molti aspetti decisivo per quanto riguarda i rapporti di forza tra operai e padroni: quello dei metalmeccanici in scadenza a fine 2009.

confederazione cobas pisa

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