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(25 Novembre 2010) Enzo Apicella
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Rilanciare una grande e reale mobilitazione delle università

(17 Marzo 2009)

Il grande movimento dell’autunno, che dall’Università alle scuole ha coinvolto centinaia di migliaia di persone tra studenti, docenti, ricercatori e insegnanti precari deve tornare a farsi sentire: tutti i motivi che avevano provocato l’Onda Anomala” nelle università italiane e che aveva coinvolto molte parti della scuola pubblica sono ancora lì, alcuni in fase di applicazione, altri allo stato di discussione parlamentare.

Nel campo dell’Università, anche la più alta carica dello Stato, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sentire alta la sua voce contro i tagli nei settori strategici del Paese, mentre i rettori associati nella CRUI, invece, sembrano sazi e ben lieti di aver “incassato” la disponibilità del Governo, dopo l’urto della “Onda Anomala” dello scorso autunno, a “concordare” le linee di riforma delle Università: la trasformazione degli atenei in Fondazioni di diritto privato avverrà seguendo le indicazioni degli stessi rettori che già coi precedenti governi (di entrambi gli schieramenti) avevano praticamente già scritto i capitoli salienti.

SI SCRIVE FONDAZIONI, SI LEGGE PRIVATIZZAZIONI!

Occorre allora dire chiaramente quali sono le responsabilità politiche e sindacali che ci hanno portato a questo punto: dovremmo forse dimenticare che sono stati i ministri del centrosinistra (Berlinguer e Zecchino in primis) ad avviare il processo di aziendalizzazione e privatizzazione della scuola e dell’università, con la legge dell’autonomia finanziaria per gli istituti scolastici e con la riforma del 3+2 nelle università? E dobbiamo anche dimenticare che fu proprio la FLC/CGIL (che è la fusione dello SNUR e della CGIL-Scuola) ad accettare le prime norme che in una Legge Finanziaria (artt. 59 e 90 della Finanziaria 2001 licenziata dal governo Amato) consentivano la trasformazione, anche parziale, delle Università in Fondazioni? E che quelle proposte provenivano direttamente dai Docenti/Parlamentari del centrosinistra di allora (e che tuttora lì albergano), sostenute proprio dalla CGIL? Solo in alcuni (rarissimi casi, in verità) atenei, e solo a livello individuale, i membri CGIL avevano aderito al Comitato Nazionale contro la Privatizzazione dell’Università, preferendo nella stragrande maggioranza dei casi – e nell’ufficialità della sigla – mantenere un atteggiamento benevolmente interlocutorio con le Fondazioni.

MOBILITARSI E’ NECESSARIO

Tuttavia, in concomitanza dell’attuale fase di crisi economica, Il Governo delle destre sta portando un attacco spietato ad ogni istanza dei lavoratori, mettendo addirittura sotto schiaffo la stessa CGIL, che tutto avrebbe voluto tranne che essere espulsa dai tavoli della concertazione. In questa situazione, i lavoratori vogliono comunque tornare ad essere i reali protagonisti dell’opposizione ai piani di smantellamento orditi dal Governo: non i bonzi sindacali, bensì i lavoratori stessi, vogliono dimostrare che ancora il movimento contro questa devastazione non è finito, ma va rilanciato insieme tra precari e i cosiddetti “garantiti”, con l’“Onda” studentesca che deve tornare a risalire, come una marea.

È dunque necessario rilanciare il movimento di opposizione, ora che i provvedimenti governativi colpiscono duramente centinaia di migliaia di precari nel Pubblico Impiego (tra cui una grandissima parte sta nelle scuole e università) infrangendone la speranza di essere assunti stabilmente.

Sono e saranno questi, quindi, i protagonisti del rilancio del movimento contro la devastazione della scuola e dell’università, riempiendo di senso e di contenuti coerenti e non ambigui ogni appuntamento di opposizione e mobilitazione che si svilupperà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Occorre dunque comprendere e interpretare positivamente la richiesta di mobilitazione che sale da questi lavoratori qui ed ora, ancora più necessariamente alla luce degli ultimi provvedimenti antidemocratici sul diritto di sciopero – anch’essa “concertata” tra Governo, CISL, UIL ed UGL – tendente ad impedire ogni futura manifestazione che non sia organizzata da forze “amiche del Regime”.

Insomma, se la FLC-CGIL è ben lungi dal poter incarnare una reale opposizione coerente e determinata ai provvedimenti in atto, occorre anche comprendere che in questa fase i lavoratori vogliono far sentire la propria voce, radicalizzando le rivendicazioni e indicando alcuni punti di una piattaforma alternativa:
- stabilizzazione di tutti i precari attualmente impiegati;
- piano di investimento straordinario nella scuola e nella università;
- impedire la trasformazione delle università in Fondazioni
Come COBAS Università, anche se permangono sostanziali differenze con la FLC/CGIL per le troppe contraddizioni che non possono essere cancellate semplicemente con la proclamazione di uno sciopero; riteniamo che in questo momento particolare di attacco ai diritti dei lavoratori occorra far sentire la nostra presenza e dimostrare la volontà e l’esistenza di una “Resistenza” che si oppone ai piani di smantellamento della Scuola, della Ricerca e dell’Università Pubblica, che si batte contro i piani di imbavagliamento ed annullamento dello stesso diritto al dissenso e per garantire i diritti sindacali a tutti i lavoratori.

Cobas Università Pisa
www.confederazionecobaspisa.it

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