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(17 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Perchè bocciare questo contratto

Ai lavoratori e alle lavoratrici degli enti locali

(1 Luglio 2009)

In questi giorni i lavoratori e le lavoratrici saranno chiamati a esprimere la loro opinione sull’ipotesi di contratto collettivo nazionale Enti locali per il biennio 2008/2009 sottoscritta il 4 giugno da CGIL-CSIL-UIL .

Gli aumenti sullo stipendio tabellare (fisso) si aggirano intorno a 40 euro mensili al netto e il fondo della contrattazione integrativa potrà essere incrementato solo a condizione che gli Enti abbiano rispettato il patto di stabilità e le normative in materia di contenimento della spesa: tradotto in chiaro significa fare quello che sta facendo il Comune di Pisa da anni, e cioè ridurre prevalentemente la spesa del personale ed esternalizzare i servizi così come prevede la delibera relativa alla riorganizzazione dei servizi.

Nell’ipotesi di contratto si parla di “principi in materia di compensi per la produttività”, ma non si fa riferimento al fatto che la legge delega del dlgs 15/2008 stabilisce che il 100% della produttività sarà destinata solo al 25% dei dipendenti.

La dichiarazione congiunta n. 2 ribadisce che la legge 133 art.71 che prevede decurtazioni sulla produttività sarà applicata per le assenze quali la L. 104, i congedi parentali e di maternità e perfino per la donazione di midollo osseo.

Con questa informativa intendiamo invitare i lavoratori ad una riflessione critica su quanto sarà detto nelle assemblee: è probabile che questo contratto sia presentato come un grande risultato ottenuto dai sindacati che in un tale contesto, si dirà, non potevano ottenere di più. Con questo modo del “meglio di niente” i sindacati hanno sempre invitato i lavoratori a dare il loro assenso a politiche che hanno decurtato drasticamente i loro salari a vantaggio delle imprese e degli affari speculativi. E’ un fatto che negli ultimi anni ogni contratto ha determinato una perdita di salario rispetto al precedente contratto.
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Per i Cobas, in primo luogo, è doveroso dire ai lavoratori che tali contratti sono improponibili, e che se anche attualmente non ci sono rapporti di forza adeguati per invertire la tendenza, mai e poi mai si deve dare l’illusione di aver ottenuto qualche vantaggio da contratti che prefigurano costantemente la perdita di salario.

In secondo luogo bisogna prima o poi cominciare a porre una questione fondamentale: è vero che attualmente non ci sono rapporti di forza adeguati per invertire la tendenza, ma bisogna anche aggiungere che una nuova tendenza non potrà mai prendere corpo se un lavoratore si sente “privilegiato” perché lavora e non è disoccupato, e se ha interiorizzato il principio del “meglio di niente”. Non è vero che non serve dire di no a queste politiche che umiliano il mondo del lavoro: un NO serve in primo luogo a rendere visibile la propria esistenza di lavoratori; serve a creare una resistenza nei confronti dei poteri politici ed economici; serve a far pagare un prezzo in termini di consenso ai protagonisti di queste politiche.

Ciascuno di noi è chiamato a non nascondersi più dietro ad atteggiamenti fatalistici, ma ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, pensandosi come soggetto capace di interferire con processi che solo in apparenza sembrano immodificabili

Pisa, 26 giugno 2009

Delegati/e Cobas Comune di Pisa

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