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(16 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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Articolo 18 a tutti

Volantino dello Slai Cobas

(13 Maggio 2003)

Nessun padrone deve poter ricattare un lavoratore umiliandolo, costringendolo a subire tutto quello che vuole imporgli, impedendogli di rivendicare anche il semplice rispetto delle norme contrattuali. Cosa che avviene nelle aziende sotto i 15 dipendenti perché ai padroni è concesso di poter tranquillamente licenziare qual-siasi lavoratore senza alcun motivo.

Estendere quindi a tutti i lavoratori la tutela prevista dall’art.18 è indispensabile per opporsi a questa moderna forma di schiavitù.

il referendum sull’art.18 chiede semplicemente questo nessun lavoratore può tirarsi indietro

ANDIAMO TUTTI A VOTARE SI

E’ vero che non possiamo dimenticare che

1. l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori non è stato conquistato con un referendum ma con le lot-te operaie del 68/69. Non possiamo perciò illuderci che oggi esso possa essere esteso a tutti semplicemente con questo strumento. I diritti fondamentali non possono essere messi ai voti accettando che una maggioranza, con il no o con l’astensione, li possa “democraticamen-te” negare a una minoranza.

2. La dignità umana dei lavoratori è offesa anche dalle infinite forme di lavoro precario che si stanno estendendo a macchia d’olio. I precari hanno già scritto nel DNA del loro contratto il ricatto del loro licenziamento “senza giusta causa”. L’estensione dell’art.18 deve collocarsi dentro una più generale opposizione a tutte le forme di lavoro precario che da anni sono sta-te lasciate passare e addirittura concordate.

Votare sì a questo referendum è importante anche se, al di là dell’esito che avrà, solo la costruzione di un fronte generale di lotta dei lavoratori potrà conquistare per tutti quei diritti che, con le guerre a livello mondiale e con le aggressioni padronali a livello locale, l’imperialismo capitalista vuole spazzar via. Per imporre a tutti le regole disumane dei suoi profitti.

Slai Cobas

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