">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Il Manifesto e il patto Molotov-Ribbentrop

(3 Settembre 2009)

Per ricordare lo scoppio della II guerra mondiale, “il manifesto” (“giornale comunista”) non trova di meglio che pubblicare un articolo di Guido Ambrosino sul “patto scellerato” Molotov-Ribbentrop, quasi fosse esso la causa della guerra. L’articolo, senza un minimo di contestualizzazione storica, omette di citare ciò che precedette quel patto: gli anni di tentativi dell’URSS di avviare un’intesa antifascista con le democrazie europee (la politica gestita da Litvinov, poi rimosso non perché ebreo, come insinua Ambrosino, ma perché quella politica non aveva avuto buon esito e si decise di cambiarla: cfr. S. Pons, Stalin e la guerra inevitabile, Einaudi 1995); la sordità dei governi “democratici” a quelle offerte, il loro tentativo di orientare verso est l’aggressività nazista (come Hitler aveva teorizzato nel Mein Kampf), lo scellerato patto di Monaco che – quello sì – diede il “via libera” all’espansionismo nazista e dunque alla guerra. L’URSS, conscia che sarebbe stata attaccata (magari su due fronti: Germania e Giappone), fu costretta all’accordo per rinviare l’evento e “guadagnare tempo cedendo spazio”; il patto le consentì di ricostruire lontano dai confini parte rilevante del suo apparato industriale e bellico, così da poter fare poi “terra bruciata” delle zone occidentali all’atto dell’invasione nazista (cfr. M. Dobb, Storia dell’economia sovietica, Ed. Riuniti 1976, pp. 336-40). Quanto ai protocolli segreti, nell’imminenza e inevitabilità della guerra essi servivano a creare una zona di sicurezza spostando a ovest i confini sovietici. Certo, la cosa può apparire disdicevole e a farne le spese fu la Polonia, ma quello che era in atto era uno scontro mortale che riguardava l’intera umanità. Forse bisognerebbe pensare anche a questo, prima di tranciare giudizi morali (o moralistici) sull’“infamia” di Stalin.

Alexander Höbel

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «La nostra storia»

Commenti (1)

Cercare di capire

Iscritto al PCI dal Luglio "44, ho vissuto tutto il dibattito interno durante,la guerra e successivamente. Solo dopo il XX Congresso si sono scontrati i pro e i contro di quel Patto che, invece, avevamo sempre considerato principalmente necessario, come confermato dall'invasione dell'URSS nel 41. I giudizi si esprimono dopo serie analisi e conoscenze dei fatti, non sull'onda di emozioni che, in realtà sono state di tutti. Dico comunque che, quel patto, ha segnato la sconfitta del nazismo e delle sue armate. La guerra; qualunque cosa se ne dica; La Germanaia nazista l'lha perduta a Stalingrado.

(3 Settembre 2009)

Elio Mela Livorno

eliomela@alice.it

6210