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il pane e le rose

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Una ricognizione sul campo per capire la Resistenza Globale in Medio Oriente

Report degli incontri della delegazione della Rete dei Comunisti in Libano e in Siria

(3 Ottobre 2009)

Quest’anno nella delegazione organizzata come ogni anno dal 2001 dal Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila , era presente anche una delegazione della Rete dei Comunisti (RdC), l’obiettivo era quello di rendere stabili e consolidati i rapporti politici con le organizzazioni palestinesi e della resistenza libanese sviluppati nel corso degli anni.

I nostri incontri sono sempre avvenuti in maniera bilaterale diretta al di fuori della già fitta e molto interessante agenda che i nostri ospiti dell’associazione Beiftal Assomoud avevano allestito per l’intera delegazione del Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila.

La Rete dei Comunisti ha potuto così sviluppare una serie di interessanti incontri bilaterali con il Partito Comunista Libanese e Hizbullah e poi con il movimento di liberazione palestinese negli appuntamenti con i rappresentanti dell’OLP, di Al Fatah e del FPLP.

La posizione geopolitica strategica e la divisione confessionale rende il Libano un paese esposto agli interessi delle potenze occidentali e degli alleati sauditi e con la costante minaccia israeliana.

La crisi economica e l’instabilità politica relegano ancor più di prima i palestinesi nella difficile condizione di ospiti , costretti a vivere in condizioni sempre più precarie in molti casi disumane. La drammatica condizione dei campi è il frutto di scelte della “comunità internazionale” e dell’ inattività del UNWRA ora guidata da un commissario nominato dal governo italiano . Nonostante tutto, tra mille difficoltà le ragioni dei palestinesi trovano una sponda di sincera e concreta solidarietà,anche se la situazione richiederebbe un impegno più forte e costante, in Hizbullah nel PCL e nei Partiti legati al panarabismo e alla tradizione Nasseriana e Baathista .

Il clima politico in Libano è di generale incertezza , una fase di stallo senza prospettive all’orizzonte,contrassegnata dalla difficoltà del governo Hariri leader del blocco 14 marzo di ispirazione occidentale e filo saudita a formare un governo di unità nazionale che comprenda l’opposizione animata da un vasto fronte di forze da Hizbullah, Amal, ai cristiani del Generale Aoun . Alle forze di opposizione si deve aggiungere il PCL che pure essendo uno dei partiti che ha segnato con la sua azione la storia del Paese dei Cedri è messo fuori dalle istituzioni in base al regolamento confessionale del sistema elettorale . A questo proposito il 19 settembre i comunisti a Beirut festeggiavano il 27° anniversario della resistenza all’invasore israeliano, la delegazione italiana del Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila, arrivata alla spicciolata ha rotto il silenzio lanciando slogan internazionalisti, c’è stato solo un attimo di incredulità poi la piazza ha risucchiato in un abbraccio i compagni italiani.

Gli incontri della delegazione della RdC con le organizzazioni palestinesi e libanesi si sono snodati toccando essenzialmente quattro punti: la situazione politica libanese , la questione palestinese, la situazione sociale del paese e le modalità politiche e culturali per dare forma sempre più attiva e concreta alla nostra solidarietà internazionalista alle diverse forze politiche della resistenza antimperialista in campo che si esprime nelle articolate e autodeterminate modalità che l’attuale fase del durissimo conflitto oggi richiede.

Incontri con il Partito Comunista Libanese
Per il PCL abbiamo incontrato il responsabile della cultura e della stampa del partito Mufid Keteish, un compagno con cui esistono rapporti politici ormai da quasi un decennio e la nuova responsabile esteri nonché vicesegretaria Marie Nassif Debs, assieme a diversi membri dell’ufficio politico.

Il PCL esce da un congresso che si è tenuto nello stesso periodo in cui cadevano le elezioni presidenziali americane e quelle libanesi, elezioni che in virtù delle regole confessionali relegano il PCL fuori dal parlamento. Anche per questo il PCL è impegnato nella battaglia per il superamento della divisione confessionale che imbriglia la società libanese e la rende facile preda dei giochi delle potenze straniere.

Nell’assise congressuale ,il partito è stato coinvolto in una discussione che ha affrontato i temi della politica delle alleanze nell’ambito della resistenza , la questione del blocco sociale investito dalla crisi economica e dalla liberalizzazione selvaggia .

Il procedere ed acuirsi della crisi aumenta la tendenza alla guerra e l’aggressività dell’imperialismo e del suo più fedele alleato, Israele. In questo senso la compagna Debs rilevava con preoccupazione la proposta di Sarkozy di includere lo stato sionista nell’ombrello NATO. Questa tendenza secondo i compagni del PCL va contrastata sia a livello regionale che a livello internazionale . A livello regionale consolidando il fronte della resistenza e il sostegno alla causa palestinese A questo proposito al pari dell’unità delle forze della resistenza libanese il PCL auspica il superamento delle divisioni tra le organizzazioni palestinesi. La compagna Debs ha tenuto a sottolineare come le caratteristiche economiche e sociali dell’economia libanese siano profondamente legate alle economie occidentali , questo rende ancora più forte la necessità approfondire il dibattito teorico e di proposta con i partiti e le organizzazioni comuniste degli altri paesi.

Il confronto con Hizbullah
Per Hizbullah siamo stati ricevuti dal nuovo responsabile esteri Dr.Ammar Al Mussawi , dai responsabili del suo ufficio e dal Dr. Trad Kanj Hamadè, venuto in giugno a Roma a rappresentare Hizbullah al meeting internazionale organizzato dalla Rete dei Comunisti .

La RdC anche in questo incontro ha ribadito come oggi l’aggressività dell’imperialismo ponga con forza la questione della costruzione articolata di un blocco dei movimenti di resistenza globale, pur con modalità attuative e presupposti ideologici diversi.

Il Dr. Al Mussawi ha rivendicato il ruolo fondamentale che il suo partito svolge nella resistenza libanese ,le accuse di terrorismo che vengono rivolte al movimento libanese dalle potenze occidentali sono false e strumentali e derivate dalla definizione di terrorismo da parte occidentale che porta alla negazione del terrorismo di Stato perpetrato da Israele e dall’imperialismo.

L’insediamento conquistato con la resistenza all’aggressione imperialista e con un programma di interventi sociali che hanno contraddistinto la politica dei rappresentanti istituzionali e l’azione delle strutture sul territorio, porta alla consapevolezza del ruolo di resistenza e di governo svolto da Hizbullah

Gli incontri con le organizzazioni palestinesi presenti nei campi profughi in Libano
La riunione con Al Fatah è avvenuta con una rappresentanza di alto livello, infatti siamo stati accolti da tre membri neoeletti al consiglio rivoluzionario, rispettivamente la compagna .Amina Jibril responsabile dell’organizzazione delle donne, il vice responsabile dell’OLP Abu Naher Aradach e dal responsabile delle relazioni internazionali Ahmed Dahur .

Durante i colloqui l’importanza del congresso tenuto dall’organizzazione Al Fatah è stata sottolineata più volte dalla delegazione palestinese e con la stessa convinzione hanno tenuto a precisare che è l’inizio di un processo niente affatto scontato poiché si tratta del
primo congresso dopo venti anni, senza la leadership di Arafat capace di governare questo movimento eterogeneo (Al Fatah) unendolo sull’obiettivo della liberazione della Palestina, dell’unità araba e riuscendo a dialogare con tutte le forze palestinesi.

La conferenza di Al Fatah si è svolta in contesto internazionale profondamente mutato segnato dall’ accentuarsi dell’aggressione imperialista di cui il colonialismo israeliano è espressione .

Il congresso che ha riunito i palestinesi della diaspora con quelli della Palestina , ha riconfermato la necessità di avviare un processo di riorganizzazione di Al Fatah ,dell’OLP e delle strutture di governo e dei suoi apparati.

E il congresso politicamente ha riconfermato i punti cardine del movimento di liberazione palestinese. Diritto alla resistenza, diritto al ritorno per i profughi palestinesi, stato palestinese indipendente sui confini del 1967 con Gerusalemme est capitale .

I rappresentanti di Al Fatah hanno messo in rilievo l’aggravarsi dell’occupazione, che ormai circonda ogni lembo di terra palestinese e come questa li obblighi a ragionare sulle forme di resistenza , ma questo hanno sottolineato non pregiudica assolutamente la lotta di liberazione della Palestina e riconferma la tattica di resistenza e trattativa , un processo che richiede tempo, sforzi e sostegno internazionale, ma che è già partito.Una tattica quella della resistenza e trattativa che come altre decisioni congressuali tra due anni avrà il prossimo momento di verifica.

Sulle divisioni palestinesi, i compagni hanno rimarcato come queste rendano Israele più forte e quanto sia importante lavorare per l’unità , partendo dalla riorganizzazione dell’OLP per arrivare alle strutture statali .Su questi capitoli è in corso una serrata discussione con le altre organizzazioni palestinesi, fra cui Hamas .Il pericolo è di cristallizzare la situazione palestinese divisa tra un lembo di terra a guida Hamas e una serie di bantustan amministrati dall’ANP .

Come delegazione della RdC non abbiamo potuto che rilevare che quest’incontro ci restituisce un immagine di Al Fatah molto lontana dalla visione sclerotizzata di un organizzazione schiacciata sul ruolo di “collaborazionista” ,al contrario appare caratterizzata da una forte e complessa dialettica interna . Un processo che merita approfondimento e attenzione riconfermato dalla frase di commiato della delegazione di Al Fatah :” il nostro obiettivo ha bisogno del contributo di tutti i rivoluzionari.” I compagni hanno infine ribadito quanto sia importante mettere in relazione le forze che compongono il fronte di resistenza antimperialista con quelle che stanno realizzando processi di transizione anticapitalista e socialista guardando con simpatia politica, grande interesse e solidarietà ai processi rivoluzionari in corso a Cuba ,Venezuela e Bolivia.

Per il FPLP l’incontrati della nostra delegazione è avvenuto con il compagno Marwan Abdulal membro dell’ufficio politico dell’ organizzazione , è bene ricordare che il suo segretario generale Saadat è stato rapito e rinchiuso nelle prigioni israeliane.Con i compagni del Fronte ci sono relazioni politiche dirette ormai da anni , questo ha reso la discussione più approfondita e che ha potuto ancor più portare al consolidamento dei rapporti nella condivisione delle analisi e dei ragionamenti orientati alle prospettive future .

Alcuni punti del confronto in particolare modo ci hanno positivamente colpito .Rispetto alle divisioni e alle trattative tra i palestinesi ,il FPLP propone la formazione di un governo di unità nazionale con un programma essenziale di soli due punti :
a)indire ed organizzare le elezioni del parlamento palestinese e del presidente dell’ANP entro febbraio 2010.

b) la ricostruzione di Gaza.

Il FPLP sottolineava con attenzione e con ampie considerazioni politiche di prospettiva l’inserimentosempre più pressante dell’istanza islamica all’interno del progetto di liberazione palestinese, e come questo da una lato fosse un elemento estraneo alla loro storia ma come questo portasse con se sia il rischio di una divisione evidenziata dal potenziale congelamento di due “embrioni” di autorità palestinesi nessuna delle due in grado di dare alla luce uno stato palestinese.

Oggi il FPLP sviluppa una alleanza con Al Fatah sostenendo tra l’altro la necessità di riorganizzare l’OLP e le istituzioni palestinesi, è un alleanza con una forte dialettica interna e non un appiattimento .

Incontro con il Partito Comunista di Siria
In Siria l’RdC ha incontrato uno dei due partiti comunisti siriani , il Partito Comunista di Siria, entrambi fanno parte della coalizione di governo guidata dal partito Baath.Il PCdS ha evidenziato come all’interno della compagine governativa e nella società siriana si confrontano due approcci diversi in politica economica, uno che continua a sostenere il progetto nazionale che si rifà al socialismo pan arabista l’altro che spinge per l’introduzione di un economia di mercato in stretta connessione alle economie occidentali e dei paesi del golfo.

La preoccupazione è legata alla convinzione che l’ introduzione del liberismo economico e l’eventuale scelta di alleanza con l’occidente provochi l’impoverimento e la radicalizzazione in senso islamista della società siriana, con una continua perdita delle grandi conquiste sociali che per lungo tempo hanno caratterizzato il governo della società siriana.

La concretezza e le prospettive della Resistenza Globale
Nei dodici giorni di permanenza, si sono così susseguiti una serie di importanti incontri politici bilaterali in un clima fraterno ,solidale e costruttivo a riprova che il lavoro internazionalista necessita di passaggi di conoscenza e di verifica sul campo . Con le diverse organizzazioni politiche abbiamo discusso nel merito delle caratteristiche del movimento internazionale di resistenza all’imperialismo e di come questo movimento si articoli in maniera differenziata, per metodo , ruoli, contesto e patrimonio storico, ma che oggi è necessario riconoscere questa tendenza e lavorare alla costruzione di un blocco articolato della resistenza antimperialista e anti imperialista. Il lavoro svolto dalla RdC all’interno dei movimenti contro la guerra e della solidarietà internazionalista hanno contribuito a dare peso e forte credibilità alle nostre posizioni politiche e alle nostre proposte.

Abbiamo verificato che ci sono importanti convergenze , e che pur con pratiche e contesti diversi il tema della resistenza all’imperialismo è un elemento comune su cui lavorare per sviluppare relazioni e scambio di idee .

La lotta dei popoli mediorientali e i processi in corso di transizione al socialismo dell’America Latina, sono parte del movimento di Resistenza Globale, ed è in questo quadro che va ricollocata l’azione dei comunisti e degli antimperialisti in Europa e nei paesi a capitalismo avanzato.

Come RdC abbiamo sottolineato l’esigenza di avviare e mantenere aperto il dialogo ed il confronto proprio perché ci sentiamo parte della dimensione internazionale del movimento di resistenza globale. Solo così si può pensare alla prospettiva del ruolo e della funzione dei comunisti, cioè un futuro politico in termini di prospettiva reale di programma per andare più in là della solidarietà politica internazionalista e vivere la esperienza politica dei comunisti come parte di una dimensione internazionale dell’ articolato e diversificato antimperialismo e dell’anticapitalismo già a partire dalle ipotesi socialiste in campo.

La Rete dei Comunisti

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