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Erre moscia

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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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Solidarietà con gli antifascisti arrestati a Pistoia.

Chiudere i covi fascisti

(18 Ottobre 2009)

Alle 19 di domenica 11 ottobre la Digos ha fatto irruzione nel circolo "1° maggio" di Pistoia, dove si stava svolgendo una assemblea per organizzare le mobilitazioni contro le ronde fasciste, eseguendo una perquisizione (andata a vuoto) senza regolare mandato. 25 compagni, fra cui due minorenni, sono stati portati in questura per “accertamenti” e tenuti sequestrati per tutta la notte. Immediata la mobilitazione dei compagni di varie forze e organismi, singoli e associazioni che fino all'alba hanno presidiato la questura lanciando slogan e pretendendo la liberazione dei fermati, avvenuta in mattinata, ma non per tutti. Per tre militanti antifascisti toscani il fermo è diventato arresto e poi detenzione nel carcere di Pistoia, con motivazioni pretestuose. Risulta che durante il sequestro i compagni siano stati interrogati senza poter contattare un avvocato.

Questo è il trattamento che il sistema repressivo/giudiziario italiano riserva a quanti si oppongono seriamente alla variegata criminalità fascista, razzista e xenofoba che da anni insanguina e rende insicure le strade e le piazze del paese.

Ogni giorno sentiamo di pestaggi, devastazioni, attentati di vario genere contro migranti, comunisti, militanti di sinistra, gay, disoccupati e chiunque sia considerato "diverso" da queste bande reazionarie. Ma con altrettanta frequenza siamo costretti a constatare l’assenza di arresti o fermi di chi commette tali reati, da parte delle cosiddette "forze dell'ordine".

Questa disparità di trattamento non ci sorprende. Dal secondo dopoguerra è una caratteristica delle politiche poliziesche e giudiziarie dei vari governi succedutisi nel paese.

Non a caso nessuno ha mai pagato per le stragi statal-fasciste di Piazza Fontana, Italicus, Piazza della Loggia, Bologna ecc.. Insieme alle centinaia di vittime delle stragi, altre decine sono stati i compagni uccisi impunemente.

Non a caso il reato di ricostituzione del partito fascista, previsto da una Carta Costituzionale nata dalla Resistenza, ha progressivamente perso ogni valore. Così si moltiplicano le sedi dove si organizza l’apologia del fascismo, con simboli e materiale informativo, ma soprattutto dove si formano le squadre che colpiscono fisicamente i soggetti deboli e gli esponenti di sinistra. Mentre, in base al cosiddetto “pacchetto sicurezza”, in alcune zone del paese simili squadre sono addirittura previste per legge.

Polizia e Magistratura, invece di intervenire preventivamente per chiudere questi covi delle organizzazioni fasciste criminali facendo valere la legittimità costituzionale, sono pronte invece ad arrestare e perseguire gli antifascisti militanti.

Non dobbiamo lasciare soli questi compagni.

Nonostante le difficoltà del momento, nonostante l’incredibile lavorio revisionista di questi anni, nonostante che le forze oscure della reazione tentino di salvare il dominio del capitale in crisi (ormai irreversibile) a spese dei lavoratori - come avvenne nel ventennio fascista -, la memoria degli orrori della dittatura mussoliniana e del suo tragico esito è ancora ben viva. Come è viva e vitale la capacità dei movimenti di lotta di creare un nuovo blocco sociale per opporsi efficacemente al sistema capitalista. Per rendere effettivo questo percorso di liberazione una tappa fondamentale è la mobilitazione antifascista. Chiamiamo a raccolta tutte le forze sane del paese per togliere dal corpo vivo della società i parassiti e le sanguisughe, a cominciare dallo schifoso nuovo squadrismo fascista.

Antifascisti anticapitalisti vicentini
ANPI di Malo (VI)
Sinistra Critica Vicenza

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