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Fermiamo la legge ammazza diritti

(2 Aprile 2010)

Il Presidente della Repubblica ha rinviato alle Camere la legge sul lavoro recentemente approvata. Il motivo principale di questa importante decisione è “l’arbitrato”.

Infatti la legge introduce il principio dell’”arbitrato con equità” per tutti i contenziosi sul lavoro.

Vuol dire che al posto del giudice, quando sono violati i diritti – tutti: salari, orari, condizioni di lavoro, licenziamento ingiusto – il lavoratore dovrà rivolgersi ad un arbitro che non agirà secondo le leggi e i contratti ma secondo il principio dell’”equità”. Cioè dando una piccola mancia in cambio della perdita dei diritti.

La cosa più grave è che questa rinuncia ad andare dal giudice il lavoratore la dovrebbe fare già nel momento dell’assunzione, quando è più debole, quando pur di lavorare è costretto ad accettare qualsiasi cosa. Perché sia valida basta la “certificazione” di qualche Ente bilaterale o sindacato compiacente.

In questo modo non solo tutti i nuovi assunti, tutti e tutti coloro che sono licenziati e che cercano un nuovo posto di lavoro, tutti i giovani, i precari, le donne e gli anziani, rinuncerebbero preventivamente a difendere i loro diritti in tribunale, ma, cosa ancor più grave, le imprese saprebbero dall’inizio che il lavoratore ha rinunciato a farlo.

Le imprese saprebbero subito che il nuovo assunto è privo di diritti tutelati dal giudice. Cioè che sarebbero impunite quando li violano. Così i diritti e i contratti sono cancellati nel momento stesso dell’assunzione.

Questa legge vergognosa è stata varata con il consenso della Confindustria, della Cisl e della Uil ed è stata rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica dopo che tanti giuristi, l’opinione pubblica democratica, la Cgil, ne hanno denunciato il carattere non costituzionale.

Ora c’è il tempo e lo spazio per provare a fermarla, mobilitandoci ovunque per dire NO alla distruzione dei diritti, dei contratti e alle complicità sindacali.

No alla rinuncia ai diritti - No all’arbitrato
Mobilitiamoci per i diritti del lavoro garantiti dalla Costituzione

Rete28Aprile nella Cgil

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