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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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La verità a testa in giù: alla Piaggio e alla Trust Plaston di Asti

(27 Luglio 2003)

La vicenda di Angela Recce, operaia e delegata RSU della Piaggio, rappresentante sindacale della Fiom e riferimento importante di Rifondazione Comunista sul territorio pontederese, colpisce profondamente soprattutto per la mistificazione che è in atto da tempo: rovesciare le accuse per intorbidare le acque, per confondere e rendere impossibile riconoscere chi si batte per i tuoi diritti e chi invece, sistematicamente, giorno dopo giorno, ti toglie un pezzetto di salario, di sicurezza, di stabilità, di dignità.

Che Angela Recce possa aver pronunciato una frase simile a quella incriminata (o anche qualsiasi parola offensiva) contro la lavoratrice straniera è assolutamente incredibile, inconcepibile, fuori da ogni logica e da qualsiasi senso per chi, quotidianamente, è impegnato a tentare di organizzare le lotte dei lavoratori e comprende a fondo tutti i ricatti a cui i lavoratori (soprattutto se precari e immigrati) sono sottoposti dal padrone e dai suoi sgherri.

Ad Angela Recce va dunque la nostra piena solidarietà per un attacco gravissimo, soprattutto perché proveniente da una organizzazione (la Fim-Cisl) che anziché difendere i reali interessi collettivi dei lavoratori cerca di instaurare rapporti individuali e clientelari, come nel caso della lavoratrice africana, dopo aver firmato il vergognoso Patto per l’Italia con il governo Berlusconi che rende ancora più precarie le condizioni dei lavoratori, succhiando ancora salario e diritti in vista dell’attacco finale alle pensioni.

Va dunque respinta la manovra che vorrebbe distogliere l’attenzione dal problema reale denunciato durante il corteo interno alla Piaggio, quello delle pesantissime condizioni di lavoro e ambientali peggiorate ulteriormente dal caldo insopportabile di queste settimane, a cui l’azienda ha sempre risposto intensificando i ritmi di lavoro e inasprendo lo sfruttamento, per poi introdurre tra qualche settimana una ingiustificata cassa integrazione.

Il 23 Luglio Salvatore Bannino è stato licenziato nella fabbrica di Asti dove da poche settimane lo avevano eletto delegato Rsu e coordinatore di Cobas.

Già due anni fa Salvatore era stato licenziato con un motivo pretestuoso e il tribunale aveva costretto la Trust a reintegrarlo sul posto di lavoro. Il lavoratore ha poi dovuto continuare a difendersi dalle ripetute diffamazioni con cui il Padrone della fabbrica si esternava in pubblico e da altre malevolenze, come cambi di orario senza preavviso nel turno centrale, inesistente (!!), creato appositamente per Salvatore alle prese con una causa per mobbing contro l’azienda

Il licenziamento di un delegato è un avvertimento a tutti i colleghi: chi alza la testa e chiede salario e diritti può fare la stessa fine.

Confederazione Conas Pisa
cobaspi@katamail.com
confcobaspisa@inwind.it

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