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Addio compagne

Addio compagne

(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
Il logo della campagna di tesseramento del prc 2010 è una scarpa col tacco a spillo

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Una lettera del circolo PRC di Parigi

(5 Agosto 2003)

Al Dipartimento Esteri
e per conoscenza
agli iscritti del Circolo "XXV Aprile" di Parigi
a tutte le strutture del Partito

Per il circolo di Parigi, ma anche per tanti altri circoli, non è purtroppo una novità essere oggetto di "attenzioni" critiche, in seguito alle contraddizioni politiche evidenziatesi nel partito nel corso dell'ultimo Congresso, svoltosi a Rimini nel 2002.

Da alcuni mesi il Circolo di Parigi del Partito della Rifondazione Comunista, "XXV Aprile", è sottoposto ad una campagna diffamatoria da parte di alcuni militanti "a cavallo", vale a dire con una gamba dentro il partito e l'altra fuori. A costoro il Circolo non piace perché, come dicono loro, "non applica la linea del Congresso di Rimini". Ma la critica è raramente politica: molto più spesso gli attacchi sono stati di natura puramente calunniosa e personale.

Da qualche giorno, il significato e gli effetti di questa campagna diffamatoria "preventiva" stanno venendo alla luce. Ci è stato infatti comunicato - peraltro in maniera impropria e non formale - che a differenza degli scorsi anni a gestire lo stand del PRC alla Festa de l'Humanite' di Parigi non saranno più i compagni del Circolo, né tantomeno potranno esserci gli altri compagni che tradizionalmente ci aiutavano a gestire lo stand, provenienti da Crema e da Vinovo (La Spezia).

Gianni Favaro, responsabile nazionale per l'organizzazione delle feste, anch'egli colto di sorpresa, ha provato a spiegarci le ragioni per le quali in qualche "stanza" romana è stato deciso di non autorizzare queste presenze - benché in un primo tempo Gennaro Migliore, responsabile nazionale per i rapporti con l'estero, gli avesse garantito la riconferma. La decisione è stata presa in una riunione alla quale Favaro non è stato neanche invitato: "In quella riunione, da quanto ho capito - ci scrive Favaro - è stato deciso sia il cambio dei circoli (incaricati della organizzazione) sia la mia esclusione da qualsiasi rapporto con i circoli che partecipano alle feste all'estero. Da quello che ho capito la decisione ha anche una natura politica sia nei confronti dei circoli di Crema e Vinovo, sia nei confronti del circolo di Parigi, sia nei miei."

Per quanto ci riguarda, siamo ancor più sorpresi di questa decisione poichè nei giorni appena precedenti avevamo informato il Dipartimento Esteri dello stato di avanzamento della organizzazione dello stand della festa.
La nostra segretaria aveva mandato un messaggio sia a Gennaro Migliore che a Gianni Favaro contenente anche il programma delle iniziative:

- Festa di inaugurazione dello stand il venerdi sera con intervento musicale della Chorale Populaire de Paris, di cui fa parte una compagna del nostro direttivo.
- Concerto jazz di un trio capitanato da un iscritto al circolo che è musicista.
- Presentazione di un libro sulla resistenza da parte di un illustre italiano emigrato in Francia che fu anche deputato in Francia.
- In più stiamo lavorando con un gruppo di insegnanti francesi ad una serie di iniziative di scambio tra insegnanti francesi ed italiani sul decentramento scolastico al seguito del movimento di lotta francese che riprenderà dopo le vacanze. Questo lavoro è nella prospettiva di un lavoro con il dipartimento scuola del partito ed in previsione di un iniziativa in tal senso al Social Forum di novembre. Ci stiamo lavorando con Walter Mancini.

Tutti i compagni si stanno attivando per questa cosa e i compagni di Crema hanno gia prenotato camion, camper et materiale.

Non vediamo assolutamente che cosa nel progetto di lavoro per la festa dell’humanité appena esposto possa aver creato un problema politico. Ci stupiremmo anzi se il Dipartimento esteri ci dovesse considerarecome “un problema”.

Ricordiamo che il nostro circolo ha invitato diverse volte a Parigi sia il compagno Bertinotti che il compagno Alfonso Gianni e che entrambi si sono comportati con noi con grande rispetto e gentilezza.

Ricordiamo inoltre che come lo dice lo statuto ogni compagno deve essere posto a conoscenza degli adebiti che gli siano eventualmente mossi. Se il Dipartimento Esteri ha qualcosa da obbiettare al circolo di Parigi questo deve essere fatto attraverso le vie ufficiali.

Di fatto, in una telefonata della nostra segretaria a Fabio Amato, del Dipartimento Esteri in data 29 luglio 2003, il compagno ha affermato che il PCF avrebbe “emesso una protesta formale contro il circolo dopo la festa dell’Humanité l’anno scorso”.

Questo non ci risulta assolutamente, poichè viceversa abbiamo ottimi rapporti con le istanze del PCF con le quali siamo in contatto. Ma se esistesse un problema con il PCF come mai non ne siamo stati messi al corrente ne dal PCF né dal nostro Partito?

Noi chiediamo un chiarimento immediato della situazione al Dipartimento Esteri il quale deve dirci chiaramente ed in modo esplicito che cosa ha da obbiettare sul nostro operato, e parimenti ascoltare il nostro punto di vista in merito. Questo ovviamente al fine di un chiarimento. Poiché se il problema consistesse nel rimproverarci di applicare il mandato congressuale del Circolo e della Federazione, pur nel rispetto delle opinioni di ognuno, allora la discussione sarebbe ovviamente più che aperta ma noi non potremmo accettare delle sanzioni per delitto di opinione. Questo sarebbe grave e minaccerebbe il pluralismo del nostro Partito.

Vorremmo concludere con due appelli :

Il primo, già rivolto al Dipartimento Esteri da Gianni Favaro, è che ci si astenga, al contrario dell'anno scorso, dall'assecondare associazioni e singoli individui che da mesi cercano di infangare e dividere il partito.

Il secondo, rivolto ai nostri iscritti, è quello di mantenere quel senso di responsabilità che, evidentemente, alcuni dirigenti dimostrano di non avere, e di aiutare i nuovi compagni che arriveranno a preparare lo stand.

La segreteria del Circolo XXV aprile di Parigi

Fonte

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