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Maflow attenti a montagnoli

(6 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Maflow, occhio a Montagnoli, Terminator delle fabbriche/2 Il Terminator delle fabbriche Walter Montagnoli piano piano prosegue l'obiettivo e si fa le ossa per la sua occupazione futura come consulente dei padroni.
Ieri, 4 agosto, l'ennesima uscita: “Noi puntiamo sul rilancio affinché lo stabilimento italiano resti la testa progettuale del gruppo”.
Cosa sarebbe il rilancio? E lo stabilimento italiano? E la testa progettuale del gruppo?
Ma un operaio, magari dopo vent'anni di lavoro a turni, sfiancato dalla monotonia del lavoro alienato, senza poter sperare in un futuro diverso per se e i propri figli, dovrebbe preoccuparsi di pensare da padrone e impegnarsi per il rilancio della fabbrica?
Ma cercare soluzioni a questa crisi, all'interno di questo sistema di sfruttamento dove il plusvalore viene sempre intascato dai padroni, non significa semplicemente la ricerca di un fantomatico capitalismo più umano?
Ma fermiamoci alle questioni più immediate.
Ieri, 4 agosto, al Ministero dello Sviluppo Economico, dove il presidio del 29 luglio aveva "strappato" l'impegno alla partecipazione dell'assessore regionale al lavoro, il Terminator ha potuto constatare il proseguimento del suo obiettivo.
Montagnoli e la nuova proprietà iniziano a parlare lo stesso linguaggio, quest'ultima concede "ben 120 posti", ma il sindacalista parla ancora di 200.
Proviamo a sparare una cifra, si metteranno d'accordo per 160?
Fare un presidio per "strappare" la partecipazione dell'assessore al lavoro, dichiarare che: “La situazione è ancora di stallo, anche perché è un tavolo che vede tutta una serie di problemi certamente risolvibili, ma abbastanza complessi” riferisce Walter Montagnoli della CUB, presente all’incontro, significa concretamente che una parte considerevole di operai non rientrerà in fabbrica.
Operai della maflow, occhio al sindacalista, sta trattando per il rilancio della fabbrica e concretamente significa che solo una parte degli operai concorrerà per far continuare i profitti al nuovo padrone, il resto andrà ad aumentare l'esercito di riserva, con una paga per qualche anno di 800 euro di cassa integrazione.

Dai cancelli delle fabbriche in lotta

www.operaicontro.it

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