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Manifestazioni contro la caccia ai rom

(5 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

CORRIERE Poche centinaia di persone in piazza a Roma ma molte migliaia a Parigi (50.000 per gli organizzatori, 12.000 per la polizia) e in altre città d'Europa, per dire no al razzismo contro il popolo rom e sinti. Uomini, donne e bambini, rom ma non solo, si sono ritrovati a Campo de' Fiori, a due passi da piazza Farnese dove ha sede l'ambasciata francese per la manifestazione organizzata dal coordinamento nazionale antidiscriminazione, che ha trovato l'adesione tra gli altri di sinistra Ecologia e libertà, della Cgil. La protesta è stata indetta contro la politica di Sarkozy dei rimpatri dei rom (guarda video) e contro le dichiarazioni di Maroni («Saremo più duri di Sarkozy») a favore dei rimpatri assistiti e volontari dei rom.

Da Parigi a Roma proteste contro il razzismo CONTRO IL PIANO ROM DELLA CAPITALE - La manifestazione si svolta anche contro il Piano rom della capitale. «L'attuale amministrazione comunale - si legge in un volantino - ha peggiorato le condizioni di vita dei rom». «La società civile - ha detto Santino Spinelli, del Coordinamento - deve rispondere agli attacchi contro i rom. Siamo qui anche per dire no ai campi rom: bisogna fermare questo genocidio culturale che non è degno di un Paese civile». Ma il sindaco di Roma Gianni Alemanno fa sapere: «L'obiettivo del Comune di Roma è garantire la legalità come premessa al lavoro di integrazione». Il problema dei «microcampi» di Roma e dintorni, ha spiegato il sindaco, è «un problema di sicurezza», lì «mancano acqua, luce, non c'è nessun accorgimento igienico-sanitario. Inoltre, per ogni sgombero abbiamo messo in piedi un sistema di accoglienza e di alloggio per dare alternativa per chi le vuole».

La manifestazione di Parigi (Reuters) CINQUANTAMILA IN PIAZZA A PARIGI - Sono 50.000 (12.000 stando alle cifre della polizia) i manifestanti a Parigi contro la politica di espulsione dei rom da parte del presidente Sarkozy. Nel corteo, molti politici e artisti. In prima fila le famiglie Rom di Choisy-le-Roi, periferia di Parigi, il cui accampamento è stato raso al suolo il 12 agosto. Ma le manifestazioni si svolgono anche in altre città: tra la Francia e l'Europa sono infatti 130 le proteste, indette da decine di associazioni e organizzazioni per la difesa dei diritti umani con il sostegno dei sindacati e dei partiti di opposizione. La marcia parigina ha preso il via verso le 14,30 con uno striscione in apertura del corteo: «No alla politica disumana di Sarkozy». Il presidente francese aveva annunciato a fine luglio un inasprimento della sua politica di sicurezza. Ma decidendo di smantellare i campi illegali di Rom e annunciando l’intenzione di togliere la cittadinanza ai neofrancesi di origine straniera che si macchino di certi reati, Nicolas Sarkozy ha suscitato l’indignazione dell’opposizione e di certa parte della società civile. Da fine luglio, circa 1.000 Rom rumeni e bulgari sono stati rimpatriati e un centinaio di campi illegali sono stati smantellati.

L'INTERVENTO DI FERRERO - Al sit in in corso nella capitale è intervenuto anche Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Federazione della sinistra: «la bestia peggiore è il razzismo. La politica degli sgomberi non fa altro che rompere legami sociali e ha lo scopo di raccogliere consensi dall'opinione pubblica. Si costruiscono nemici per poi annientarli». Alla manifestazione è arrivato anche Pietro Terracina, ex deportato di Auschwitz: «oggi bisogna dare ai rom la possibilità di avere una vita dignitosa e di avere delle possibilità».

LE TESTIMONIANZE DEI ROM - «Un lavoro, una casa, e l'istruzione per i propri figli.
Sono questi i nostri sogni -ha raccontato Berisa Sabahudin, rom che vive a Trento- sono in Italia dal 1991, I miei figli vanno a scuola e faccio una vita da italiano.
Sono venuto qui a Roma e sono sceso in piazza per dire che siamo discriminati e bisogna dire basta al razzismo. Non bisogna pensare sempre per stereotipi: i rom si inseriscono nel Paese dove arrivano: io parlo italiano e lavoro».

Redazione online 04 settembre 2010

www.operaicontro.it

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