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Morti bianche

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(1 Settembre 2011) Enzo Apicella

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(L'unico straniero è il capitalismo)

Atti del Convegno dei migranti del 21 settembre, Padova

Nota introduttiva di Mauro Tosi, Presidente del Gruppo PRC in Consiglio regionale Veneto

(28 Settembre 2003)

La responsabilità di aprire un dibattito-confronto su una tematica che è e sarà sempre più al centro dello scontro politico nella nostra regione e a livello nazionale, che coinvolge la concezione della società, dei diritti , della concezione stessa di democrazia.
Non si può parlare di migranti, di bisogni e di diritti , senza mettere in discussione il modello economico, l'assetto sociale che ne dipende, il complesso mondo delle relazioni culturali, politiche.
Non si può parlare di migranti e di migrazione se non in un quadro di giudizi severi e nella prospettiva di vaste e radicali lotte per arrestare la logica di potenza imperiale che riduce ad uno la gestione delle risorse del pianeta, i diritti e la determinazione dei popoli, la dignità e la vita delle persone.
Come abbiamo operato per inserire un cuneo nella dialettica cieca fra terrorismo e guerra, per ostacolare l'ondata liberista , per riporre al centro un nuovo modello di sviluppo, di utilizzazione delle risorse, di diritti individuali e collettivi a fianco delle grandi manifestazioni va costruito, realtà per realtà, un movimento di iniziativa e di lotta che contrasti la frammentazione sociale, la divisione del mondo del lavoro, che riproponga alla logica della divisione fra deboli e dell'esclusione, un terre no di confronto e di unità, un modello di società solidale e inclusiva.
Il senso di questo incontro, la partecipazione come partito e gruppo alle iniziative e alle battaglie dei migranti rientrano per noi in questa logica generale di iniziativa , la ricomposizione della classe, la costruzione di un altro modello di società.
Come le bandiere della pace noi siamo qui a testimoniare che un altro mondo è possibile.
Chi sono i migranti nella nostra regione, come vivono, come lavorano????

La presenza di migranti nella nostra regione è importante, sia per la quantità sia per la composizione, che per l'apporto economico e sociale .

La quantità - Gli ultimi dati del ministero degli interni, agosto 2003, parlano di 200.000 permessi con un forte incremento 40.000 unità, 29% più rispetto all'anno precedente,dati destinati ad aumentare con il completamento delle regolarizzazioni e con il computo degli irregolari, ci dicono di un rapporto fra migranti e locali intorno alle medie europee 4/5 %.
La concentrazione abitativa corrisponde alla dislocazione dei distratti produttivi e gli stessi dati INAIL, Veneto Lavoro, descrivono la collocazione lavorativa in questi settori :
50% industria manifatturiera.
25% servizi.
20% agricoltura e costruzioni.

Interi settori produttivi dipendono dalla presenza di lavoratori migranti , dal distretto della concia di Arzignano alle metalmeccaniche di qualità , Treviso, Vicenza.
Il giudizio delle organizzazioni imprenditoriali del Veneto,(documento 12 Maggio 2003), è significativo: "l'immigrazione è considerata dalle associazioni imprenditoriali del Veneto un fenomeno di dimensioni strutturali. L'economia può infatti risentire dei cicli ma l'apporto della mano d'opera non residente appare comunque determinante e perdurante nel tempio."
Il parametro più significativo per misurare il rapporto fra migranti e società ci viene però dai dati sulla nuova composizione dei nuclei familiari , cresce sempre di più la componente femminile delle comunità migranti , cresce anche di più la componente minorile.
"Si tratta ,---, di una popolazione sempre più stabile, come evidenziato dall'aumento dei permessi di soggiorno rilasciati per il ricongiungimento familiare, di conseguenza, dal peso crescente della componente femminile e del numero di minorenni stranieri in anagrafe - la percentuale di popolazione femminile straniera iscritta in anagrafe è passata da un valore del 35,4% nel 1992 a circa il 43% alla fine del 2000. Anche la componente minorile è in rapida crescita e alla fine del 2000 risulta pari a 31.412 unità, circa il 25% in più rispetto all'anno precedente.- il numero di nati con cittadinanza straniera durante l'anno 2000 risulta di 3.175 unità, 27% in più rispetto all'anno precedente- Aumenta il numero di coloro che ottengono la cittadinanza italiana 1250 nel 1999. " (Piano regionale di sviluppo Regione Veneto, 2003).
Particolare rilievo hanno i dati sulla presenza nella scuola, " gli alunni stranieri sono 28.418 su un totale di 529.818 , il 5,3%. Una presenza in costante crescita, : erano 14.140 nel 99-00 e 27.762 lo scorso anno."(Rapporto immigrazione R.V.).
Emerge da questi dati che si è compito un processo di trasformazione sociale, pur nelle difficoltà di accettazione, nelle pieghe di una società esclusiva il lavoratore migrante è uscito dalla fabbrica,si è trasformato in cittadino. Si sono costituiti o ricomposti nuclei familiari, bambini e giovani di diverse etnie, si confrontano e costruiscono nella scuola pubblica la nuova società multietnica.
Contro questa prospettiva per alimentare una contraddizione orizzontale, fra sfruttati, lavorano forze politiche che esprimono culture e progetti politici diverse ma che le portano ad un comportamento sostanzialmente omogeneo, dalla Lega che lavora per l’espulsione dal territorio delle diversità etniche , alla visione più sottile, sostanzialmente differenzialista, proposta da Alleanza Nazionale, la presenza dei migranti formalmente accettata ma ridotta al ruolo di sub-cittadini, con diritti parziali e dislocata in ambiti anche territorialmente marginali. Sostanzialmente nella stessa logica lavorano anche le associazioni imprenditoriali attente ad aver accesso facile a forza lavoro a basso costo e facilmente controllabile. Le associazioni imprenditoriali preferiscono parlare di integrazione e non di inclusione, attente al produttore e non al cittadino.
La Bossi-Fini è lo strumento del processo di riduzione a merce-lavoro del migrante, introduce la modalità per cui imprenditore, stato, organi repressivi lo pongono in una condizione di limitazione dei diritti, di controllo coercitivo, lo privano di possibilità di rivendicazione dentro e fuori il posto di lavoro. E' esemplificativa la citazione delle associazioni imprenditoriali."Lo spirito della legge pone l'impresa e la persona-famiglia nel ruolo dei "soggetto generatore " del rapporto di lavoro e del conseguente permesso di soggiorno per l'immigrato".
Dello stesso tono è l'approccio alla tematica della Giunta Regionale, ( documento di programmazione economica e finanziaria 2003) " la rinnovata normativa nazionale in materia di immigrazione pone la legalità dell'immigrazione e la risorsa lavoro al centro della convivenza civile e dell'equilibrio sociale"-
In entrambi i casi la parte più significativa della proposta è quella di operare per la funzionalità del percorso atto a garantire la facile riduzione del migrante a forza-lavoro, così detta il citato documento degli imprenditori veneti (per questo appare sempre più importante la messa a regime del “diritto di prelazione”, che comporta da un lato a raccolta e la selezione della domanda di manodopera proveniente dalle imprese, dall’altro la creazione di “canali strutturati” per la ricerca, la selezione e la prima formazione, già nei paesi di origine dei candidati (stranieri o cittadini italiani residenti all’estero) ad emigrare in Italia).
Con lo stesso tono risponde la Giunta Regionale nel DPEF del 2003 ( il programma 2003 investe sulle partecipazioni operative di soggetti come le associazioni datoriali, percorsi strutturati di accompagnamento dell’immigrazione dai paesi di origine ai luoghi di accoglienza e promozione dell’incontro domanda-offerta ).
Nella sostanza l’operatività della Regione Veneto, come del resto delle associazioni industriali è ridotta a nulla, e nei residuali investimenti, realizzati utilizzando con grave ritardo i contributi statali del governo di centrosinistra, dirottati per il 50% , su pressione di Lega e AN, alle politiche per favorire il rientro dei Veneti-Argentini, troviamo tutta la logica della destra regionale, tante strutture, tante collaborazioni, tante proiezioni massmediatiche, tanti viaggi all’estero( Zanon l’assessore ossimoro in Argentina, il presidente del Consiglio Cavaliere in Brasile) risultati concreti praticamente nulli, i pochi realizzati o in itinere marchiati dal segno della provvisorietà o dalla esclusione dei nuclei familiari.
La dimensione dell’operazione immigrazione è sancita dal rapporto fra portata dell’investimento-indirizzo politico che esiste fra il trattamento destinato agli emigranti veneti di ritorno egli immigrati, nella logica deforme di costruire un’alternativa al bisogno di manodopera migrante espresso dalle aziende venete e , nello stesso tempo, di affermare un richiamo tutto ideologico alla contiguità etnica del sangue e del richiamo alla terra ( Haider insegna).
Rimuoviamo ogni dimensione di conflittualità con questi lavoratori, che cercano di dare risposta ad una tragica crisi di un paese travolto dalle politiche neoliberiste e che sono ancora una volta , anche in Italia, vittime di un’azione mediatica speculativa della Zanussi e della Giunta.
Vale come commento sulla logica dell’operazione il giudizio del presidente dei “Trevigiani nel mondo” che in una convenzione parata dell’assessorato regionale ebbe a dire –loro in albergo gli immigrati sotto i ponti-. Il costo stanziato per i circa 200 emigranti di ritorno è ben oltre i 4 miliardi di vecchie lire, 24 milioni cadauno, comprensivi di corsi di formazione e reclutamento in loco, viaggio, alloggio in albergo in attesa di assegnazione di casa popolare, assunzione a tempo indeterminato, possibilità di accedere a mutui agevolati per acquisto o ristrutturazione di casa.
Al confronto il quadro di interventi a favore dei migranti per l’anno2003 e la sintesi di quelli effettuati nel 2002 sono una precisa denuncia morale e politica.
Per i circa 215.000 lavoratori regolari presenti in Regione Veneto, secondo i dati dello stesso assessorato ( 154.633 permessi di soggiorno al 2002- 61.418 domande di regolarizzazione) la Giunta Regionale -DGR 1866 13 giugno03- prevede la spesa complessiva di 6.845.029 _.
Troppo facile costruire un rapporto spesa per persona che pure da il senso della assoluta inadeguatezza di tutto l’intervento in particolare mi interessa sottolineare:
- L’osservatorio sull’immigrazione nel veneto è tuttora in fase di gestazione, dopo due anni di finanziamenti la Regione Veneto non è dotata di uno strumento per la conoscenza dell’entità e della qualità del fenomeno. L’evento non ci sembra casuale.
- Per quanto riguarda la questione casa si passa dalla ridicola cifra di 1 milione di _ , bando che prevedeva per province ed enti contributi “per l’efficace inserimento degli immigrati nel territorio Veneto dal punto di vista dell’alloggio, della formazione , dell’informazione , dell’integrazione culturale” si passa ad un investimento un po’ meno vergognoso, circa 4.065.000._ . Ma la caratteristica marginalità e di totale provvisorietà dell’intervento emerge dal bilanci dell’attività svolta sulla questione casa nel corso dell’anno2002. Gli unici interventi programmati riguardano gli Ater di Padova e di Vicenza.
“L’Ater di Padova ha già trasmessoalla Regione la propria progettualità. In particolare il –Progetto per la creazione di alloggi temporanei di prima residenza per lavoratori migranti- prevede un totale di n° 45 alloggi e n° 115 posti letto. In 10 anni viene previsto un turnover di 800 migranti sulla base di una rotazione media stimata di 16 mesi.”
“L’Atere di Vicenza prevede complessivamente 32 unità abitative destinate ad accogliere 81 lavoratori…è stata predisposta bozza di contratto di locazione ad uso foresteria che prevede l’obbligo del locatario(azienda)a versare all’ateril relativo canone _ 150-200 mensili per posto letto e a rispettare il principio della temporaneità.”
L’impresa diventa cosi “soggetto generatore” non solo del permesso di soggiorno ma del diritto all’alloggio tanto più quando la Rgione si appresta a concludere la DGR2801 ” concessione , in convenzione con le associazioni di categoria, di contributi regionali alle imprese del Veneto per interventi di inserimento in alloggi di lavoratori extracomunitariregolarmente assunti a tempo …e delle loro famiglie.” Il dato attuale è:
- n° 61 le imprese ammesse al contributo.
- 269.940 posti letto-giorno resi disponibili
- di cui per familiari 108.486.

Tralascio elementi ulteriori di analisi e di riflessione sui punti successivi del programma della regione, il tutto trasuda della filosofia dell’esclusione, gli immigrati sono accettati solamente come lavoratori, e come lavoratori di basso rango.
Questa politica nei confronti dell’immigrazione , la mancanza di politica di inclusione , cammina , nella nostra regione , con un feroce taglio agli elementi centrali della tutela sociale così sulla sanità, l’assistenza, la scuola pubblica, le politiche di tutela delle categorie più deboli.
Il senso della nostra battaglia è quello di costruire un fronte di unità rivendicativo per migliori condizioni di vita e di lavoro, sconfiggendo ogni tentativo di contrapporre deboli a deboli realizzando con la guerra fra poveri l’affermazioni delle logiche della destra estrema che governa la nostra regione.
Non sta a me definire gli elementi di una proposta di piattaforma per i diritti sociali, democratici, del popolo migrante, scopo di questo incontro è quello di confrontare esperienze e misurare proposte, posso portare , dalla sede della regione un contributo specifico per la battaglia comune contro l’operazione in atto di disgregazione e privatizzazione dei diritti universali in primo luogo scuola e sanità che cammina insieme alla rottura del valore solidaristico del patto sociale. Sapendo che la riduzione della tutela sanitaria e assistenziale, l’aumento della selezione nella scuola colpiranno in primo luogo i cittadini più deboli e fra loro i migranti.
Sulla casa non vedo risposta se non nella sconfitta della proposta di ridurre il diritto alla casa come elemento di socialità, di partecipazione alla comunità, ad alloggio per lavoratori, foresteria.
La casa va sottratta, per il popolo migrante, come per tutti gli altri lavoratori e cittadini alla speculazione, alla logica dell’investimento finanziario, va lanciata una campagna per ottenere grossi investimenti per l’acquisto o la costruzione di case di EEP (con piena applicazione del criterio reddituale nelle graduatorie di assegnazione).
Ma il terreno su cui si misura oggi , in consiglio ragionale e nella società, lo scontro con la destra è quello della democrazia, del progetto di società e della struttura istituzionale.
E’ centrale per i cittadini migranti e per i valori generali di democrazia conquistare il diritto alla partecipazione, all’espressione democratica, al voto. E’ un terreno di conquista per tutti, come RC lanciamo la proposta di una legge regionale d’iniziativa popolare per il voto amministrativo per gli immigrati residenti.
La riscrittura dello Statuto Regionale è per questa maggioranza l’occasione per un’aggressione ai valori dell’uguaglianza, della solidarietà, della stessa centralità della persona , è sulla definizione e sulla determinazione della cittadinanza che si misurano il ruolo e la partecipazione delle comunità migranti alla futura società veneta. Ci impegniamo a farne oggetto di una battaglia radicale più larga ed estesa possibile coinvolgendo su questo il popolo della sinistra e le forze democratiche tutte.
Il vecchio statuto regionale, scritto nel 70 in una fase di lotte sociali e democratiche e di attenzione e sensibilità per valori universali , in una fase di forte arretratezza economica che vedeva il Veneto terra di emigrazione, all’art. 4 , terzo comma dei principi fondamentali, nei compiti della regione poneva “eliminare le cause dell’emigrazione”.
O il nuovo statuto sarà nei confronti dei nuovi cittadini, delle comunità migranti altrettanto attento, manifesterà altrettanta sensibilità per i valori di libertà e di uguaglianza o la nostra scelta è di mantenere la vecchia carta statutaria.


Padova 21 settembre 2003.

Mauro Tosi

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