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(15 Settembre 2010)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org
La rabbia dei precari della scuola ha bloccato per ore lo Stretto di Messina con gravi ripercussioni per i collegamenti tra il continente e l'Isola. E solo nel tardo pomeriggio hanno progressivamente abbandonato la banchina del molo di Messina invasa sin dalla mattina al grido di "Invadiamo lo Stretto: un ponte per la scuola". Gli insegnanti hanno bloccato per oltre un'ora un imbarcadero, bloccandolo, e rallentando in generale il traffico in entrata e in uscita dal porto di Messina. Attimi di tensione si sono vissuti quando, dopo aver eluso il cordone di sicurezza allestito dalla polizia, i precari si sono concentrati davanti alla zona di accesso al traghetto "Riace", costretto a ritardare la partenza. Disagi si sono registrati anche al traffico ferroviario, con un gruppo di insegnanti che ha bloccato in stazione due treni provenienti da Torino e diretti a Siracusa e Palermo. Alla manifestazione di Messina, cui faceva da contraltare la protesta a Villa San Giovanni, hanno aderito circa 4mila persone provenienti da tutta la Calabria e da altre regioni del Mezzogiorno.Durante la manifestazione contro i tagli alla scuola di domenica 12 settembre, 600 lavoratori e attivisti dell'USB hanno bloccato per protesta l'accesso ai traghetti sul versante calabrese.
Anche dall'altra parte dello Stretto, a conclusione di un folto corteo di alcune migliaia di lavoratori con la partecipazione di USB , è stato bloccato l'imbarco dei traghetti. E' questo non più un gesto di disperazione individuale, come erano stati i casi dei lavoratori entrati in sciopero della fame, ma il segno della forza e della determinazione dei lavoratori della scuola che intendono difendere i propri posti di lavoro e la scuola pubblica.
La protesta chiaramente non intendeva colpire chi aveva necessità di utilizzare i traghetti. Siamo anzi consapevoli che solo connettendo tutte le lotte dei lavoratori otterremo dei risultati.
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