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Stabilimenti Zoppas: la delocalizzazione selvaggia spoglia l'occupazione nel Veneto

(4 Luglio 2003)

Presentata alla Regione Veneto una interrogazione a firma dei consiglieri di Rifondazione Comunista Maurizio Tosi e Pietrangelo Pettenò, sulla situazione allarmante alla Zoppas.

Il gruppo industriale Zoppas attualmente comprende 5 stabilimenti in Italia: IRCA,RICA,SEV, SIPA, CORIS (pn).

Dopo un periodo di espansione degli anni '97/'98 (ricordiamo che nel 97 la Zoppas fece annunci per la ricerca e l'assunzione di dipendenti), verso la seconda metà del '98 il gruppo iniziò a delocalizzare le proprie attività, con ripercussioni pesanti per l'occupazione nel nostro paese e nelle stesse industrie nel Veneto.

I paesi interessati a ricevere le produzioni sono Romania, Messico, Cina e Brasile. L'azienda motiva questa massiccia delocalizzazione, che riguarda prima la SEV, poi l’IRCA, la RICA e infine la SIPA con necessaria riduzione dei costi. L'espansione e lo sviluppo del gruppo si basa attualmente solo sullo spostare le lavorazioni all'estero. Recentemente Zoppas ha deciso di spostare anche i nuovi prodotti (Philips) oltre a lavorazioni ad alto contenuto tecnologico.

In soli quattro anni nel gruppo si sono persi nel nostro paese circa 1000 posti di lavoro.

Gli stabilimenti in Romania (San Nicolao-Timisoara) sono nuovi o ristrutturati, con impianti in parte nuovi e in parte provenienti dalle fabbriche venete. Attualmente lavorano circa 2500 dipendenti. La dirigenza Zoppas motiva le delocalizzazioni rilevando il basso costo dei prodotti, tale da costringere l'azienda a fabbricarli in paesi con un minor costo del lavoro; prodotti che occorre ricordare costruiti all'estero ma commercializzati in Italia.

Allo stabilimento IRCA il numero delle linee di "lavaggio" sono passate da 12 a 5, la capacità produttiva è stata dimezzata e gli impianti spostati in Romania. Attualmente 110 lavoratori stanno facendo cassa integrazione a rotazione per un lungo periodo.

Alla CORIS 60 dei 90 dipendenti sono in cassa integrazione, mentre alcune lavorazioni (radiatori a olio) sono state spostate in Romania.

Alla RICA da 7 linee produttive si è passati a 5 linee. Attualmente i lavoratori utilizzano ferie e permessi personali per evitare la cassa integrazione.

Alla SIPA alcuni impianti sono stati portati all'università in Romania come esperimento scolastico. Sono in corso esperimenti di "mobilità" infra stabilimenti non regolate da contratto e quindi del tutto estemporanee e inoltre sono state delocalizzate le seguenti produzioni: “quadri elettrici” in Romania; “presse” nella ex-Jugoslavia e Romania, produzione di alcuni macchinari, come soffiatrici, in Brasile.

Nello stabilimento SEV si è già ricorsi alla mobilità. Con un accordo firmato nell'aprile 2002 con scadenza 2003, prevedeva 168 esuberi poi mediati a 115. Per i lavoratori è prevista mobilità e incentivi volontari variabili da 5.000 a 14.500 euro in base all'età (incentivo di licenziamento). Attualmente non si conoscono le intenzioni dell'azienda, anche se si sa che entro la fine del 2003 l'azienda intende spostare almeno il 50% delle lavorazioni all'estero. Occorre tener presente che la SEV è situata in zona prevalentemente agricola e rappresenta l'unica grande realtà industriale (Premaor di Miane -Tv-).

Rifondazione Comunista chiede alla Regione veneto di sapere:
se intenda intervenire presso la dirigenza della Zoppas per ottenere informazioni chiare sulle strategie del Gruppo e definire una adeguata politica di tutela dei lavoratori degli stabilimenti del veneto; se la Regione Veneto o il Governo italiano abbia concesso finanziamenti o agevolazioni (ad esempio acquisto del terreno dello stabilimento SEV in cambio d'occupazione duratura) agli stabilimenti del gruppo Zoppas; se intenda verificare, per tutelare l'occupazione in Veneto, le procedure di delocalizzazione avviate dal gruppo Zoppas e la loro rispondenza alle leggi in vigore, il numero degli occupati nelle varie aziende del gruppo nei vari paesi esteri, anche in riferimento alla trasparenza ed alle relazioni sindacali e al diritto all'informazione delle Rsu.

Renato Cardazzo
PRC Veneto

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