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(15 Settembre 2010)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org
Il 15 settembre potrà diventare un giorno della vergogna per i metalmeccanici. Infatti si dà avvio agli incontri tra Federmeccanica e Fim e Uilm per adempiere alle volontà della Fiat.
Come tutti sanno questi incontri non erano in programma anzi, quando hanno firmato il loro accordo separato sul contratto, Fim e Uilm, pur rifiutando la consultazione, hanno spiegato al mondo che non c'erano deroghe. Noi non ci abbiamo creduto e abbiamo fatto bene.
Quando la Fiat ha minacciato prima i lavoratori e poi la stessa Confindustria per avere le deroghe, cioè la cancellazione del contratto nazionale, prima la Federmeccanica e poi Fim e Uilm hanno dichiarato: "obbedisco!".
Siamo di fronte a una trattativa clandestina che non ha nessuna verifica e nessun riscontro democratico, neppure tra gli iscritti della Fim e della Uilm. Dove Fim e Uilm hanno tentato di fare assemblee di fabbrica, pochissime in verità, anche i loro iscritti hanno rumorosamente contestato la scelta di andare alle deroghe del contratto nazionale.
La verità è che secondo Fim e Uilm il voto dei 5.000 lavoratori metalmeccanici di Pomigliano sarebbe già stato valido per tutti. Un referendum organizzato e gestito dalla Fiat, sotto il ricatto del licenziamento e della chiusura della fabbrica, deciderebbe di chiudere il contratto nazionale per un milione e mezzo di metalmeccanici.
Sì, il 15 settembre è un giorno di vergogna, vergogna per chi si siede a un tavolo senza alcun mandato, vergogna per un mondo delle imprese che, ancora una volta, chiede ai lavoratori di pagare tutta la crisi promettendo uno sviluppo e un'occupazione che non ci saranno mai.
Contro questa vergogna la manifestazione del 16 ottobre è solo l'inizio del riscatto della dignità del lavoro.
www.contropiano.org
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