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Kurdistan: studenti disertano la scuola

Classi vuote in molte regioni curde a sud-est del paese. Un boicottaggio sostenuto da partiti politici e associazioni in difesa dei diritti umani, che chiedono lezioni in curdo e la fine della censura.

(23 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Roma, 23 settembre 2010 (red Nena News) foto da www.dev.akpn.net) - Il gruppo EÄŸitim-Sen e altre associazioni curde hanno promosso una settimana di boicottaggio nelle regioni del Kurdistan turco: per rivendicare il diritto a parlare e studiare nella propria lingua madre.

Una settimana di sciopero: questo l’appello fatto a studenti e famiglie nelle regione curde a sud-est. A partire dal 20, data di inzio dell’anno scolastico in Turchia. Un boicottaggio della scuola pubblica promosso anche dal Movimento per la Ricerca sulla lingua, lo sviluppo e l’educazione curde (TPZ-Kurdi).

Classi quasi del tutto vuote, come riportato dalle agenzie locali, in molte scuole di Diyarbakır, Urfa, Van, AÄŸrı, IÄŸdır, MuÅŸ, Bitlis, Erzurum and Kars. Le stesse agenzie riportano anche che la polizia turca si sia recata in alcune scuole per ottenere i nomi degli studenti che hanno disertato le lezioni. Anzi secondo EÄŸitim-Sen, il Ministero dell’educazione avrebbe inviato un’immediata circolare per intimare ai professori di registrare i nominativi degli assenti. Manovra intimidatoria, contestata da Abdallah Karahan, della sezione EÄŸitim-Sen di Diyarbakir.

Non si e’ fatta attendere la contromossa del Presidente Gül, che, dalla 65esima Assemblea delle Nazioni Unite a New York, ha subito improvvisato una conferenza stampa per accusare le famiglie di “sfruttare a fini politici gli studenti”.

A sostenere il boicottaggio e l’introduzione dell’insegnamento della lingua curda, sono oltre a TPZ-Kurdi, anche BDP (Peace and Democracy Party) e il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). Selahattin Demitars, leader del BDP, considera la campagna di boicottaggio delle scuole il giusto passo per fare pressioni sul governo turco per il riconoscimento dei diritti del popolo curdo.

Nella provincia sud-est di Hakkari, molti studenti hanno preso parte alla protesta, una regione nella quale la maggioranza dei residenti aveva gia’ boicottato il referendum per la riforma costituzionale dello scorso 12 settembre.

A Diyarbakir, migliaia di turchi hanno marciato con gli slogan “l’assimilazione e’ un crimine contro l’umanita’”.

Nel distretto di Van, alla scuola elementare di Dumlupinar, solo 30 su 3000 studenti hanno preso parte alle lezioni; Kurdi-der, un’associazione in difesa dei diritti umani, ha rilasciato una breve conferenza stampa, mentre la polizia turca con gli altoparlanti incitava i residenti a mandare a scuola i loro figli.

A Istanbul, il TZP-Kurdi ha organizzato una manifestazione in piazza Galatasaray in cui studenti hanno improvvisato una simbolica lezione in curdo. Dure le reazioni delle autorita’: il governatore Avni Mutlu ha definito “fuori questione” il boicottaggio nella citta’ delle moschee, bollando la protesta come “violazione del diritto allo studio”.

La censura nei confronti del popolo curdo non si attenua, nonostante la vittoria del si alle riforme costituzionali volute dal governo Erdogan con il referendum di settembre.

In passato Erdogan ha dato segnali di apertura, lanciando un nuovo canale televisivo per i curdi (che rappresentano il 20%della popolazione) in lingua madre, da sempre vietata. Una manovra che si e’ rivelata un bluff quasi da subito: infatti a diversi giornalisti e artisti invitati a partecipare ai programmi della nuova TV e’ stato esplicitamente chiesto di non usare termini della lingua curda (come Amed, Diyarbakir in curdo) perche’ usati da organizzazioni politiche. L’ennesima mossa del governo turco per accaparrarsi consensi del Dtp (Partito della Societa’ democratica), unico partito curdo che ha seggi in Parlamento.

Diversi rappresenmtanti politici, anche del Dtp, sono a tutt’oggi sotto processo, per aver utilizzato il curdo per discorsi politici pubblici. Lo stesso vale per giornalisti, cantanti, artisti, sindaci e anche cittadini comuni. (Nena News)

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www.nena-news.com

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