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Pace, lavoro e libertà

Pace, lavoro e libertà

(16 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Manifestazione nazionale della FIOM

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Tutti a roma con la fiom!

(16 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Sabato 16 Ottobre 2010 12:36

La manifestazione di oggi è stata una grande vittoria per la Fiom e per la Cgil, ma non solo. Questa bella, democratica, pacifica e partecipata manifestazione è di tutta l’Italia civile, dell’Italia che lavora, di chi non abbassa la testa, di chi chiede diritti, rispetto e dignità, di quell’Italia migliore di chi la governa, di chi chiede alla sinistra più impegno e risposte, dell’Italia fatta dalle centinaia di migliaia che oggi hanno sfilato nelle strade di Roma. Dopo i cortei, i cori e gli slogan, le bandiere si arrotolano, i manifestanti ritornano ai pullman e ai treni, gli striscioni vengono ripiegati, la piazza e le strade si svuotano. Ognuno torna a casa con la consapevolezza di non essere solo a combattere per i propri diritti, con la rabbia, sì, per il lavoro che non c’è ma anche con l’entusiasmo e la forza che questa giornata ci ha regalato. La lotta prosegue sui banchi di una scuola pubblica sempre più mortificata dai tagli, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, prosegue per i giovani senza lavoro, per quelli un po’ meno giovani che il lavoro lo hanno perso, prosegue per i pensionati, per i migranti e le minoranze, per chi rivendica concetti e parole antichi come libertà di espressione, legalità, giustizia sociale, democrazia, rappresentanza, diritti

LA MANIFESTAZIONE MINUTO PER MINUTO

Ore 18.45 - Epifani: "Questa è la piazza dei diritti, del lavoro, dell'occupazione. Il governo ha usato la crisi per colpire i diritti dei lavoratori. Ci vuole una politica economica radicalmente diversa perché questa ha umiliato il paese e non ha risolto i problemi". Epifani sottolinea la necessità di un progetto di Paese diverso, più coeso "dove si smetta di far pagare ai giovani, ai lavoratori, ai pensionati, ai migranti, alle aree di povertà il risanamento della crisi. Anche Epifanni annuncia che il sindacato andrà avanti con le proprie lotte, con la manifestazione confederale a Roma il 27 novembre e, in mancanza di risposte, con lo sciopero generale invocato oggi dalla piazza". "E' un onore per me parlare per l'ultima volta da segretario della Cgil in questa piazza, davanti a tanti lavoratrici e lavoratori. Viva la Fiom, viva la Cgil!"

Ore 18.30 - Sul palco, davanti al popolo dell'Italia che lavora, Guglielmo Epifani, probabilmente al suo ultimo grande comizio da leader della Cgil.

Ore 18.25 - Si è concluso l'intervento di Maurizio Landini, segretario generale Fiom. "Per Pomigliano non abbiamo solo detto di no ma abbiamo avanzato anche delle controproposte - ha affermato Landinidal palco - Eravamo pronti a discutere e a parlare di un aumento della produttività. La nostra proposta avrebbe permesso un utilizzo maggiore degli impianti. Aspettiamo ancora una risposta. La verità è che alla Fiat non interessa sapere quante auto produce ma che non ci sia diritto a contrattare. Noi alla Fiat abbiamo detto di no. Alla Federmeccanica abbiamo detto di no, perchè quando si vogliono cancellare i diritti ed il contratto diremo sempre di no".Landini risponde anche a chi aveva preannunciato scontri e disordini che non ci sono stati in questa manifestazione bella e pacifica: "Quando si arriva a invocare il morto, come il ministro Sacconi ha fatto, siamo di fronte a una irresponsabilità totale. Se c'è democrazia in questo Paese è perchè chi lavora e produce l'ha conquistata e l'ha estesa". Infine Landini annuncia: "Abbiamo il dovere di continuare questa battaglia e per continuare è necessario che si arrivi a proclamare lo sciopero generale. La democrazia e un nuovo modello di sviluppo si costruiscono con il coraggio di cambiare"

Ore 18.20 - È il rosso delle bandiere a dominare piazza San Giovanni. La rete studentesca sta mostrando uno striscione con su scritto «Gelmini dimettiti ricostruiamoci il futuro» mentre alcune tute blu espongono cartelli con slogan: «l'indifferenza uccide», «gli operai producono per tutti, rispettateli», «uniti contro il capitale». Sul palco dietro la scritta «Il lavoro è un bene comune», slogan della manifestazione, alcuni operai reggono dei pannelli su cui è riportata la parola «Legalità». In piazza si attende l'arrivo della parte finale del corteo partito da piazza della Repubblica.

Ore 17.10 - Migliaia in piazza, tanta gente a chiedere diritti, lavoro, democrazia, legalità ed a esprimere la loro voglia di partecipazione. Dalla Fiom non vuole arrivare nessuna cifra sul numero dei manifestanti, non serve. "Piazza San Giovanni è gremita, la gente non riesce ad entrare, le strade intorno sono piene. Ai giornalisti diciamo, contateci voi", così il segretario generale dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini.

Ore 16.50 - Andrea Rivera sul palco

Ore 16.10 - I leader di Cgil, Guglielmo Epifani, e di Fiom, Maurizio Landini, sono arrivati in una piazza San Giovanni gremita. Sono in migliaia i partecipanti, centinaia le bandiere rosse, numerosi i cori e gli striscioni. “Pomigliano ce lo ha insegnato, come si comporta un vero sindacato” , scandisce un gruppo di tute blu della Cgil. “Dieci, cento, mille Fiom”, grida invece un altro gruppo di operai. Una banda sta raggiungendo piazza San Giovanni, suonando “Bella ciao”. Su tutti i cartelli campeggiano le cinque parole d'ordine della manifestazione: diritti, democrazia, legalità, lavoro contratto. Infine, tra gli altri cartelli, questo: “nessuna azienda deve essere chiusa, nessun lavoratore deve essere licenziato”.

Ore 15.50 - Vendola: "Il Paese sta precipitando in una crisi civile, dei diritti, umana. La Fiom, i lavoratori, gli studenti, i precari hanno battuto un colpo, hanno mostrato che c'è un'Italia migliore di Berlusconi, migliore di questa destra. Quest'Italia migliore comincia da Melfi e da Pomigliano".

Ore 15.20 - E' arrivata a Piazza San Giovanni la testa del corteo partito da Piazzale dei Partigiani. Al via gli interventi. Un corteo finora silenzioso, senza slogan urlati ma con tanti operai vestiti di rosso con maglie in cui campeggia la scritta Fiom. L'unico rumore ammesso è quello dei fischietti. Così stanno manifestando a Roma le migliaia di tute blu. "Fiat il marchio...nne del padrone", "Diritti legalit… e no ai ricatti", "Quale futuro per i nostri figli?", "FilosoFiat, licenziati e discriminati". Questi alcuni dei cartelli portati dai manifestanti

Ore 15.15 - Flores D'Arcais: "Oggi la FIom è la parte più avanzata del Paese, Essere qui oggi è un dovere di tutti i cittadini che credono nella democrazia". D'Arcais è l'autore dell'appello che ha raccolto gli intellettuali che hanno dato la propria adesione alla manifestazione della Fiom, fra questi ricordiamo Camilleri ed Hack.

Mentre sul palco prosegue la musica si attendono gli interventi che dovrebbero partire intorno alle 15,15. Saliranno sul palco un delegato di Eutelia, un presentate del Coordinamento precari della scuola,un ricercatore dell'università, il Popolo Viola, Tino Tellini dall'Isola dei Cassintegrati, un migrante. Gli interventi riprenderanno poi dopo l'esibizione delle ballerine Rom"Zingare spericolate" con rappresentati di Libera, di Fincantieri, uno studente medio di Pomigliano, Andrea Rivera, uno studente della Sapienza, il Movimento per l'Acqua, Midromega, Emergency, operai Fiat di Pomigliano, Melfi e Termini Imerese, Concluderanno gli interventi di Landini ed Epifani.

Ore 14.50 - Sono partiti entrambe i cortei diretti a Piazza San Giovanni, i manifestanti sono migliaia, arrivano da tutta Italia, operai ma non solo. Lavoratori, migranti, studenti, pensionati che chiedono Lavoro e Legalità, parole d’ordine di questa grande manifestazione. Una grande dimostrazione di democrazia e partecipazione, tanto è l’entusiasmo e così si può anche vedere un vigile che mentre sistema le transenne canta “Bandiera rossa”. A sfilare da Piazza della Repubblica gli operai di Eutelia e Pomigliano, i lavoratori migranti, esponenti dell’Idv, della Federazione della Sinistra e di Sel. Nichi Vendola, è stato accolto da una vera e propria ovazione dal corteo della Fiom. Il governatore della Regione Puglia, dopo un breve saluto con il leader dei metalmeccanici, Maurizio Landini, è stato salutato da decine di persone che manifestano per i diritti del lavoro. "La politica - ha detto - deve mettere al centro della contesa pubblica il lavoro e la sua dignità”.

Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani ha raggiunto lo spezzone del corteo della Fiom che è partito da piazzale dei Partigiani e si è posizionato alla testa del corteo, assieme al segretario confederale Susanna Camusso, accompagnato da molte tute blu.

Ore 14:35 - È già partito da Piazzale del Partigiani a Roma il corteo degli operai della Fiom che in centinaia sfilano con i caschi rossi dietro lo slogan “Democrazià e diritti”, sventolando le bandiere della Cgil e della Fiom. In testa al corteo anche due pupazzi raffiguranti Silvio Berlusconi e il ministro per le Riforme Umberto Bossi intenti a calpestare la Costituzione italiana. Più di 700 manifestanti intanto stanno per partire da Piazza della Repubblica, dove campeggia lo striscione "Non moriremo precari", per arrivare, insieme all’altro corteo, a Piazza San Giovanni dove, sul palco è già iniziato il concerto che precede gli interventi.

Guglielmo Epifani, a Piazza della Repubblica, ha dichiarato: «Abbiamo lavorato perché sia una grande manifestazione pacifica, fino ad ora si è svolto tutto in un ordine assoluto, confido sarà così fino alla fine. Certo non hanno aiutato gli allarmi c'è la propaganda e il senso del dovere. Noi abbiamo forte il senso del dovere». Dello stesso parere il leader della Fiom Landini «sarà una grande manifestazione sindacale, pacifica, democratica, non violenta. Noi di timori non ne abbiamo mai avuti. Sappiamo che coloro che vengono alla manifestazione sono persone per bene, che la democrazia la praticano tutti i giorni. Poi se ci sono persone che noi non conosciamo e che non abbiamo invitato, allora spetta al ministro dell'Interno saperlo e intervenire. Al momento sappiamo che sarà una grande giornata di prova democratica». A piazza delle Repubblica confluisce anche il corteo degli studenti che si unisce alla manifestazione con lo striscione «Sapere bene comune».

16-1-10

a cura di Valentina Valentini

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