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(10 Novembre 2003)
Un edificio in costruzione è crollato nel porto antico di Genova. 1 operaio è morto e 4 sono rimasti feriti
Ogni mese decine di operai muoiono sul lavoro e centinaia rimangono feriti. Moltissimi sono edili. I controlli sulla sicurezza e sulle condizioni di lavoro nell'edilizia (e non solo) sono praticamente inesistenti. Una ditta viene ispezionata in media ogni sette anni
Gli operai, molto probabilmente, lavoravano in nero, molto probabilmente, le normative sulla sicurezza non erano rispettate. Semplici controlli potranno accertarlo.
Qualora venisse accertato che il crollo, come riteniamo probabile, non è stato una “tragica e imprevedibile fatalità", ma la conseguenza di lavori condotti in gran fretta, senza rispettare le norme sulla sicurezza ed i diritti dei lavoratori, la cosa sarebbe di una gravità allarmante.
Anche perché la ditta in questione conduceva i lavori per conto della Porto Antico spa, azienda di proprietà del Comune al 51% e stava costruendo edifici destinati ad ospitare il nuovo Museo del mare (da ultimare in fretta?), che doveva essere inaugurato dal Presidente della Repubblica in persona nei primi mesi dell'ormai mitico 2004 (anno in cui Genova diventerà capitale europea della cultura).
Niente può giustificare quello che è avvenuto
Il diritto per tutti i lavoratori di prestare la propria opera per un giusto salario, in condizioni di sicurezza e in regola con le normative sul lavoro (che il governo rende ogni giorno più flessibili e permissive), deve avere la precedenza sulle esigenze della “cultura”, degli interessi del mercato turistico e dei guadagni degli imprenditori.
La RdB/CUB continuerà a battersi, con ancora più convinzione, per cambiare in meglio le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori. E si impegnerà a contrastare tutte quelle leggi, come il pacchetto Treu o la legge 30 di Berlusconi, che hanno ridotto le tutele del mondo del lavoro, aumentato la precarietà e l'incertezza, fino ad arrivare alle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Questo ci sembra il modo migliore per dimostrare la nostra solidarietà alla famiglia di Albert Kolgjegja e al suoi compagni di lavoro.
Genova, 10 novembre 2003
La Federazione RdB/CUB di Genova
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