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Cartolarizzazione dei crediti INPDAP

Furto con destrezza

(25 Novembre 2003)

La chiusura anticipata del collocamento degli ordini emessi a seguito della Cartolarizzazione dei Crediti Inpdap voluta dall’estroverso ed immaginifico Ministro dell’Economia dimostra solo la “Bontà dell’Affare” (leggi speculazione finanziaria), per gli investitori e per lo stesso Ministro, realizzatosi con l’appropriazione illegittima delle risorse accumulate nel “Fondo di Previdenza e Credito” dei dipendenti pubblici.

I crediti vantati dall’Inpdap, rispetto ai prestiti erogati, sono infatti garantiti dal recupero operato direttamente dalla busta paga (la cessione del 1/5 dello stipendio) o, in caso di pensionamento, sull’indennità di fine rapporto e pertanto non presentano alcun rischio di rientro, tanto che le stesse Società di Valutazione del Collocamento indicavano l’operazione con la “tripla A”, indice di un investimento più che sicuro.

Già all’uscita del Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 29 Aprile, validato tra l’altro anche da una strabica Corte dei Conti, la RdB P.I. aveva occupato la stanza del suo Consigliere del C.I.V. dell’Inpdap, proclamando lo sciopero della fame, di fronte all’evidente illegittimità ed incostituzionalità del provvedimento, denunciata dalle RdB anche pubblicamente in un dibattito sul Ruolo delle attività Sociali dell’Inpdap

Il “Fondo di Previdenza e Credito” è infatti alimentato con il prelievo obbligatorio pari allo 0,35 sullo stipendio mensile dei dipendenti pubblici, ovvero con “Salario Differito” degli iscritti alle casse amministrate dall’Inpdap.

Che tale Fondo appartenga ai lavoratori e a nessun altro è espresso chiaramente all’Art.5 del Regolamento emesso a seguito della L.662/96, dove si afferma che la “gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali ha propria autonomia patrimoniale ed economico-finanziaria” rispetto al bilancio generale dell’Inpdap, il quale deve solo svolgere la funzione di Gestore del “Fondo” la cui proprietà rimane ai Dipendenti Pubblici.

Non si capisce quindi la soddisfazione del neo Presidente dell’Inpdap Ing. Staderini il quale, piuttosto che tutelare gli interessi dei lavoratori, plaude al furto di tali risorse per consentire gli artifici contabili del Ministro dell’Economia sulla riduzione del deficit di Bilancio Generale dello Stato.

Forse la soddisfazione risiede nel fatto che lo stesso Ministro ha dato la “garanzia” all’Inpdap di poter ancora erogare le prestazioni (prestiti, borse di studio, soggiorni estivi dei figli dei dipendenti, assistenza agli anziani) dimenticando tuttavia che la copertura finanziaria di tali prestazioni è pari a 900 Milioni di Euro annui contro i 4 Miliardi passati nelle casse del Ministro ed i 200 Milioni offerti gentilmente alla speculazione degli investitori con la cartolarizzazione.

Di fatto il fondo è stato azzerato nel 2003 e comincia a ricostituirsi nel 2004 con il contributo dello 0,35% e i ratei dei mutui erogati.

Questa è l’ulteriore dimostrazione dell’arroganza e delle bugie di questo Governo che dopo aver stanziato poche briciole per il rinnovo dei contratti 2004/2005 dei dipendenti pubblici, ora infila le mani nelle loro tasche e fa razzia.

La RdB Pubblico Impiego sta valutando tutte le possibili iniziative da mettere in campo per contrastare questa odiosa operazione, non ultima una iniziativa legale che denunci l’incostituzionalità di quello che può definirsi un vero e proprio furto con destrezza da parte del Ministro Tremonti.

Novembre 2003

Federazione RdB/CUB Pubblico Impiego

6530