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Italia. Ritorna la grande paura?

(20 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Italia. Ritorna la grande paura?

foto: www.radiocittaperta.it

Hanno suscitato ovviamente un’ondata di polemiche e opposizione le provocazioni del ministro Maroni e dell’on. Gasparri. Il primo ha invocato il meccanismo del DASPO – già di per se incostituzionale – anche contro gli studenti e i giovani impegnati nelle manifestazioni. Il secondo, sbagliando anche anno e circostanze storiche, ha invocato gli arresti di massa preventivi come quelli inaugurati con il blitz del 7 aprile 1979.

Queste esternazioni certificano la sindrome dell’assedio che sta opprimendo la classe dominante e i suoi mastini della guerra. Lo spettacolo di un Parlamento blindato dove le sorti di un governo vengono decise dalla compravendita dei voti e dai voltagabbana mentre tutto intorno migliaia di giovani sfiduciano in piazza l’esecutivo e il ceto politico, è stato e rimane decisamente duro da digerire da chi in questi anni ha curato la politica dell’immagine ma ha contribuito a far precipitare all’indietro le condizioni sociali generali del paese.

Ma l’esternazione più rivelatrice di questa grande paura che sta tornando ad attanagliare la classe dominanti e i ricchi nel nostro paese, la troviamo non nelle roboanti dichiarazioni di ministri e uomini politici quanto nelle pagine interne del Corriere della Sera, il giornale che meglio di altri incarna gli interessi e le paure della borghesia italiana.

Nella pagina dei commenti infatti, l’editorialista Paolo Franchi segnala con lucidità le vere preoccupazioni su quanto hanno rivelato pubblicamente le manifestazioni e gli scontri del 14 dicembre nel salotto buono della Capitale.

Franchi sottolinea come queste manifestazioni siano diventate diverse da quelle un po’ tradizionali “dei nostri figli e dei nostri nipoti”, quelli che frequentano i licei del centro e che magari ogni anno fanno della settimana di autogestione una sorta di evento stagionale. Paolo Franchi indica infatti la partecipazione degli studenti delle scuole della periferia romana alle manifestazioni, ossia di quei giovani dal futuro parecchio più incerto e assai più rabbiosi dei “figli e nipoti” di giornalisti e politici. Franchi vede dunque quella materializzazione delle nostre banlieues in cui chi ci vive o ci studia non prova alcun timore nello scontrarsi con la polizia o nel sostenere chi lo fa magari qualche metro più avanti di loro. E’ questo che sta alimentando la grande paura della borghesia italiana.

E’ bene ricordare che è stata questa grande paura a dare il via alla repressione e alla restaurazione scatenate alla fine degli anni ’70 nel nostro paese. Entrambe – la paura della borghesia e la repressione – erano cominciate ancora prima, ma solo nella seconda metà di quel decennio poterono contare su un alleato d’eccezione, l’allora PCI che ambiva al compromesso storico per poter partecipare al governo del paese. Oggi invece la maggioranza di governo punta e conta ancora sull’autosufficienza e si nega ad ogni soluzione politica dei conflitti sociali acutizzati dalla crisi.

Questo spiega l’ondata di critiche e opposizioni alle provocazioni di Maroni e Gasparri e la difesa diffusa dell’impianto garantista previsto dallo stato di diritto. Il 7 aprile del 1979 il silenzio dei garantisti fu invece assordante e lo fu per diversi anni.

Sarebbe amaro constatare che la prosecuzione del governo Berlusconi piuttosto che la sua sostituzione con un governo di unità nazionale, stia producendo almeno l’effetto positivo di non far retrocedere settori della politica e della magistratura dal rispetto dello stato di diritto e delle garanzie costituzionali. Nel 1979, è bene rammentarlo, entrambe furono sospese per un periodo non breve, fino a quando la borghesia italiana ritenne che....la grande paura fosse passata.

Sergio Cararo, Direttore di Contropiano

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