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19 anni di veleni… Al via il maxiprocesso contro Montedison

(12 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

19 anni di veleni… Al via il maxiprocesso contro Montedison

foto: www.radiocittaperta.it

12-01-2011/12:44 --- Dopo otto anni di indagini si è aperto a Mantova uno dei processi più attesi degli ultimi anni, quello che riguarda il polo petrolchimico ex Montedison del capoluogo lombardo.
Sul banco degli imputati dodici tra ex manager e ex direttori di stabilimento, in un periodo di tempo che va dal 1970 al 1989, tutti accusati di omicidio colposo per la morte di 72 operai e per omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Gli operai del petrolchimico lavoravano a contatto con benzene, amianto e stirene, tutte sostanze altamente tossiche che provocano cancro al pancreas, mesotelioma pleurico, tumori al polmone e leucemie.
L'inchiesta ha preso avvio da uno studio dell'epidemiologo Paolo Ricci (della Asl di Mantova) e da un esposto dei consiglieri regionali Carlo Monguzzi e Giuseppe Torri. Nell'analisi, Ricci mette a paragone i lavoratori dello stabilimento con il complesso della popolazione italiana, sulla base dell'effetto lavoratore sano, evidenziando come chi lavora non dovrebbe ammalarsi più del resto di una popolazione media comprensiva degli anziani.
Naturalmente i dati mettono in luce tutt'altro.
In più dal 2001 sono iniziate le perquisizioni della sede centrale ex Montedison di Milano e sono stati sequestrati centinaia di documenti che denunciano le carenze dell'impiantistica.
Il polo petrolchimico di Mantova fu costruito nel 1957 in una delle tre anse che il fiume Mancio forma intorno alla città. Oggi produce plastiche e fibre sintetiche, ma fino all'inizio degli anni novanta era attivo anche un impianto cloro-soda a mercurio. Le materie prime arrivavano su navi fluviali direttamente dal petrolchimico di Marghera. Nel corso di quei lunghi anni mercurio e idrocarburi hanno continuato ad accumularsi nel terreno e nelle acque di falda.
Ancora oggi, l'area denominata Laghi di Mantova e Polo Chimico è inserita nell'elenco dei siti contaminati di interesse nazionale ma risulta ancora bonificato lo 0%.
E' necessario sottolinearlo perché nelle battaglie che riguardano la mancata applicazione di norme sulla sicurezza sul lavoro, non si può non considerare l'inquinamento ambientale delle zone limitrofe ai poli industriali.
In questo caso il rischio di morte e malattie collegate all'esposizione da fibre tossiche riguarda, infatti, anche gli abitanti dei quartieri intorno alla fabbrica, Frassino e Virgiliana, che rischiano di ammalarsi di sarcoma ai tessuti molli con una probabilità 30 volte più elevata rispetto agli abitanti del centro urbano.
E' infatti proprio dal caso delle famiglie, da chi era entrato in contatto con l'amianto in casa, che è partita l'udienza di ieri.
Una sessantina tra famiglie, istituzioni e sindacati, si sono costituiti parti civili, alcuni ex operai sopravvissuti a quegli anni, hanno raccontato come si viveva in quegli anni nella fabbrica.
Hanno raccontato, ad esempio, di visite mediche rassicuranti dei colleghi cui seguiva però, in caso di morte, la consegna delle radiografie.
Hanno raccontato di colleghi morti a quarant'anni, di operai addetti alle caldaie, i presunti 'fortunati' perché lavorano al chiuso, nei posti più sicuri e invece si sono spenti di morti lente e dolorose come quelle da mesotelioma e malattie asbesto correlate.
Ai microfoni di Radio Città Aperta questa mattina Gerardino Santopietro, della segreteria della Filcem Cgil di Mantova, nel ricostruire le tappe che hanno portato all'inizio del processo, ha sottolineato come le battaglie sindacali di quegli anni abbiano contribuito al miglioramento, oggi, delle condizioni di lavoro, rivelando forse un atteggiamento troppo indulgente verso le attuali politiche aziendali: “Le condizioni di lavoro di cui godo oggi - dice il sindacalista che è anche operaio del petrolchimico- sono il frutto di quei lunghi anni in cui tanti colleghi sindacalisti e sono morti in condizioni terribili per iniziare il cammino che ha portato al testo unico sulla sicurezza'.
Forse Santopietro dimentica di sottolineare che il testo unico è sotto il mirino del governo ormai da anni e che il petrolchimico è ancora sulle pagine dei giornali il rischio di incidenti gravissimi, l'ultimo nel novembre scorso.
La prossima udienza del processo è convocata per martedì prossimo.

Francesca Mannocchi, Radio Città Aperta

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